Piero Mainardi
osservatorio2000@virgilio.it
Sono passati più di dieci anni da quando l’Osservatorio Permanente sui Libri di Testo, all’epoca emanazione dell’associazione Gymnasium, iniziò il suo lavoro sui manuali scolastici. Era la fine degli anni novanta e la manualistica risentiva ancora della storiografia che andava per la maggiore nel secolo scorso: quella che era influenzata notevolmente dal pensiero marxista.
Molte di queste illusioni si sono dissolte col crollo dei muri e con le continue difficoltà della società contemporanea: difficoltà economiche, ma, più che altro di ordine sociale, antropologico e morale. Il 2000 si è aperto con nuovi fronti di instabilità e il crollo delle ideologie ha lasciato un mondo (mi riferisco a quello occidentale) sempre più incline al nichilismo. Ma è il relativismo ad aver preso campo.
In quasi tutti i campi del sapere la verità sembra che non esista. Solo l’evoluzione del mondo dalla materia inanimata su su fino all’uomo moderno è una verità assoluta e indiscutibile, anzi tanto valida che è entrata in tutti i campi della conoscenza. Tutto il resto è opinabile.
Restano sempre molti luoghi comuni che aumentano progressivamente man mano che la storia si fa attualità, mentre lo sguardo sulle epoche più lontane risulta più distaccato e obbiettivo. Può sembrare un passo avanti che lo studente si trovi di fronte a delle alternative del tipo: Tizio pensa così, Caio la vede in un altro modo, ma, se riflettiamo bene, questo tende a relativizzare tutto, a far scomparire la verità che diventa una, nessuna o centomila per parafrasare una maestro del relativismo moderno: Luigi Pirandello.
Ma il quadro presenta anche delle tinte meno fosche. Dopo aver preso in esame un certo numero di manuali di storia (16 tra scuola media inferiore e superiore) si aprono spiragli che lasciano ben sperare per un futuro con testi sempre meno ideologizzati e attenti alla realtà dei fatti. Ovviamente gli autori hanno il loro bagaglio culturale e di idee che traspare dalla lettura, ma che in certi casi è di stimolo alla riflessione e al confronto culturale.
In questa prima fase del nostro studio vogliamo fornire tre indicazioni che possono avviare un confronto con i lettori. Si tratta di tre manuali che riguardano la scuola secondaria inferiore, il biennio e il triennio delle superiori.
Un manuale che ci ha stupito per la precisione e la qualità dell’informazione e della riflessione storica è quello preparato per la secondaria inferiore da Roberto de Mattei, Enrico Nistri, Massimo Viglione, Alle radici del domani, Agedi, 2005; opera in tre volumi dove il primo è dedicato al Medioevo, il secondo va dall’Umanesimo alla rivoluzione francese e il terzo tratta l’Ottocento e il Novecento.
Per il biennio della scuola superiore è certamente meritevole di attenzione Popoli tempi e storie, Archimede, 2010 ultimissimo sviluppo del già apprezzabile I giorni della storia realizzato da Marco Meschini e Roberto Persico. Per il triennio, dopo un’attenta lettura di alcuni tra i più diffusi manuali ci sentiamo di consigliare Zefiro Ciuffoletti, Umberto Balocchi, Stefano Bucciarelli, Stefano Sodi, Dentro la storia, D’Anna, 2008. Manuale attento a diverse visioni del mondo, che rispecchiano la storia e la provenienza culturale dei vari autori, ma che non travalica in descrizioni ideologiche fuorvianti.
Questo solo per iniziare ad aprire un confronto con i lettori per scambiarci idee e informazioni riguardanti quanto consigliato o dissentire su quanto proposto.
Ancora speriamo di ampliare le nostre informazioni e conoscenze grazie al contributo di quanti vogliano partecipare a questa ricerca che vuole, non solo cercare quello che non va nei manuali, ma anche fornire indicazioni su quanto di positivo il panorama editoriale scolastico riesce a fornire anche perché l’importanza della storia è sempre maggiore, come ha ricordato ai giovani a Sulmona (4 luglio 2010), papa Benedetto XVI: « la memoria storica è veramente una “marcia in più” nella vita, perché senza memoria non c’è futuro.
Una volta si diceva che la storia è maestra di vita! La cultura consumistica attuale tende invece ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani. Quindi, cari giovani e care giovani, voglio dirvi: il cristiano è uno che ha buona memoria, che ama la storia e cerca di conoscerla.»