ROMA – Nonostante il clima sereno delle feste di fine anno, in prossimità del Natale a Torino e Riccione si sono verificate manifestazioni di intolleranza.
Nel capoluogo piemontese, il 19 dicembre alcuni attivisti del movimento “Facciamo breccia” hanno inscenato una manifestazione di protesta contro la Curia Arcivescovile. Di fronte al portone della Curia sono stati appesi striscioni su cui era scritto “Più autodeterminazione, meno Vaticano” e “Poletto stai zitto, l’aborto è un diritto”.
I manifestanti hanno intonato cori in cui si chiedeva “Fuori i preti dalle mutande” e hanno poi fatto irruzione nell’Ufficio Catechistico, distribuendo profilattici che sono stati appesi anche sul citofono della Curia.Otto dei manifestanti sono stati denunciati dalla polizia per “offesa della religione per vilipendio”, in base all’articolo 404 del Codice Penale, e per manifestazione non autorizzata.
La manifestazione ha avuto luogo subito dopo la conferenza stampa natalizia dell’Arcivescovo di Torino, il Cardinale Severino Paletto. Il movimento “Facciamo breccia” richiama la Breccia di Porta Pia e ha manifestato per il diritto all’aborto.
Secondo gli attivisti del movimento, in Italia la Chiesa si ingerisce nella vita quotidiana della gente e nella politica perché il mondo cattolico critica la legge 194, propone l’ingresso del Movimento per la Vita nei consultori, boicotta la pillola abortiva Ru486 ed esprime il suo parere contrario ad alcuni comportamenti sessuali e alle scelte di convivenza.
Quelli di “Facciamo breccia” hanno detto di collegarsi alle lotte delle donne a cui aderiscono i collettivi Rosse Fuoco e Mafalda, al movimento gay, lesbico, bisessuale e trans.
Un’altra manifestazione di intolleranza nei confronti della Chiesa cattolica si è verificata a Riccione dopo la Messa di mezzanotte. L’Arcigay ha distribuito alle persone che uscivano dalla celebrazione un preservativo, accompagnato da un opuscolo informativo sui rischi di rapporti sessuali.
La distribuzione ha toccato diverse parrocchie di Riccione provocando la reazione risentita dei fedeli e di qualche parroco.