L’Occidentale 21 Marzo 2024
Il tasso di fertilità globale potrebbe continuare a scendere da qui al 2050 e a quella data la popolazione di tre quarti dei Paesi del mondo si ridurrà. Lo dice uno studio dell’Institute For Health Metrics and Evaluation (IHME) apparso sulla prestigiosa rivista Lancet.
Lo studio indica che il tasso di fertilità della metà dei Paesi del mondo è già troppo basso per mantenere le dimensioni attuali della popolazione. L’aumento delle nascite nei Paesi in via di sviluppo e il crollo demografico in quelli ricchi determinerà enormi cambiamenti sociali.
Lo studio è stato realizzato da un team internazionale di ricercatori che hanno utilizzato un’enorme quantità di dati globali su nascite, decessi e fattori che determinano la fertilità. Secondo la ricerca, il crollo della fertilità alla fine del secolo potrebbe riguardare il 97%, dei Paesi del mondo (198 su 204) secondo le proiezioni. Nel 2100 quasi nessun Paese avrà tassi di fertilità superiori al livello di sostituzione di 2,1 nascite per donna. I tassi di fertilità invece continueranno a crescere nei Paesi in via di sviluppo, in particolare quelli dell’Africa sub-sahariana.
“Il mondo si troverà ad affrontare contemporaneamente un ‘baby boom’ in alcuni Paesi e un ‘baby bust’ in altri”, ha detto Stein Emil Vollset dell’IHME. “Ci troveremo di fronte a cambiamenti sociali sconcertanti nel corso del XXI secolo”, le ha fatto eco Natalia Bhattacharjee, ricercatrice dell’IHME, aggiungendo che le “implicazioni saranno immense”. “Queste tendenze future nei tassi di fertilità e nei nati vivi riconfigureranno completamente l’economia globale e l’equilibrio di potere internazionale e richiederanno una riorganizzazione delle società”.
E ancora: “Una volta che la popolazione di quasi tutti i Paesi si sarà ridotta, per sostenere la crescita economica sarà necessario fare affidamento sull’immigrazione”. Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità invitano alla cautela su queste proiezioni, sottolineando i limiti dei modelli predittivi, in particolare la mancanza di dati da molti Paesi in via di sviluppo. Per l’OMS la riduzione della popolazione potrebbe avere dei vantaggi, ad esempio per l’ambiente e la sicurezza alimentare.
Gli svantaggi riguarderanno invece l’offerta di lavoro, la sicurezza sociale e la geopolitica. Secondo le Nazioni Unite, il tasso di fertilità scenderà al di sotto dei livelli di sostituzione intorno al 2050. Lo studio è un aggiornamento del Global Burden of Disease dell’IHME, una organizzazione istituita presso l’Università di Washington dalla Fondazione Bill e Melinda Gates.
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