Abstract: Cambiamento climatico, scienziati scettici. Aumenta il numero di scienziati che mette in dubbio la vulgata ambientalista e che si oppongono all’intolleranza verso i dissenzienti. Anche l‘establishment accademico non tollera tali opinioni, indipendentemente dalle qualifiche dello scienziato. Fortunatamente, alcuni scienziati sono disposti a resistere alla vulgata prevalente.
Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 22 Settembre 2023
Clima: un premio Nobel per la fisica è stato “cancellato”, ma gli scienziati scettici continuano a crescere
di Edwin Benson
Codice rosso per l’umanità
“Il mondo sta per finire e il clima ne è la causa”. Chiedete in giro e quasi tutti vi diranno che questa affermazione è esatta. Perché? Perché, dopo tutto, esiste un “consenso scientifico schiacciante”. I bambini lo imparano a scuola da almeno due decenni. I media colgono ogni occasione possibile per ripetere questo messaggio. Il Presidente Biden annuncia l’imminente sventura, come in un suo discorso del luglio 2022: “Oggi vengo qui con un messaggio: come Presidente, ho la responsabilità di agire con urgenza e determinazione perché la nostra nazione si trova di fronte a un pericolo evidente e presente: il cambiamento climatico. È letteralmente, non figurativamente, un pericolo chiaro e presente”.
Poi, ha applicato uno dei più vecchi trucchi della retorica, cioè, appellarsi a un’autorità imprecisa. “I principali scienziati internazionali del clima dell’ONU hanno definito l’ultimo rapporto sul clima niente di meno che, cito, codice rosso per l’umanità. Lasciatemelo ripetere: codice rosso per l’umanità. Non si tratta di un gruppo di funzionari eletti. Questi sono scienziati”.
“Tutti gli scienziati dicono…
” Il Presidente Biden vorrebbe farvi credere che quasi tutti gli scienziati siano d’accordo con la frase riportata all’inizio di questo articolo. Il messaggio è ben chiaro. Siccome gli scienziati ne sanno più di voi, dovreste ascoltarli e lasciare ai politici il potere di affrontare la crisi. Questo potere include la possibilità di decidere quanta elettricità e quanta acqua si può usare, che tipo di auto si può guidare e se si può continuare a vivere nella propria casa. In confronto all’incredibile rischio climatico, le libertà individuali contano ben poco. “L’ho detto la settimana scorsa e lo ripeto forte e chiaro di nuovo: come Presidente, userò i miei poteri esecutivi per combattere la crisi climatica in assenza di azioni del Congresso”. A quanto pare, la tradizionale separazione dei poteri non conta nulla.
Un premio Nobel
Quello che il Presidente Biden, i media e gli insegnanti di prima media non vi dicono è che ci sono scienziati che non sono d’accordo. Sono tanti e alcuni sono molto competenti. Uno di loro è il Dr. John Clauser. Non è uno scienziato qualunque. Ha vinto il Premio Nobel per la Fisica nel 2022 (1). Il 25 luglio 2023, il dottor Clauser ha tenuto un discorso al Brownstone Institute dal titolo intrigante: “La crisi della pseudoscienza”.
Il dottor Clauser inizia con una verità scientifica fondamentale: “La buona scienza si basa sempre su buoni esperimenti”. D’altra parte, gli esperimenti mal fatti portano nella direzione sbagliata e “favoriscono la disinformazione scientifica”. Una volta prodotta, la disinformazione può essere utilizzata in modo improprio. “La sua promozione da parte di un’impresa commerciale si chiama marketing…. Quando la promozione è fatta da gruppi governativi o politici, si chiama spin o propaganda”.
Poi, il fisico mira a una delle fonti più potenti della propaganda politico-scientifica. “A mio parere, l’IPCC [il Gruppo internazionale di esperti sul cambiamento climatico dell’ONU] è una delle peggiori fonti di disinformazione dannosa”. Poi fornisce le sue conclusioni. “Credo che il cambiamento climatico non sia una crisi”.
Nessuna tolleranza per le opinioni dissenzienti
L’establishment accademico non tollera tali opinioni, indipendentemente dalle qualifiche dello scienziato. Secondo il sito di notizie finanziarie Zero Hedge, l’autore avrebbe dovuto parlare all'”Ufficio di valutazione indipendente” del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il suo argomento sembrava stuzzicante: “Quanto possiamo fidarci delle previsioni climatiche dell’IPCC? Parliamone”. Come si sa, il FMI è una delle organizzazioni non governative più potenti al mondo. La sua auto descrizione gronda di autocompiacimento e potere. “Il FMI lavora per raggiungere crescita e prosperità sostenibili per tutti i 190 Paesi membri. Lo fa sostenendo politiche economiche che promuovono la stabilità finanziaria e la cooperazione monetaria, essenziali per aumentare la produttività, la creazione di posti di lavoro e il benessere economico”.
In effetti, un ente così importante dovrebbe voler sapere se i rischi presentati dal cambiamento climatico sono reali o fasulli, non è vero? A quanto pare no. Il FMI ha cancellato l’intervento del Dr. Clauser.
Il dottor Clauser non è l’unico critico dell’IPCC. Un’altra è la climatologa Judith Curry del Georgia Institute of Technology, citata da American Insider. Secondo la dottoressa Curry, l’agenda delle Nazioni Unite è stata “prefabbricata”. Inoltre, il motivo risiederebbe nella mentalità socialista prevalente in tutta l’organizzazione.
Le radici della “scienza” del cambiamento climatico
Il curriculum della dr.ssa Curry è persino più applicabile all’argomento di quello del dottor Clauser. Membro dell’American Meteorological Society dal 1995 e dell’American Geophysical Union dal 2004, la dr.ssa Curry è coautrice di Kinetics and Thermodynamics of Clouds and Precipitation e Thermodynamics of Atmospheres and Oceans (ndt. Cinetica e Termodinamica delle nuvole e Precipitazione e Termodinamica delle Atmosfere e degli Oceani).
“Le origini risalgono al programma ambientale delle Nazioni Unite”, afferma la dr.ssa Curry. I funzionari delle Nazioni Unite erano motivati dall'”anticapitalismo. Odiavano le compagnie petrolifere e hanno sfruttato la questione del cambiamento climatico per portare avanti le loro politiche”.
Eliminare l’opposizione
“L’IPCC doveva escludere qualsiasi beneficio del riscaldamento. Il mandato dell’IPCC era concentrarsi sulla ricerca di cambiamenti climatici pericolosi causati dall’uomo’”. Insomma, se state cercando un modo per porre fine all’economia di libero mercato, l’assolutismo del cambiamento climatico sarebbe il modo più efficace per farlo. L’unico modo in cui le persone ragionevoli, in assenza di altri motivi validi, possano rinunciare ai loro diritti naturali, garantiti da Dio, è di fronte a una minaccia travolgente. Così l’IPCC, con l’aiuto di personale accademico marxista, si è messo a “fabbricare” una tale minaccia.
Il processo è stato relativamente semplice. “Promuovete i documenti allarmanti! Non date nemmeno spazio agli altri per la revisione”. Poi, si sono bene assicurati che gli scienziati in erba capissero che l’acquiescenza era il prezzo del successo. “Se volevi fare carriera, lavorare ad esempio in un’università prestigiosa e ricevere un grosso stipendio, avere grandi spazi in laboratorio, ottenere molti finanziamenti, essere direttore di un istituto, c’era chiaramente una strada da seguire”
Dichiarazione mondiale sul clima
Fortunatamente, alcuni scienziati sono disposti a resistere alla vulgata prevalente. Nel 2019, il “Global Climate Intelligence Group” (CLINTEL) ha redatto una “Dichiarazione mondiale sul clima” che ora conta oltre 1.609 firmatari. Il dottor Clauser ha aggiunto la sua firma nell’agosto 2023.
La Dichiarazione contiene sei punti significativi:
- Fattori naturali così come antropici causano riscaldamento.
- Il riscaldamento è molto più lento di quanto previsto.
- La politica climatica si basa su modelli inadeguati.
- La CO2 è cibo per le piante, la base di tutta la vita sulla Terra.
- Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali.
- La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche.
Non c’è dubbio che alcuni dei 1.609 firmatari siano più qualificati di altri. Anche con questa avvertenza, tuttavia, il numero da solo dovrebbe servire a chiarire un punto in modo forte e chiaro. A prescindere da ciò che dicono gli assolutisti del clima, non esiste un “consenso scientifico schiacciante”.
Nota
1) Anche il Premio Nobel per la Fisica italiano Carlo Rubbia ha manifestato il suo scetticismo sull’origine antropica del cambiamento climatico, ricevendo per questo una grossa dose di censure mediatiche.
Fonte: Return to Order, 6 Settembre 2023. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
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