Dal sito http://www.carlogiovanardi.it/
Potete ingannare tutti per qualche tempo ed alcuni per tutto il tempo ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo.
(Abramo Lincoln)
Il Consiglio d’Europa con raccomandazione del 31 marzo 2010 CM/REC (2010)5 si è rivolto agli stati membri invitandoli a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Per quanto riguardava l’ISTRUZIONE ai punti 31 e 32) il Consiglio d’Europa proponeva “la comunicazione di informazioni oggettive sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, …”, aggiungendo che “tali misure dovrebbero tener conto del diritto dei genitori di curare l’educazione dei loro figli”. (doc.1) leggi il documento originale. clicca qui
Con l’ art. 7 del decreto legislativo 9 luglio 2003 n. 215 “Attuazione della direttiva 2000/43/ce per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica”, venne costituito l’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, avendo come compito quello della “promozione delle parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e sull’origine etnica” . (Doc. 2); leggi il documento originale. clicca qui!
Con un vero e proprio colpo di mano il Ministro del Lavoro del Governo Monti, Elsa Fornero, assegnava all’UNAR con un semplice atto amministrativo, scavalcando la legge in vigore, l’attuazione di obiettivi operativi rilevanti in materia di prevenzione e contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, e, in particolare, la definizione di una Strategia nazionale in collaborazione con il Consiglio d’Europa: (Doc. non recuperabile)
L’UNAR viene affidato al militante Marco De Giorgi, che si affretta, travolgendo oggettività e diritto delle famiglie di educare i figli, raccomandati dal Consiglio d’Europa, a circondarsi. Di
ben 29 associazioni Lgbt (lesbiche gay, bisessuali, transessuali) come consulenti a cui affidare la “Strategia nazionale” sui temi Lgbt. Ecco allora che l’UNAR si inserisce prepotentemente nelle scuole come dimostra l’invito alla settimana nazionale contro la violenza e le discriminazioni, organizzata dal ministro della Pubblica Istruzione e dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento Pari Opportunità – UNAR (doc. 4) leggi il documento originale. clicca qui
Marco De Giorgi è stato confermato alla guida dell’UNAR dal Governo Renzi malgrado l’incredibile tentativo, al tempo del Governo Letta, di distribuire nelle scuole i famigerati libretti in cui si sosteneva che a far nascere l’omofobia sono lo Stato, la famiglia e la religione. Anzi, più una persona è religiosa, più è omofoba. La dottoressa Maria Cecilia Guerra, che all’epoca era Vice Ministro del Lavoro e delle politiche Sociali con delega alle pari opportunità ha dichiarato il 16 febbraio 2014 che: “quel materiale didattico è stato realizzato senza che io ne fossi informata e senza nessun accordo con il MIUR ed ha aggiunto che è stato l’UNAR ad autorizzare la diffusione dello stesso materiale (con il logo del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri)” senza che il direttore De Giorgi me ne desse alcuna informazione, nè che io fossi a conoscenza degli esiti della ricerca, di cui del resto ignoravo addirittura l’esistenza.” Per questo atteggiamento il Vice ministro Guerra aveva inviato una formale nota di demerito a De Giorgi affermando che “una materia sensibile come quella dell’educazione alla diversità richiede particolare attenzione ai contenuti e al linguaggio” e che “non è inoltre accettabile che materiale didattico su questi argomenti sia diffuso fra gli insegnanti da un Ufficio delle Pari Opportunità senza alcun accordo con il MIUR” (doc. 5) leggi il documento originale. clicca qui
A tutto questo si aggiunge il disegno di legge Fedeli (PD) firmato da 40 senatori intitolato “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università” con il quale si intende stanziare 200 milioni di euro per portare avanti le finalità della legge il cui art. 1 recita testualmente: “art. 1) Nelle scuole di ogni ordine e grado si adottino misure educative volte alla promozione di cambiamento nei modelli comportamentali al fine di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondate sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza e sopprimere gli ostacoli che limitano di fatto la complementarità fra i sessi nella società”.” (doc.6) leggi il documento originale. clicca qui