di Alessandro Pagano
e Domenico Bonvegna
Non è una bufala, qualche settimana fa il settimanale Il Domenicale ha lanciato una notizia veramente sensazionale: «Si fanno cristiani 667 islamici all’ora, 16mila al giorno, 6 milioni all’anno. Sono numeri enormi». Se i fatti sono questi la preoccupazione per una presunta invasione islamica dell’Europa per certi versi, può essere meno preoccupante.
“Secondo il London Times, il 15% circa dei musulmani residenti in Europa hanno lasciato l’islam. In Gran Bretagna sono attorno alle 200mila unità e in Francia si calcola che ogni anno 15mila islamici diventino cristiani: più o meno 10mila cattolici e il resto protestanti”. (Guglielmo Piombini, Frotte in fuga dall’islam cercano chiese, 3.5.08 Il Domenicale).Il numero dei musulmani in Africa è diminuito notevolmente rispetto al secolo scorso, mentre i cattolici sono aumentati da un milione del 1902 a circa 330 milioni.
Magdi Cristiano Allam, che è stato battezzato nella veglia pasquale direttamente da Benedetto XVI, l’aveva detto che il fenomeno delle conversioni dall’islam al cristianesimo è abbastanza diffuso.
Nel 2006 lo sceicco Ahmad al-Qataani, intervistato da Al-Jazeera, pronunciò parole allarmate. “È probabile che al-Qataani abbia gonfiato i numeri per accrescere l’allarme tra i propri correligionari, – scrive Piombini – ma le sue dichiarazioni rivelano un trend sempre più chiaro: malgrado le minacce di morte e le persecuzioni che subiscono gli “apostati, nel mondo le conversioni dall’islam al cristianesimo sono molto più numerose di quelle in senso contrario”.
Certamente esiste una crescita numerica dell’islam (come ha riconosciuto il Vaticano) che ha superato il cattolicesimo come religione più praticata nel mondo, ma questo si deve perché nei Paesi islamici è alta la natalità, mentre la crescita del cristianesimo avviene per via delle conversioni adulte.
Il personaggio che le autorità religiose islamiche temono di più è il sacerdote copto Zakaria Botros, definito dal giornale arabo al-Insan al-Jadid «il nemico pubblico numero uno dell’islam». I suoi programmi trasmessi via satellite dagli Stati Uniti, nei quali discute da un punto di vista cristiano gli aspetti più problematici del Corano (la guerra santa, l’inferiorità delle donne, la lapidazione e così via), hanno provocato conversioni clandestine di massa al cristianesimo.
La sua perfetta conoscenza della lingua araba e delle fonti islamiche gli permette di raggiungere un vasto pubblico mediorientale, e gli spettatori rimangono colpiti dalla frequente incapacità degli ulema, che spesso scelgono il silenzio, di rispondere in maniera convincente alle sue osservazioni. La ragione ultima di questo successo è che, diversamente da certe controparti occidentali che criticano l’islam solo da un punto di vista politico, l’interesse principale di Botros è la salvezza delle anime.
In tutto il Medio Oriente c’è un rifiuto per l’autoritarismo politico, l’intolleranza, la violenza e il terrorismo legati al fondamentalismo islamico, molti uomini e donne si sono avvicinati al cristianesimo. Perfino in Iran pare che un milione di persone si siano segretamente convertite al cristianesimo evangelicale negli ultimi cinque anni.
Un fenomeno simile si sta ripetendo nell’Iraq in guerra, dove sempre più persone, stanche di subire le conseguenze del terrorismo di al Qaida e delle violenze dell’estremismo religioso, ascoltano con scetticismo crescente i discorsi dei loro capi religiosi. Secondo il pastore protestante Paul Ciniraj, si stanno convertendo al cristianesimo centinaia, migliaia d’islamici in Afghanistan, in Kazakistan, Uzbekistan, ma anche in Algeria, in Marocco, in Sudan. Conversioni segretissime sembrano verificarsi addirittura tra i palestinesi. Fra le motivazioni principali c’è il disgusto per la violenza islamista.
Quel che colpisce è l’attivismo delle Chiese protestanti, evangelicali e pentecostali che operano per le conversioni mentre più timida è invece l’attività missionaria di diversi cattolici. Il padre gesuita Samir Khalil Samir, uno dei massimi esperti cattolici dell’islam, consigliere del Papa, testimonia, per esperienza personale, che nei Paesi islamici molto clero cattolico, per paura o per un malinteso “ecumenismo “, cerca di dissuadere le conversioni.
(A.C. Valdera)