la Croce quotidiano 27 gennaio 2018
“Stampa e Regime” potremmo chiamare la selezione che l’ANM offre quotidianamente ai suoi iscritti sui temi della giustizia e della magistratura in Italia. Attenzione al contingente e tutela di casta sono i due dati fondamentali che emergono nell’ultimo mese, i cui articoli sono stati passati al setaccio per i lettori de “La Croce”
di Giuseppe Brienza
“Stampa e Regime” è la rassegna stampa che il «costipato e compiaciuto» Massimo Bordin – la definizione è di Antonio Socci – conduce dal lunedì al venerdì su Radio Radicale passando in rassegna vizi e virtù della classe dirigente italiana. Il titolo di questa trasmissione ci servirebbe proprio per parlare delle segnalazioni in tema di giustizia e magistratura che l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) cura e realizza sul suo sito www.ecostampa.com… Abbiamo scandagliato la selezione di pezzi nel periodo compreso tra il 21.12.2017 e il 20.01.2018 e, con nostra grande soddisfazione, tra i 194 che ne sono usciti (sezione “Primo Piano”) è stato incluso anche un fondo pubblicato sul nostro giornale (cfr. Giuseppe Brienza-Mauro Rotellini, I processi mediatici dal caso #Tortora in poi, in “La Croce quotidiano”, 9 gennaio 2018, p. 4).
Non v’è dubbio che quanto appaia sulla rassegna stampa del sito dell’ANM sia direttamente imputabile all’associazione stessa, nel senso che – salvo errori o sviste – la costruzione della rassegna stampa risponde sempre a precise indicazioni da parte del “committente”. Un esame, quindi, di questa rassegna può essere indicativo di come l’associazione cui aderisce circa il 90% dei magistrati italiani vede se stessa e la sua funzione in Italia.
L’ANM è «il potentissimo sindacato delle toghe italiane […], il cui tasso di sindacalizzazione, come lo chiamano gli addetti ai lavori, è […] pari al 93,5%», attesta Stefano Livadiotti nel libro “Magistrati l’ultracasta” (Bompiani, Torino 2009, pp. 259, € 17). E continua: «il motivo della straordinaria capacità di rastrellare consensi dell’ANM è molto semplice: il sindacato è, da sempre e di gran lunga, l’azionista di maggioranza assoluta del CSM». E il Consiglio Superiore della Magistratura – come abbiamo detto nel nostro articolo più sopra citato – esercita (a norma dell’art. 105 della Costituzione) i fondamentali poteri di assunzione, assegnazione, trasferimenti, promozioni e punizioni dei magistrati.
L’articolo 2 dello Statuto (del 2011) dell’ANM individua quali ne siano gli scopi, elencando, fra questi: dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali; propugnare l’attuazione di un Ordinamento Giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico; tutelare gli interessi morali ed economici dei magistrati, il prestigio ed il rispetto della funzione giudiziaria; dare il contributo della scienza ed esperienza della magistratura nella elaborazione delle riforme legislative, con particolare riguardo all’Ordinamento Giudiziario.
Il tutto asserendo che l’associazione non avrebbe carattere politico. Ognuno veda se quest’ultima asserzione non possa contrastare con gli scopi principali della stessa ANM.
Il ruolo delle correnti – in questo sistema – è essenziale. E le correnti hanno una precisa identificazione partitica. E l’unico scopo dei partiti è quello di conquistare il potere per farne ciò che ritengono giusto e fattibile.
Ed ecco quindi che l’esame dei 194 articoli della rassegna stampa può essere indicativo.
Raggruppando gli articoli per argomenti, risulta che 55 segnalazioni riguardano il tema delle intercettazioni. Ci ricordiamo le vicende che hanno portato alla approvazione della nuova disciplina delle intercettazioni, con le critiche che l’ANM ha mosso alla norma, incentrate su uno strapotere che la legge assegnerebbe alla polizia giudiziaria nella selezione delle intercettazioni, ed alla segnalazione di possibili mancati coordinamenti temporali o di possibili divieti all’utilizzo delle intercettazioni per reati che l’ANM reputa invece particolarmente rilevanti (cfr. www.associazionemagistrati.it).
Seguono poi 44 articoli relativi a fatti di cronaca, 36 relativi tout court alla cronaca politica, fra i quali spiccano le polemiche intorno al presunto, e sempre smentito dall’interessato, ruolo che il magistrato Piercamillo Davigo, che è stato presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati dall’aprile 2016 all’aprile 2017, potrebbe svolgere all’interno di un possibile governo pentastellato; quelle relative all’eterno Silvio Berlusconi e al declino del PD. Infine 19 articoli sulla querelle relativa alle “Scuole legali”, ossia a quegli istituti formativi che preparano i magistrati ai concorsi per l’accesso alla magistratura. La questione assunse particolare rilevanza – come si ricorderà – in relazione a presunte molestie sessuali che avvennero all’interno di una di queste scuole.
Le quattro categorie menzionate riguardano quindi oltre il 79% dell’universo mediatico esaminato e proposto dall’organo rappresentativo della magistratura italiana. Palese è il concentrarsi della attenzione sul contingente, sul momento. Ma non è sufficiente nemmeno questo.
In un periodo in cui si discute di condanne sproporzionate rispetto ai reati commessi, di giudici corrotti che patteggiano (in maniera lecita) condanne di gravità pari a quelle inflitte per il furto di una bottiglia di vino (cfr. www.malagiustizia.org, 02.11.2017), di errori giudiziari che rovinano la vita ai cittadini e di favori nel Tribunale di Pisa (v. lo stesso sito, news del 20.01.2018). In questo periodo, dicevamo, l’attenzione dell’ANM si concentra su altro.
Dobbiamo renderci conto che l’ANM non è più un’associazione di natura “alta”, ma un soggetto politico a pieno titolo, le cui azioni sono da valutare in quest’ottica. Intendiamoci, la mutazione di questa Associazione non è di per sé negativa. La persona umana ha bisogno della vita sociale e «ogni comunità si definisce in base al proprio fine e conseguentemente obbedisce a regole specifiche», insegna il Catechismo della Chiesa cattolica (CCC). E precisa ulteriormente: «al fine di favorire la partecipazione del maggior numero possibile di persone alla vita sociale, si deve incoraggiare la creazione di associazioni e di istituzioni d’elezione».
Ma la sussidiarietà non può essere spinta fino ad usurpare i poteri della società superiore. Secondo il capitolo 1884 CCC: «Dio non ha voluto riservare solo a sé l’esercizio di tutti i poteri. Egli assegna ad ogni creatura le funzioni che essa è in grado di esercitare, secondo le capacità proprie della sua natura. Questo modo di governare deve essere imitato nella vita sociale».
Ecco, ci sembra che il ruolo dell’ANM sia andato oltre le funzioni che sarebbero state tipiche della sua natura. Anche l’esame della sua rassegna stampa “istituzionale”, crediamo, stia lì a confermarlo ed evidenziarlo.