Caro direttore,
dopo i silenzi, eloquenti, di mons. Negri e del cardinal Caffarra, le esternazioni, piuttosto chiare, di mons. Crepaldi, anche il vescovo di Ravenna- Cervia ha detto la sua sulla legge sulle dat: “aprirà una strada verso l’eutanasia. Se apro un foro in una diga (anche piccolo) prima o poi la diga crolla. Ce ne accorgiamo che cresce l’idea che l’uomo sia “padrone “ della vita e ne possa fare ciò che vuole?!”.
L’ordine dei medici di Milano, uno dei più numerosi d’Italia, dal canto suo, ha fatto eco alle posizioni di “Medicina e persona”, i medici vicini a Cl. All’unanimità hanno criticato le DAT, “di cui riteniamo sia una criticità decisiva la possibilità di espressione “ora per allora” su un qualcosa che non si conosce” e la legge nel suo complesso: “La Legge proposta è ridondante dal punto di vista normativo posto che già esistono norme a tutela della Persona; 2 La Legge proposta è disumanizzante, interferendo nel rapporto medico-paziente, sostituendolo con le altre figure previste (commissioni, tutori giuridici ecc.)..”.
Si allarga sempre più il fronte dei perplessi, e non tra gli eutanasisti, ma al contrario…
Rimane una domanda: con i duemila emendamenti previsti, cosa ne uscirà fuori? Inevitabilmente, temo, un pastrocchio terrificante… cordialmente
Francesco Agnoli