Dal sito Ora pro Siria
martedì 27 settembre 2016
A sentire Staffan de Mistura, questi sono giorni agghiaccianti con vette di orrore mai viste ai danni della popolazione della parte orientale della città; all’ONU ci si scaglia contro Russi e governativi siriani denunciando presunti crimini di guerra e la ‘barbarie’ di 275.000 civili ‘intrappolati’ e assediati in grave pericolo e senza cibo e medicine
Ora, occorre almeno precisare che esistono 4 corridoi predisposti dal governo siriano perché i civili possano uscire e mettersi al riparo dai bombardamenti destinati ai terroristi che occupano Aleppo Est. Il fatto è che a tenere in trappola queste persone, sono proprio i combattenti che li usano come scudi umani
E’ la guerra, una guerra sporca che è continuamente alimentata da chi dice di combattere i terroristi, mentre li arma. Una guerra che usa come armi anche i civili e la disinformazione
Oggi purtroppo sono gli abitanti della parte est a soffrire, ma è necessario ricordare che da cinque anni la parte ovest controllata dal governo conta quotidianamente i suoi morti. La comunità internazionale dov’era quando i terroristi tagliavano acqua ed elettricità a due milioni di persone? Dov’era quando i tagliagole facevano piovere bombe lanciate dai ‘cannoni dell’inferno’, enormi mortai artigianali che han fatto migliaia di vittime? Quando attraverso i tunnel sotterranei facevano saltare ospedali, palazzi storici, chiese, mercati, hotel famosi nella storia? A diffondere il terrore per spingere alla fuga gli abitanti e svuotare la città? Vittime VOLUTAMENTE civili, non danno collaterale!
Il governo di Damasco vuole riprendere il controllo di tutta la città, come è legittimo che sia, ma non vuole la morte di innocenti: per questo ha offerto ai terroristi e alle loro famiglie salvacondotti per andarsene senza danno verso Idlib; attuando le opzioni di riconciliazione già operate in altre zone
USA, e Petromonarchie del Golfo (insieme al resto della coalizione internazionale) a parole dovrebbero combattere i terroristi, di fatto li armano. Quando questi sono in difficoltà, spuntano filmati, filmetti, mostre fotografiche e sceneggiate varie, e il coro dei media invoca ricorsi a tregue umanitarie, negoziati e corti di giustizia: scopo reale, consentire il riarmo delle milizie terroriste
Accogliamo la domanda di preghiere che ci rivolge il Vescovo, anche se noi temiamo che questa guerra non finirà tanto presto, proprio perché i progetti di smembramento della Siria sono ancora tutti in essere e i loro tessitori sono gli stessi che si sono assunti il ruolo di arbitri in un negoziato che li vede come controparte, pronti a girare la testa altrove se i tagliagole vincono, o a fare i piagnoni e gli indignati se stanno perdendo, invertendo i ruoli di aggredito ed aggressore.
C’è solo un modo di finire questa guerra: smettere di armare i terroristi e dare la possibilità ai Siriani di scegliere chi li deve governare. E “confidare nel Signore che può cambiare la storia”.
Gb.P.