Contraccezione, anticamera dell’aborto

contraccezione anticamera dell'abortoAbstract: contraccezione, anticamera dell’aborto. I motivi per dire no alla contraccezione, contraddizione al fine primario del matrimonio, che è la procreazione e l’educazione della nuova vita (Pio XII). Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno anche evidenziato come la contraccezione, costituisca anche un attacco al fine secondario del matrimonio. Questi, in definitiva, sono i motivi principali per cui la contraccezione va combattuta in sé stessa e non solo in funzione della possibile abortività di determinate tecniche contraccettive.

Radici cristiane N. 178 novembre- dicembre 2022  

Ecco perché dire no alla contraccezione  

Come afferma Pio XII, «il matrimonio ha come fine primario ed intimo la procreazione e l’educazione della nuova vita». La contraccezione rappresenta dunque un’esplicita contraddizione a tal fine primario del matrimonio, per cui l’enciclica Casti Connubii precisa: «Non vi potete ragione alcuna sia pure gravissima, che valga a rendere conforme a natura ed onesto ciò che è intrinsecamente contro natura». Ecco perché la contraccezione va combattuta in se stessa in non solo in funzione della possibile abortività di determinate tecniche contraccettive.

di Fabio Fuiano

Da lungo tempo il mondo pro-life combatte, giustamente, l’aborto in quanto soppressione diretta ed intenzionale sì di un essere umano innocente nel grembo materno. Infatti, è abbastanza semplice, per chi preserva un senso e la ragione, riconoscere i misso un male intrinseco, da contrastare Virgo seppure non sempre sia chiaro come tale battaglia per la vita debba necessariamente includere anche quelle norme, che lo legalizzano (ad esempio, la legge 194/ 78). Ma qui ci si vuole soffermare su di un aspetto decisamente meno “scontato” e di gran lunga più ostico: quello della contraccezione, intesa come «regolamentazione delle nascite, viziata o per l’intenzione di chi la compie o per i mezzi posti in opera per attuarla» come recita il dizionario di Teologia Morale Roberti-Palazzini. Recentemente, anche all’interno della Chiesa, ti sono stati preoccupanti segnali verso una revisione della dottrina sul tema pertanto, urge a dissipare la confusione nell’attuale dibattito, in quanto questa mette in pericolo direttamente la salvezza delle anime e, come si sa, «salus animarum suprema lex»: la salvezza delle anime è la legge suprema della Chiesa.

EFFETTO ABORTIVO ED EFFETTO CONTRACCETTIVO

Dallo studio dei diversi mezzi contraccettivi, in special modo quelli ormonali (ad esempio: pillola del giorno dopo o pillola dei cinque giorni dopo), è emerso come essi possano presentare dei meccanismi d’azione volti non solo ad impedire l’incontro dei gameti maschile e femminile (ciò che poi l’effetto contraccettivo strictu sensu ) ma talvolta anche ad ostacolare l’impianto in utero dell’ovulo già fecondato, essere umano in nuce, provocandone direttamente la morte (effetto abortivo e non più contraccettivo). Ciò ha spinto numerosi prolife ad assumere una posizione contraria a questa tipologia di “contraccettivi” (tra i quali rientrano anche la spirale ed altre metodologie), però non alla contraccezione in sé anzi, talune ancora ritengono che essa possa essere una valida alternativa all’aborto salvo poi scoprire che, proprio nei paesi con più alti tassi di contraccezione, il fenomeno abortivo è ben lungi dall’esser diminuito. D’altra parte, c’è chi si trova molte volte sprovvisto di argomenti, quando si obietti che esistono, oggettivamente, prodotti operanti solamente con effetto contraccettivo, come ad esempio i cosiddetti “contraccettivi di barriera” (condom sia maschili che femminili). È fondamentale analizzare i fini dell’atto e capire che siano meno conformi alla natura dell’uomo punto

Anzitutto, è necessario ribadire che il tema non può essere compreso appieno senza un’idea chiara di cosa sia il matrimonio e i fini che esso si prefigge parentesi fini senza i quali non c’è matrimonio. Escludiamo dalla trattazione tutti quegli atti effettuati al di fuori del vincolo coniugale che, secondo l’insegnamento perenne della Chiesa, costituiscono sempre un intrinseco disordine e sui quali, dunque, non dovrebbero esserci dubbi circa l’illecita morale (il condizionale, purtroppo, è d’obbligo).

IL FINE PRIMARIO DEL MATRIMONIO

I suddetti fini sono stati mirabilmente descritti da Papa Pio XII in un discorso tenuto all’Unione Cattolica Italiana Ostetriche, il 29 ottobre del 1951: «La verità è che il matrimonio, come istituzione naturale, in virtù della volontà del Creatore non ha come fine primario ed intimo il perfezionamento personale degli sposi, ma la procreazione e l’educazione della nuova vita. Gli altri fini per quanto anch’essi intesi dalla natura, non si trovano nello stesso grado del primo e ancor meno gli sono superiori, ma sono adesso essenzialmente subordinati. Ciò vale per ogni matrimonio, anche se infecondo»

Per chi ritenga che un tale insegnamento va a scapito del fine univo del matrimonio, il Pontefice risponde, nel medesimo documento: «Si vuole forse con ciò negare o diminuire quanto vi sia di buono e di giusto nei valori personali da matrimonio? Non certamente, poiché alla procreazione della nuova vita il Creatore ha destinato nel matrimonio esseri umani fatti di carne e di sangue, dotati di spirito e di cuore ed essi sono chiamati, in quanto uomini e non come animali irragionevoli, ad essere gli autori della loro discendenza. A questo fine il Signore vuole l’unione degli sposi».

Questo insegnamento, seppure rilassato nel Magistero più recente (i due fini non vengono più esplicitamente dichiarati come subordinati l’uno all’altro), rimane pur sempre valido, perché fondato nella Tradizione della Chiesa e nella Sacra Scrittura (cfr. Genesi, 27-28 e 2, 18-23).

SAN TOMMASO E IL MALE DELLA CONTRACCEZIONE

E’ interessante notare come San Tommaso d’Aquino paragoni il matrimonio alla nutrizione, argomentando che il matrimonio tende di per se alla procreazione, proprio come la nutrizione ha come fine principale la conservazione della vita (Supplemento della Summa, q.65, a. 1). E non si ferma qui, ma classifica il male della contraccezione immediatamente  dopo l’omicidio, in quanto io primo distrugge la natura umana e il secondo la previene dal venire all’essere (Contra Gentes 1, 3, c. 122).

Ebbene, la contraccezione è un’esplicita contraddizione del fine primario del matrimonio, motivo per cui Pio XI, nella sua enciclica Casti Connubi del 32 dicembre 1930, affermò: «Non vi può essere ragione alcuna, sia pure gravissima, che valga a rendere conforme a natura e onesto ciò che è intrinsecamente contro natura. E poiché l’atto del coniugio è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che all’usarne lo rendono studiosamente incapace di questo effetto, operano contro natura, e compiono un’azione turpe e intrinsecamente disonesta».

E’ utile aggiungere  che, nelle recenti encicliche Humanae Vitae (25 luglio 1968 di Paolo VI e Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II (22 novembre 1981), si è evidenziato  come la contraccezione, costituisca anche un attacco al fine secondario del matrimonio.

Questi, in definitiva, sono i motivi principali per cui la contraccezione va combattuta in sé stessa e non solo in funzione della possibile abortività di determinate tecniche contraccettive. Limitare la discussione a quest’ultimo aspetto risulterebbe miope e non permetterebbe un integrale contrasto del mae insito in questi atti e delle sue conseguenze più gravi, prima fra tutte una mentalità profondamente edonista (che relega il fine dell’atto coniugale al solo piacere) causa di gravi delitti, come l’aborto procurato, extrema ratio di una contraccezione che, non di rado, fallisce.

__________________________________

Sulla contraccezione

Gli insospettabili paradossi del legame tra contraccezione e aborto

Ecco gli aborti causati dalla contraccezione