In un affollato incontro il cardinal Bertone smonta le tesi del «Codice Da Vinci»: del tutto falsata la verità storica
di Adriano Torti Genova.
Di certo non è passato inosservato il convegno «Il Codice Da Vinci… storie senza Storia», che si è svolto mercoledì sera a Genova presso la Sala Quadrivium. L’appuntamento è stato organizzato dall’Ufficio per la Cultura e l’Università della Diocesi figure per fare chiarezza e svelare menzogne e falsità contenute nel bestseller il Codice Da Vinci di Dan Brown, edito in Italia da Mondadori. Tantissimi i fedeli, gli studiosi e i curiosi che hanno voluto ascoltare la relazione di Massimo Introvigne, fondatore e direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), autorità indiscussa nel campo dei nuovi movimenti religiosi.
Fortemente voluto dall’Arcivescovo di Genova, cardinale Tarcisio Bertone, a lungo il braccio destro del cardinale Ratzinger alla Congregazione per la Dottrina della fede, il convegno è nato per rispondere ad una «urgenza pastorale» avvertita dai responsabili della Diocesi genovese. L’ obiettivo era, infatti, quello di fornire una prima risposta ai numerosi fedeli, tra cui tanti educatori e insegnanti di religione cattolica, che quotidianamente devono fare fronte alle accuse rivolte alla Chiesa cattolica dall’autore del libro.
Ma, subito, il convegno è diventato un caso internazionale. Della forte presa di posizione del cardinale Bertone si sono infatti occupate le maggiori testate nazionali ed internazionali. Lo stesso Bertone ha avuto modo di affermare: «Confesso che non pensavo davvero che le mie affermazioni avessero l’eco che hanno avuto. Io, come pastore della Chiesa di Genova, ho solo pensato ai miei giovani e ai fedeli della mia Diocesi che hanno letto il libro è ho cercato di proporre loro una iniziativa di chiarificazione e di confronto sulle tante menzogne che sono state divulgate con questo volume perché, la lettura del libro ha creato disagio in tanti fedeli».
Un intervento, quello di Bertone, del tutto personale ma che, come lui stesso ha confidato, ha trovato un forte appoggio anche in tanti altri porporati e vescovi. II clamore suscitato dall’intervento dell’arcivescovo di Genova è anche dovuto al fatto che è stato uno dei primi, in ambito cattolico e, tra l’altro, a così alto livello, a prendere apertamente posizione al riguardo.
Ma perché tanto accanimento contro un romanzo?
Una prima esposta l’ha fornita Introvigne quando ha affermato che «chi pone questa domanda, di solito non ha letto la pagina de Il Codice Da Vinci intitolata “Informazioni storiche”, dove l’autore, Dan Brown, afferma che “tutte le descrizioni di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà”». In secondo luogo, come ha affermato Bertone, una presa di posizione era necessaria per contare «le menzogne e le falsità a proposito di Gesù Cristo e a proposito della sua morte e resurrezione, le falsità sulla Madonna, della presenza della donna nei Vangeli e nella storia della Chiesa» contenute nel volume.
In poche parole, ha continuato il prelato, quello che ha suscitato la reazione della Chiesa è stato «l’aver negato quello che don Giussani chiamava “l’evento cristiano”, cioè la passione, morte e risurrezione di Cristo». Tra l’altro il pastore della Chiesa di Genova ha affermato che il volume di Dan Brown ha trovato terreno fertile per la sua diffusione. «Ho già detto – ha continuato Bertone – che, se fosse stato scritto un libro simile non contro Gesù Cristo e contro il Cattolicesimo, ma contro Maometto, contro Buddha o contro la dolorosissima storia della Shoah falsificandone la verità storica, credo che le reazioni sarebbero state molto maggiori».
In altre parole, alleato fedele alla diffusione del volume è stato «l’ultimo pregiudizio accettabile»,ossia il pregiudizio anticattolico assai presente m questa epoca e così bene evidenziato dal sociologo americano Philip Jenkins. «Senza dubbio – ha concluso Bertone -, la Chiesa del Terzo Millennio, guidata da Giovanni Paolo II ha prestigio, ma dà fastidio».
Brown e i suoi critici (non soltanto cattolici..)
Per dissentire dalle tesi che Dan Brown ha affidato al suo «Codice Da Vinci»- ma anche con «Angeli e demoni» c’è poco da stare allegri…- essere cattolici aiuta, ma non è indispensabile. Lo dimostra uno dei molti libri usciti sulla scia del successo e delle polemiche suscitate dal romanzo, «La verità sul Codice Da Vinci» di Bart D. Ehrman, che adopera la sua competenza di storico del cristianesimo smentire le fantasiose ricostruzioni di Dan Brown (pubblica Mondadori, lo stesso editore del «Codice» vero e proprio).
Ma anche tra le voci raccolte dal «dilettante» Dan Burstein nel suo «l segreti del Codice» (Sperlìng & Kupfer) sono numerose le contestazioni provenienti dall’ambiente degli storici del cristianesimo e dell’arte, altra disciplina allegramente saccheggiata da Brown.