Abstract: Il Covid ha cambiato la società scuotendo profondamente ciò che restava di abitudini e maniere. La crisi ha spezzato il ritmo di abitudini fragili e le persone non sono ancora tornate alla normalità. Molte cose non torneranno mai più.
Tradizione Famiglia Proprietà – newsletter 14 Settebre 2023
Come la pandemia ha aggravato la decadenza delle abitudini sociali e degli spazi pubblici
di John Horvat
Ciò che mantiene l’ordine sociale oggi non sono i principi, sempre tanto necessari, ma stracci di abitudini sociali. Le buone maniere del passato forniscono le basi per andare d’accordo. Le persone si incontrano e si salutano, anche se hanno perso le ragioni per cui lo fanno.
Man mano che queste vecchie abitudini si affievoliscono, le persone fanno ciò che vogliono senza tenere conto degli altri. Il risultato è la mancanza di civiltà e di ordine che tutti avvertono.
Una trasformazione significativa
La situazione era già grave prima della pandemia. Tuttavia, i lockdown hanno peggiorato di molto le cose. Hanno scosso profondamente ciò che restava di queste abitudini e maniere. La crisi ha spezzato il ritmo di abitudini fragili e le persone non sono ancora tornate alla normalità. Molte cose non torneranno mai più.
La pandemia ha anche cambiato il modo in cui le persone interagiscono nella società. Le persone si sono rivolte verso l’interno e ora hanno difficoltà a socializzare. I rapporti personali si sono sfasati. Molti non vogliono provare a ristabilire quei legami essenziali che mantengono l’equilibrio generale delle cose.
In effetti, si tende a misurare l’immenso impatto economico, politico ed educativo della pandemia. Tuttavia, ora è il suo effetto sulla vita sociale che sta emergendo. Ed è devastante. La pandemia potrebbe essere definita il grande sconvolgimento sociale del 2020-2021.
La perdita delle norme di civiltà
Questa drastica trasformazione è visibile negli eventi sociali e negli spazi pubblici dappertutto. Le persone si comportano in modo sempre più aggressivo e incivile. Gli organizzatori di eventi riferiscono che controllare e gestire le folle dopo la pandemia è diventato più difficile. Le persone pensano di poter abbandonare le vecchie abitudini e regole.
In effetti, molti quarantenati si esprimono con scarsa considerazione per gli altri. Dopo due anni di isolamento, si comportano come se fossero a casa, dove fanno quello che vogliono. Alcuni arrivano persino a fare del male a chi li circonda. Le norme di civiltà e carità sono dimenticate.
Lancio di oggetti contro gli artisti
Una nuova tendenza si riscontra nei concerti dal vivo. Le persone lanciano oggetti contro gli artisti, spesso ferendoli. Questi incidenti sono diventati addirittura un fenomeno da social media. I frequentatori dei concerti condividono video di artisti colpiti da oggetti, bevande o bottiglie come se facessero parte dello spettacolo.
I promotori di concerti stanno aumentando la sicurezza controllando i fan e vietando potenziali oggetti che potrebbero causare lesioni. Tuttavia, non tutto può essere controllato.
In un caso, una cantante è stata colpita all’occhio da un braccialetto, mentre un’altra ha avuto bisogno di punti di sutura dopo che un cellulare le ha centrato il viso. L’artista Pink ha reagito all’urto di una bottiglia lanciando il microfono contro l’aggressore, scatenando quasi una rissa.I fan sono chiassosi, urlano agli artisti e cantano con loro anche quando non dovrebbero farlo. Andare al concerto è diventato un’esperienza personale che poi si vuole proiettare sui social media.
A cinema non per vedere ma per farsi vedere
Un’altra tendenza preoccupante è il comportamento scorretto nelle sale cinematografiche. Quelli che durante il COVID hanno fatto uso dello “streaming” a casa loro, stanno ora tornando in sala portando con sé abitudini private che riflettono una mancanza di rispetto per gli altri spettatori. È come se si sentissero autorizzati a infrangere le regole dopo una così lunga assenza. Prima del COVID, la regola non scritta era di non disturbare la visione del grande schermo tirando fuori i cellulari con i loro schermi luminosi e distraenti. Ora i cellulari sono ovunque e disturbano.
Alcuni spettatori si lamentano dei flash delle videocamere quando le persone postano i video dei film che stanno vedendo insieme. A volte è possibile trovare online interi film, anche se a frammenti. Quando il film diventa noioso, ci sono quelli che tirano fuori i loro schermi nelle sale buie, scorrono le e-mail, usano TikTok o ascoltano vido di YouTube ad alto volume. Qualcuno si scatta anche dei selfie nei punti salienti dei film.
Una nuova generazione di spettatori ha trasformato la sala cinematografica in un luogo privato da cui postare le proprie buffonate sui social media. Buffonate, appunto. Sembra che l’obiettivo sia quello di trasformare i film da esperienze passive ad esperienze attive. Ormai non si tratta più del film, ma di come lo spettatore guarda il film.
I teatri riferiscono di sfoghi di ubriachezza, risse ed esibizionismo all’interno dello spazio pubblico. Chi protesta contro dice di dover scegliere con molta cura le pellicole da andare a vedere a causa del numero e della volatilità dei trasgressori. Gli spettatori possono aspettarsi di sentir parlare ad alta voce o essere disturbati nelle entrate e nelle uscite. Alcune persone ballano durante i film. Gli ubriachi dialogano con i personaggi del film.
Le persone sono così abituate a fare quello che vogliono mentre trasmettono in streaming e postano da casa che, quando vanno al cinema, si vestono, parlano e si comportano senza alcun riguardo per gli altri.
Alcuni cinema ricorrono a video per ricordare alle persone come comportarsi durante la visione. Tuttavia, molti gestori si trovano bloccati tra la necessità di fare soldi con nuove folle di spettatori indisciplinati e l’obbligo di espellere coloro che causano disordine.
Lo spazio pubblico post-COVID è cambiato in peggio, distruggendo le fragili abitudini e i costumi che tutelavano l’interazione sociale. La nuova normalità consiste nell’aspettarsi un comportamento oltraggioso.
Altre abitudini sociali a rischio
Il declino della civiltà negli spazi pubblici non si limita a spettacoli e esibizioni. Altri abiti sociali, che hanno un impatto sugli affari, sull’istruzione e sulla fede, sono degenerati durante la pandemia e si stanno rivelando difficili da recuperare.
Il grande sconvolgimento si riflette in quanto segue:
- la riluttanza delle persone a tornare in ufficio dopo anni di lavoro online;
- il declino delle abilità necessarie per condurre con successo un pranzo di lavoro o delle riunioni di persona;
- la perdita di riverenza da parte di persone che hanno smesso di andare in chiesa;
- le difficoltà di recupero accademico e sociale degli studenti dopo due anni di isolamento.
La fuga dalla socievolezza e dalla virtù
La fuga dalla vita socievole durante la pandemia ha scatenato una mania di egocentrismo, di diritto e di comodità. Nella loro solitudine, le persone non si preoccupavano di come apparivano agli altri. Né prestavano attenzione alle relazioni sociali. Così, non si rendevano conto dell’importanza di quelle vecchie abitudini sociali che mantengono il buon funzionamento della società.
La pandemia ha quindi anche una dimensione morale che deve essere affrontata. Non ha solo devastato le linee di approvvigionamento, le istituzioni e l’istruzione. Ha contribuito alla distruzione della pratica della virtù che è alla base della civiltà. La violenza e il comportamento scorretto nei luoghi pubblici sono un triste riflesso di questa desolazione. Una volta dimenticate, queste abitudini non sono facilmente sostituibili.
La cosa peggiore è che questa fuga dalla virtù avviene in un periodo di decadenza sociale. La pandemia ha accelerato drammaticamente questo processo. Ora si prospettano cose peggiori. Non è sufficiente ripristinare le abitudini sociali in disfacimento. Il mondo ha bisogno di una rigenerazione morale per riportare i principi alla base delle abitudini sociali.
Fonte: Tfp.org, 29 Agosto 2023. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
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Come il Covid ha cambiato la società, per approfondire:
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