Abstract: c’è una regia internazionale dietro gli ecovandali, usano le stesse tecniche del Kgb. L’ex presidente Rai, Marcello Foa, svela in un libro Il sistema (in)visibile che governa nel mondo l’attivismo estremo, come quello degli ultrà ambientalisti che imbrattano le opere d’arte nei musei
“Una regia internazionale dietro gli ecovandali:
usano le stesse tecniche del Kgb”
L’ex presidente Rai, Marcello Foa, svela in un libro Il sistema (in)visibile che governa nel mondo l’attivismo estremo, come quello degli ultrà ambientalisti
di Andrea Indini
Attacchi alle opere d’arte, raid nei musei, vandalismo contro i Palazzi del potere. L’ultimo episodio, a Capodanno, ha colpito il Senato. È la violenza green. Eco-cretini che, dietro sigle per lo più sconosciute, danno sfogo alla propria intransigenza ideologica. «Questi movimenti non agiscono da soli, c’è una regia». Marcello Foa, ex presidente Rai e firma storica del Giornale, è recentemente tornato in libreria con Il sistema (in)visibile (Guerini e Associati). Nel libro svela le logiche e i metodi dell’attivismo estremo, come quello degli ultrà ambientalisti, metodi che corrispondono a quelli elaborati un tempo dal Kgb.
Foa, in Italia il movimento più attivo è Ultima Generazione. È legato alle sigle che operano negli altri Paesi?
«Assolutamente sì. Dietro di loro si muove un movimento internazionale, l’A22, che lavora per unire i manifestanti di molti Paesi».
E dietro ad A22 chi c’è?
«Per capirlo basta seguire i soldi. I finanziamenti arrivano dal Climate Emergency Fund, gruppo fondato nel 2019 da un ex collaboratore di Bill Gates, Trevor Neilson e da Rory Kennedy,».
Con chi abbiamo a che fare?
«Tra gli sponsor ci sono gli eredi Getty e Disney. Dal 1999 a oggi, il gruppo ha finanziato 94 organizzazioni, addestrato 22mila attivisti del clima e mobilitato oltre 1 milione di persone. Solo nel 2022 ha sostenuto 43 movimenti con 5,3 milioni di dollari».
Come si muovono?
«Nel 1984 fu un’ex spia, Yuri Bezmenov, a spiegare come si destabilizza una società: cambiando la percezione della realtà attraverso un mega lavaggio del cervello».
Come ci riescono?
«Agiscono sui giovani che reclamano un cambiamento. Li rieducano incolpando le istituzioni e generando una frattura generazionale. Il movimento è solo in apparenza spontaneo e produce effetti nell’arco di qualche anno».
Quindi l’ecologia è solo una scusa?
«In parte. I giovani sono gli agenti inconsapevoli di questo processo, credono davvero nella loro causa. Ma a spronarli è l’agente di influenza, che a sua volta agisce per conto di chi finanzia».
È paradossale: i manifestanti pensano di agire contro il potere ma finiscono per fare i comodi di un altro tipo di potere. Anche Greta Thunberg è un prodotto di questa pianificazione?
«Sia chiaro: non è un complotto ma un sistema, un metodo piuttosto efficace. I ragazzi pensano di agire contro i cattivi’ ma non si rendono conto di essere pedine di un disegno più articolato. Anche Greta rientra in queste logiche, infatti è riverita all’Onu e al World Economic Forum».
La sinistra italiana si è schierata subito con loro…
«Dal crollo del muro di Berlino la sinistra mainstream ha perso la vocazione originaria – difendere il proletariato e le classi disagiate – ed è diventata l’alfiere della globalizzazione trovando una giustificazione morale in battaglie come l’immigrazione, i diritti Lgbtq e l’ecologismo».
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