Il Corriere del Sud 1° febbraio 2017
Strumenti di distruzione terribili e di difficile previsione, per questo nel mondo complesso in cui viviamo dobbiamo trovare il modo di difendere le nostre comunità dalla “guerra-segreta-mondiale-a pezzi” di cui parla Papa Francesco.
di Guido Mastrobuono
Nel 2015, cioè poco dopo gli attentati di Parigi, apparve sul blog byoblu.com un articolo intitolato «Atteso un attacco a sciame: Parigi è stata una prova generale. L’esperto Isis: “4000 combattenti già in Europa”».
In quel caso, la persona intervistata era Bruno Ballardini, giornalista ed esperto di comunicazione pubblicitaria che, con un saggio intitolato “ISIS Il marketing dell’Apocalisse“, denunciava l’incapacità dei giornalisti occidentali di comprendere la sostanza e gli effetti della campagna mediatica messa in atto dallo Stato Islamico.
Alla luce di quelle funeste previsioni, mi domandai se il rischio era significativo o se si voleva semplicemente fare paura alla gente.
Per comprendere un fenomeno, è necessario studiare il contesto e, per questo motivo, tracciai uno schema della situazione geopolitica derivata dalla caduta del muro di Berlino e dal conseguente smantellamento delle frontiere.
La rimozione delle barriere ha portato a una sovrapposizione degli stati che agiscono tutti su scala globale e tendono a perseguire i propri interessi a scapito degli interessi altrui. Gli stati in conflitto sono di tre tipi: Stati-Nazione, Stati-Mercato e Stati-Virtuali.
Gli Stati-Nazione sono generati da comunità che, nel tempo, si sono allargate e dotate delle istituzioni necessarie a rendere possibile la convivenza. Gli Stati-Mercato sono società di persone che convivono allo scopo di massimizzare le opportunità di individui in continua competizione. Questi stati sono soggetti a minori limiti etici ed, essendo composti di individui disgiunti, non fanno riferimento a nessun corpus tradizionale, ideale e culturale unitario.
Originariamente, quasi tutti gli stati erano Stati-Nazione: successivamente alcuni di essi sono mutati, si sono svincolati dalla comunità di riferimento e sono diventati stati mercato. Questo è successo all’Impero Romano, alla Gran Bretagna ed agli USA.
Gli Stati-Virtuali sono organizzazioni quali le mafie, le lobby multinazionali, e le reti eversive e terroristiche oppure i deboli governi di stati in via di disfacimento come la Libia o la Somalia. Dopo la caduta del Muro di Berlino si era cercato di trasformare la Russia in uno stato virtuale: con Putin, però, è tornata ad essere uno stato nazionale.
Gli Stati-Mercato e gli Stati-Virtuali tendono ad invadere l’ambito degli altri stati per mezzo di reti segrete, lobby ed ONG infiltrate e, per questo, gli scontri non avvengono più tra eserciti facilmente riconoscibili (in termini di identità e di mandanti).
Ogni attore è indipendente e viene indirettamente controllato solo da coloro che gli forniscono le risorse necessarie alla sopravvivenza (in termini di uomini, denaro ed approvvigionamenti). Questo controllo è labile in quanto le reti combattenti si auto-sostengono razziando le comunità assoggettate. Il confronto avviene utilizzando molteplici strumenti (di natura militare, politica, economica, culturale, finanziaria e religiosa) che vengono utilizzati per appropriarsi dello spazio e delle risorse altrui.
Questa, in sostanza, è la guerra mondiale segreta a pezzi di cui parla Papa Francesco dove gli “attacchi a sciame” profetizzati da Ballardini sono più la regola che l’eccezione.
L’Attacco a Sciame è una tattica militare che comporta l’utilizzo di piccole unità mandate a colpire un singolo obiettivo da direzioni diverse (oppure più bersagli simultaneamente).
La guerra tribale tradizionale ha sempre presentato elementi di tattica dello sciame. Nella guerra moderna, questa tattica è stata applicata dagli U-boat tedeschi, dalle motosiluranti, dalle formazioni partigiane e dagli stormi di aerei lanciati contro le grandi corazzate giapponesi.
Praticamente tutte le azioni offensive delle guerre-segrete contemporanee sono attacchi a sciame in quanto, dato che è difficile effettuare un attacco soverchiante senza esporsi, l’avversario deve essere logorato per mezzo di numerosi attacchi che lo danneggino dal punto di vista militare, economico e di immagine.
E’ quindi lecito presumere che decine di attacchi a sciame avvengano ogni mese.
Personalmente, però, non ero particolarmente turbato dalla interazione violenta tra ONG, mafie e multinazionali: mi facevano paura gli attacchi a sciame di tipo terroristico e cioè molteplici attacchi inaspettati e violenti contro la popolazione civile.
Cercai di capire la ragione degli attacchi terroristici e notai che essi servono a destabilizzare le comunità allo scopo di impaurirle, spaccarle o metterle contro altre comunità. Le possibili funzioni degli atti terroristici sono quattro: 1) disgregare le comunità, 2) ottenere autorità allo scopo da trattare “da pari” con gli stati, 3) attrarre “risorse umane” in cerca di potere ed emancipazione, ottenere risorse finanziarie (e politiche) portandole via alle comunità ferite sfruttando il panico che segue gli eventi.
Ma sono prevedibili attacchi terroristici a sciame in Europa?
Dato che i paesi maggiormente sviluppati sono caratterizzati da un maggiore affollamento di attori indipendenti, gli attacchi finiranno per danneggiare una grande quantità di attori che vi si sono ritagliati uno spazio. Se si entra sparando in una stanza affollata è inevitabile colpire qualcuno che era meglio non toccare in quanto tende a vendicarsi.
Inoltre, le comunità presenti sul territorio europeo sono molto ricche e bisogna evitare che si uniscano tra di loro focalizzando le risorse nell’annientamento dell’ente attaccante. Quindi le comunità vanno sì spaventate, ma non al punto che la loro paura li porti a dimenticare i dissidi che le separano.
E’ probabile che gli stati considerati più instabili siano più soggetti ad attacco. La diretta partecipazione a conflitti con Stati-Virtuali aumenterà i rischi di attacco e gli Stati-Mercato saranno più vulnerabili di quanto non lo siano gli Stati-Nazione in quanto contengono comunità più indebolite.
Sulla base di queste considerazione ritengo che la Francia, l’Olanda ed il Belgio siano gli stati più a rischio in quanto sono Stati-Mercato soggetti ad una forte destrutturazione sociale ed alla cancellazione dei valori che li avevano contraddistinti come Stato-Nazione.
La Germania sta diventando vulnerabile in quanto le politiche degli ultimi anni mirate all’importazione di manodopera a basso costo hanno minato l’identità e la dignità del popolo tedesco.
Attacchi alla Gran Bretagna, potrebbero essere molto proficui come strumento per drenare risorse finanziarie sfruttando le oscillazioni di borsa.
Attacchi ai PIIGS sono improbabili in quanto potrebbero innescare un’uscita dall’Europa e dall’Euro e non ritengo probabile un attacco terroristico in contemporanea su più stati, con lo scopo di destabilizzare l’Unione Europea, per le motivazioni che seguono:
- la UE non è uno stato bensì un’agenzia atta a limitare la sovranità degli stati europei, modificarne la natura di stati-nazione e trasformali in stati-mercato;
- attaccare in contemporanea molti stati diversi, oltre a implicare una divisione di forze già esigue, implica un danneggiamento degli interessi di una quantità incontrollabile di enti potenzialmente vendicativi;
- per coordinare attacchi in molti stati servono rigidi sistemi di controllo a lungo raggio: tutto il contrario rispetto a quelli utilizzabili in missioni coperte;
- i risultati di un attacco così ampio sarebbero incontrollabili e, di conseguenza, la possibilità di favorire i propri nemici sarebbe elevatissima.
In conclusione, gli “attacchi terroristici a sciame” sono uno strumento terribile dedicato a finalità malvagie ma, come tutti gli strumenti di questo tipo, sono difficilmente controllabili e danneggiano anche chi li usa. Di conseguenza, è difficile che vengano utilizzati frequentemente.
Sono convinto che, in questo mondo complesso, dobbiamo trovare il modo di difendere le comunità di cui facciamo agendo con intelligenza e senza cedere alla paura.
Inoltre, possiamo e dobbiamo rafforzare lo stato-nazione destinato a proteggerci avendo cura di tutelare la base etica da cui esso si deve sviluppare. Se troveremo il modo di farlo, la “guerra-segreta-mondiale-a pezzi” andrà comunque avanti però ci riguarderà sempre meno.