Certo, ormai si tratta di un nome inusuale. Ma la Chiesa, venera ben sette santi con questo nome, più un’Asteria. E ci sono anche le varianti: Astiero e Asteio. Riguardo al santo odierno, martire ad Ostia, c’è da dire che forse erano due, stesso nome e luogo di martirio, Il primo Asterio doveva essere uno dei presbiteri del papa Callisto. Durante la persecuzione dell’imperatore Alessandro Severo sarebbe stato precipitato dal ponte Sublicio. Il corpo, portato dalle acque, sarebbe poi finito in una discarica a Ostia. Il papa Callisto l’avrebbe recuperato e sepolto nel cimitero di Calepodìo, sulla via Aurelia.
L’altro Asterio pare sia vissuto una cinquantina d’anni più tardi. Al tempo dell’imperatore Claudio Il il Gotico, Asterio era un princeps del prefetto Calpurnio. Il santo sembra sia stato convertito e battezzato cristiano dal presbitero s. Valentino. La cosa era andata così: poiché era una vera bomba di preparazione filosofica, il prefetto l’aveva incaricato di discettare con Valentino per indurlo a rinunciare alla follia del culto del falegname galileo.
Invece, il piffero di montagna finì suonato: fu Valentino a scuotere le certezze di lui. A tal punto da indurre Asterio a raccomandargli la figlia cieca, che Valentino guarì miracolosamente. Divenuto cristiano, Asterio diede subito ospitalità ai cristiani Mario e Marta, braccati dalla milizia. Ma furono tutti scoperti e incarcerati. Rifiutata l’ultima offerta di sacrificare agli idoli per salvarsi, vennero deportati a Ostia ed esposti alle belve e alle fiamme. Ma rimanevano illesi. Asterio tu decapitato; gli altri, lapidati fuori le mura.
il Giornale – 19 novembre 1999