Cristiani sempre più perseguitati: fattore islam e regimi comunisti

Atlantico 18 Gennaio 2025

di Anna Bono

380 milioni di cristiani ogni giorno corrono il rischio di essere perseguitati per la loro fede: uno ogni sette, globalmente, uno ogni cinque in Africa, due ogni cinque in Asia e uno ogni 16 in America Latina. È quanto emerge dalla World Watch List (WWL), un rapporto sulla condizione dei cristiani nel mondo pubblicato ogni anno nel mese di gennaio da Open Doors, l’associazione internazionale impegnata dal 1955 a sostenere con preghiere e aiuti materiali i cristiani in difficoltà. L’edizione 2025 della WWL riguarda il 2024, per la precisione il periodo che va dal 1 ottobre 2023 al 30 settembre 2024.

I numeri della persecuzione

Nei 100 paesi monitorati in quei 12 mesi 4.476 cristiani sono stati uccisi in odio alla fede, 4.744 sono stati arrestati e detenuti arbitrariamente, 28.368 abitazioni e attività economiche di proprietà di cristiani sono state danneggiate o distrutte, 7.679 chiese e strutture religiose sono state attaccate, hanno subito danni in certi casi irreparabili oppure sono state costrette a chiudere per ordine delle autorità governative o per gravi problemi di sicurezza.

Inoltre, spiega Open Doors, la persecuzione assume anche altre forme che riguardano quotidianamente le varie sfere della vita: privata, famigliare, comunitaria, ecclesiale e pubblica. Sono violenze verbali, vessazioni, soprusi, discriminazioni, intimidazioni, vari gradi di emarginazione sociale, economica e politica, limitazioni, fino alla negazione, della libertà di culto e ogni altra manifestazione di ostilità e intolleranza motivate dal fatto di essere cristiani.

Oltre una certa soglia queste forme di persecuzione diventano insostenibili. Allora, ed è un fenomeno in crescita, individui e famiglie disperati diventano profughi – sfollati e rifugiati – indotti dall’insicurezza e dalla precarietà delle condizioni di vita. In aumento è anche il numero de cristiani “invisibili”, che cioè nascondono la loro scelta di fede. A farlo sono soprattutto i convertiti da altre religioni che spesso, se scoperti, vengono isolati e ripudiati dai loro stessi famigliari.

Persecuzione “estrema”

Il rapporto di Open Doors comprende ogni anno l’elenco, in ordine decrescente, dei 50 paesi in cui la vita dei cristiani – circa 310 milioni – è più difficile. Di ognuno vengono descritti nel dettaglio le forme di persecuzione subite, i livelli di persecuzione – estremo, molto elevato, elevato – e chi ne è responsabile. Quest’anno sono 13 i paesi in cui il livello di persecuzione è stato classificato come estremo (erano 11 nella WWL 2024). Negli altri 37 il livello è classificato come molto elevato. Qui il link per accedere alla versione italiana della WWL 2025.

Il fattore islam

Scorrendo l’elenco, il fatto che salta agli occhi è il ruolo svolto dall’islam, le sue enormi responsabilità. Sono musulmani otto – Somalia, Yemen, Libia, Sudan, Pakistan, Iran, Afghanistan, Arabia Saudita – dei 13 paesi in cui la persecuzione è estrema e anche in un altro, la Nigeria, dove la popolazione è per circa la metà musulmana, la minaccia ai cristiani è rappresentata dalla presenza nel nord est di due tra i più feroci gruppi jihadisti – Boko Haram, affiliato ad al Qaeda, e Iswap, affiliato all’Isis – e nelle regioni centrali dall’etnia Fulani, islamica.

La Nigeria, che è al 7° posto, dopo l’Eritrea e prima del Pakistan, si conferma il paese in cui vengono uccisi più cristiani: 3.100 quest’anno, sul totale di 4.476. Anche in 28 dei 37 stati nei quali il livello di persecuzione è molto elevato l’islam è il fattore principale o uno dei fattori determinanti che alimentano odio e intolleranza.

È il caso, ad esempio, della Repubblica democratica del Congo dove il 93 per cento della popolazione è cristiana e tuttavia, soprattutto da alcuni anni, i cristiani sono vittime delle Forze democratiche alleate (Adf), un gruppo jihadista originario dell’Uganda e affiliato all’Isis, che li rapisce e uccide e attacca chiese e strutture religiose. Il Congo rispetto alla WWL 2024 è risalito di sei posti e occupa il 35°.

Fattori da evidenziare in generale sono il ruolo e la responsabilità dei governi nel determinare il livello di persecuzione. I governi di Giordania, Pakistan, Egitto e di altri stati a maggioranza islamica danno segnali e compiono atti concreti in favore dei cristiani cercando di contrastare i gruppi jihadisti e l’intolleranza diffusa nella popolazione. Qualche risultato lo ottengono, sebbene con difficoltà, e almeno offrono ai cristiani il conforto di non sentirsi del tutto abbandonati e indifesi.

Cina e India

Tutti i residui regimi comunisti vedono nella religione una minaccia e, se pure ammettono la presenza di fedeli, li sottopongono a controlli e a limitazioni nella pratica religiosa. È quel che succede in Cina, specie dopo l’adozione del piano di sinicizzazione della religione cristiana avviato nel 2018.

L’India è l’altro grande paese in cui i cristiani scontano la presenza di un governo che non li tutela. Dal 2014 è guidata dal primo ministro Narendra Modi e dal suo partito nazionalista indù, il Bjp, e da allora i fondamentalisti indù hanno intensificato violenze e vessazioni nei confronti dei cristiani e le campagne di diffamazione volte a rendere la popolazione ostile e diffidente nei loro confronti. La Cina è salita dal 19° all’11° posto nella WWL 2025. L’India è stabilmente all’11°.

Corea del Nord

Ma è il regime totalitario della Corea del Nord a esercitare il livello più estremo di persecuzione nei confronti dei cristiani, e di qualsiasi religione. Persino pregare in privato, a casa propria e possedere libri religiosi è proibito. I trasgressori vengono puniti con la deportazione nei durissimi campi di lavoro forzato, una pena alla quale pochi sopravvivono.

Anche i famigliari, benché innocenti, rischiano l’arresto e i lavori forzati e questo a volte li induce alla delazione, nella speranza di essere risparmiati. La Corea del Nord ha sempre occupato la prima posizione nelle WWL, ad eccezione della WWL 2022 nella quale è stata superata dall’Afghanistan.

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