di Ariel Levi Di Gualdo
Dan Brown è una Wanna Marchi del best seller, ma con un distinguo: la Marchi ha avuto il coraggio di andare in onda dalle aule di tribunale, mentre Brown, venduto Cristo per trenta milioni di dollari col suo Codice da Vinci, si è chiuso nel silenzio dell’incolto che non ha nulla da dire. Almeno Giuda ebbe le palle per impiccarsi.
Il Novecendo si è retto sulla dinamica amico.nemico. Il Liberalismo nato dall’Illuminismo e il Comunismo nato dal Marxismo divisero il mondo in buoni e cattivi. Il Comunismo collassa sulle sue utopie, il Liberalismo si muta in liberalismo selvaggio e rimane padrone unico.
Nei Paesi di scarsa tradizione democratica, come l’Italia e la Turchia, lo pseudo liberalismo origina la stagione della democrazia senza libertà; e quando finirà di mangiar ciò che lo circonda mangerà se stesso, causando maggiori danni del Comunismo. Questo pericolo era chiaro a Paolo VI, che nel 1967 scrisse la Populorum Progressio. Il liberalismo selvaggio tende a decostruire la società e annientare quei valori che la Chiesa vuol salvare. Alla Chiesa è così imposto un alto prezzo per le sue posizioni in materia di aborto, guerra e matrimoni gay.
I tanti Brown di questo secolo colmano di mortifero veleno la sete vivifica di spiritualità che ha lasciato l’uomo orfano di Dio. Se così non fosse, un uomo come Giovanni Paolo II avrebbe mai definito il Comunismo «un male necessario»? Alla società del Terzo Millennio, orfana di un nemico, l’autore del Codice ne ha dato uno: l’Opus Dei.
Perché non ha scelto altri nemici? Ma perché se avesse usato il Benè Berit, istituzione ebrea simile all’Opus Dei, avrebbe conosciuto la gogna dei tribunali, ed il suo editore ridotto sul lastrico oggi mendicherebbe per strada. Perché non usare come nemici gli integralisti islamici? Ma perché toccando certi religiosi ci saremmo ritrovati con le teste sgozzate, con tanto di filmati mandati in onda sulla Rete che esprime il meglio del pluralismo arabo: Al Jatzira.
Colpire Cristo vuol dire eliminare il pilastro sul quale si fonda la Cristianità. Non serve dire: «L’ho fatto per fiction». Se per fiction qualcuno insultasse la memoria di mio padre, io gli romperei la testa, poi gli direi: «E ora ragioniamo». Dinanzi a quest’ennesimo attacco la mia Comunità ha taciuto, mentre da parte Cattolica, se qualcuno leva un sospiro verso noi ebrei, la Chiesa è la prima a difendere la nostra fede, che in gran parte è poi fede comune.
I maestri cattolici del dialogo non capiscono che stanno dialogando con se stessi. Lo capiscano, se non vogliono seguitare a prendere calci in bocca, ma soprattutto la smettano di chiedere perdono per aver graffiato coi denti la punta delle scarpe al loro aggressore.