La Nuova Bussola quotidiana 29 Giugno 2021
Studio americano svela il nesso causale tra l’uso della cannabis ricreativa e l’aumento di suicidi. Dalle ricerche del National Institutes of Health si è scoperto che l’uso di marijuana potrebbe aumentare il rischio di pensieri suicidari e tentativi di autolesionismo, anche tra coloro che non soffrono di depressione. E da quando 15 paesi ne hanno sdoganato la vendita, il consumo è aumentato.
di Luca Volontè
I suicidi potrebbero essere aumentati nel periodo della pandemia Covid-19, certamente negli Stati Uniti sono cresciuti in modo considerevole e l’uso di cannabis e marijuana è un fattore determinante.
Se al momento non vi sono ancora incontrovertibili ricerche che possano descrivere il fenomeno che lega la crescita dei suicidi e le misure restrittive dovute alla pandemia, un nuovo studio pubblicato sulla rivista della American Medical Association (JAMA) svela il nesso causale tra l’uso della cannabis e marijuana ricreativa e l’aumento di suicidi nel paese. Dalle ricerche del National Institutes of Health si è scoperto che l’uso di marijuana potrebbe aumentare il rischio di pensieri suicidari e tentativi di autolesionismo, anche tra coloro che non soffrono di depressione.
Lo studio, intitolato “Associations of Suicidality Trends With Cannabis Use as a Function of Sex and Depression Status”, è stato pubblicato il 22 giugno, ha esaminato 281.650 partecipanti adulti presenti nel database del National Surveys of Drug Use and Health 2008-2019 e ha svelato la relazione tra il disturbo da uso di cannabis, “l’uso quotidiano di cannabis e l’uso non quotidiano di cannabis con una maggiore prevalenza di ideazione, piano e tentativo di suicidio nell’anno passato in entrambi i sessi, ma significativamente più nelle donne…in particolare tra i giovani adulti americani con o senza depressione”.
Ora chi avrà ancora il coraggio di affermare che le droghe leggere non fanno male? Chi potrà bellamente elencarci i benefici economici della commercializzazione della cannabis a fronte dei rischi reali di una crescita dei suicidi trai giovani? Ebbene, negli USA nell’ultimo decennio, il consumo di cannabis tra gli adulti americani è aumentato notevolmente, con un aumento parallelo della suicidalità (ideazione, piano, tentativo e morte).
Ciò che i ricercatori hanno scoperto è che gli uomini che usavano marijuana quotidianamente e soffrivano di depressione hanno avuto un aumento dell’ideazione suicida dal 14,9% (2008-2009) al 21,9% (2018-2019) e dal 10,3% (2008-2009) al 17% (2018-2019), tra i consumatori non quotidiani. Anche in questo caso, le donne che usavano marijuana sembravano anche avere un maggior rischio associato di ideazione suicidaria rispetto agli uomini che usavano marijuana, con un aumento tra il 14,5% e il 26,8%, tra le consumatrici quotidiane e tra il 12% e il 17,5% tra le consumatrici occasionali.
C‘è dunque relazione? Si, infatti lo studio non “ha trovato un aumento significativo dell’ideazione suicida tra gli uomini depressi che non usano marijuana”. Altre ricerche stabiliranno se i dati emersi da questa prima e solida analisi confermeranno che l’uso di cannabis/marijuana porta ad un amento di tentativi e suicidi.
Negli Stati Uniti d’America, il consumo è raddoppiato dal 2008 al 2019 (da 22,6 milioni a 45 milioni) da quando 15 stati americani e Washington, D.C., hanno legalizzato l’uso non medico e ricreativo della marijuana da parte degli adulti e 36 stati e Washington D.C. hanno legalizzato l’uso medico della marijuana. I sostenitori della liberalizzazione della cannabis e della marijuana descrivono l’assenza di pericoli per salute, quelli per l’economia e l’occupazione ed i benefici per mitigare le sofferenze.
Non ci sono droghe leggere, anzi quelle considerate ricreative e non pericolose portano all’aumento dei suicidi. Una crescita economica ed occupazionale derivata dallo smercio legalizzato di droghe porta ad un danno irreparabile di capitale umano e sociale che avrà effetti sia sull’economia che sulla comunità civile. Non c’è nulla di leggero nelle droghe che portano al suicidio