L’anno che sta trascorrendo è stato caratterizzato, specialmente nei mesi iniziali, dalle celebrazioni per il centenario darwiniano. Una pubblicazione che ha impostato nel modo più equilibrato gli approfondimenti su Charles Darwin, le teorie e le dottrine che da lui sono scaturite è stata la rivista Nuova Secondaria.
Nei suoi editoriali, da diversi anni, affronta il tema dell’evoluzione e dell’evoluzionismo specialmente dal punto di vista della precisazione terminologica. Quell’esplicatio terminorum che forse è troppo assente dai dibattiti e dalle conferenze generando confusione tra i lettori e gli ascoltatori. Si confonde evoluzione con evoluzionismo, si sovrappongono discussioni scientifiche con discussioni filosofiche e teologiche evitando di distinguere gli ambiti.
I lettori del prof. Agazzi non rischiano di fare alcuna confusione e anche nel 2009 è proseguito il lavoro, certosino, di chiarimento sui termini e sulla storia dell’evoluzione non tralasciando il dibattito. Quest’ultimo ha visto autorevoli interventi spaziare dalla biologia alla teologia, dalla filosofia alla storia della scienza.
Il n. 8, aprile 2009, dedica 15 pagine a studi di approfondimento e di dibattito che si aprono con la traduzione di un articolo del biologo americano Jonathan Wells che squarcia un velo sulle falsità che continuano ad essere ripetute nella manualistica scolastica. L’articolo, comparso nel gennaio del 2001 su American Spectator, mantiene la sua attualità ed è accompagnato da immagini di pagine tratte da manuali in uso nelle nostre scuole.
Segue un’interessante profilo di St. George Jackson Mivart (1827-1900) tracciato da Francesca Bigoni dell’Università di Firenze e da Lodovico Galleni, dell’Università di Pisa. Mivart, grande studioso di anatomia, non era del tutto convinto che nuove specie si fossero formate per un lento e graduale accumulo di piccole modificazioni per opera della selezione naturale e propose una spiegazione alternativa molto simile a quella denominata degli equilibri punteggiati sviluppata nel 1972 da Eldredge e Gould. Ma anzitutto Mivart fu un determinista convinto in opposizione al casualismo di Darwin.
Segue uno studio di Andrea Bartelloni dell’Osservatorio sull’Editoria e i Libri di Testo, che, riprendendo il lavoro di J. Wells, esamina la manualistica italiana e la confronta con le falsità prese in esame dal biologo statunitense. Ne risulta che, dalla scuola primaria fino all’università, il panorama risulta monotono: rarissime le opinioni fuori dal coro e molte le falsità riproposte ai nostri figli.
Il dibattito si chiude con alcune riflessioni sul rapporto tra scienza e fede di Mario Bossa dell’Università «La Sapienza» di Roma che, su questo rapporto, citando dal discorso pronunciato a Regensbug nel 2006 da Papa Benedetto XVI, si sofferma sulla ragionevolezza della fede in un Dio creatore e sull’ attenzione alle cose che scientificamente non si possono trovare, al domande principali che l’uomo si pone: quel “da dove” e “verso dove”.
A questi interrogativi non può rispondere una “coscienza” soggettiva – osserva ancora Benedetto XVI- che rischia di portare ethos e religione nell’ambito della discrezionalità personale che intrisa di evoluzionismo si è dimostrata altamente insufficiente. Lo studio di Bossa, riporta le critiche di Lodovico Galleni nei riguardi dell’ intelligent design e propone la lettura del Tascabile dell’Apologetica Cristiana (Ares, 2006) alla ricerca di un equilibrio tra creazione ed evoluzione.