CINA _ Nelle campagne l’80% dei malati gravi muore in casa senza una cura adeguata. Il governo sta avviando un progetto cooperativo fra i malati e borse di studio per i dottori.
Secondo Zhu “solo il 30% della spesa della sanità è a beneficio dei contadini, che sono il 70% del totale della popolazione. Dall’altra parte, gli abitanti delle aree urbane (il 30% nel paese) possono contare sul 70% del budget previsto per il settore sanitario, comprese le sovvenzioni governative”.
La Sanità è uno dei ministeri cinesi meno potenti e meno finanziati. Secondo il World Health Report, il sistema sanitario cinese è fra i peggiori al mondo, al 189mo posto su 191 nazioni. Per frenare lo scontento e rischi di possibili epidemie, il governo ha avviato una sperimentazione per un nuovo modello di cooperative sanitarie in 310 contee nelle campagne. Il progetto mira a garantire le cure mediche di base ai contadini che hanno contratto gravi malattie e non hanno alcuna assistenza sanitaria.
Ogni contadino versa 10 yuan (poco meno di 1 euro) all’anno e il governo ne mette altri 20 per ogni membro: secondo il vice-ministro della sanità la proposta è stata accolta con favore dalla popolazione agricola e oltre 69 milioni di contadini hanno aderito all’iniziativa. I fondi raccolti ammontano a 3,02 miliardi di yuan (circa 280 milioni di euro): con questi soldi sono state rimborsate 42 milioni di persone, per una cifra pari a 1,4 miliardi di yuan. Grazie al fondo assistenziale è possibile coprire, in media, il 27,25% delle spese ospedaliere complessive.
Secondo Zhu Qingsheng il governo è intenzionato ad allargare il progetto cooperativo a 500 contee entro il prossimo anno e a diffonderlo in tutto al paese entro il 2010. Il progetto sarà sviluppato in maniera graduale, per evitare gli errori commessi in passato: negli anni ’60, un sistema cooperativo obbligatorio si è rivelato poi fallimentare.
Il Ministero cinese della sanità ha chiesto al Ministero dell’istruzione di offrire borse di studio in medicina per studenti delle zone agricole e rurali: i neolaureati potranno poi tornare nelle zone d’origine e svolgere un periodo di tirocinio. Un’analoga proposta potrebbe coinvolgere anche i dottori delle aree urbane, ai quali si chiede di esercitare la professione nelle campagne prima di intraprendere la carriera in città.
Il governo vorrebbe anche varare un aggiornamento professionale per 1,2 milioni di dottori che risiedono nelle campagne, allontanando poi dall’incarico chi non ha un livello adeguato di preparazione.
Fin dal marzo scorso il ministero della sanità aveva espresso il desiderio del governo di incoraggiare la privatizzazione degli ospedali per risollevarli da una crisi finanziaria sempre più marcata. Gli investimenti, di privati e stranieri, riguardano in particolare le aree rurali e agricole, le più colpite dalla mancanza di fondi.