È ora di vietare coltelli, auto e vita sociale?

Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 6 Marzo 2025

di John Horvat

Viviamo in un regime in cui le cose non sono sicure. Le persone percepiscono inconsciamente l’insicurezza quando si recano nei diversi luoghi. Pensano ad evitare di cadere vittime di violenze o attacchi.

Si tratta di un tipo di terrorismo locale in cui individui disonesti mettono in atto le loro fantasie e ideologie macabre in luoghi completamente ordinari, che si tratti di un comizio politico, di una festa di Capodanno o della metropolitana di New York.

Indipendentemente dalla motivazione immediata, gli autori fanno cose che sanno che incutono terrore. Ed è in questo senso che sono veramente terroristi. Le loro azioni creano la paura di vivere insieme nella società. Qualsiasi luogo in cui ci riuniamo può diventare un palcoscenico per uccisioni e spargimenti di sangue insensati. La nostra società civile si disintegra quando evitiamo e temiamo di associarci agli altri.

Incolpare gli strumenti del terrore

La sinistra ha a lungo attribuito la colpa di questi atti agli strumenti del terrore. Prendono di mira le armi, che certo possono provocare grandi disastri, soprattutto se utilizzate in zone prive di armi come le scuole. Vietando le armi, dicono, il problema sarà risolto.

Tuttavia, gli strumenti del terrore non si limitano più alle armi. I nuovi terroristi usano sempre più spesso i coltelli per incutere paura. Un recente assassino della metropolitana di New York ha dato tranquillamente fuoco alla sua vittima. E ora, a New Orleans e in Germania, questi mostruosi neo-terroristi hanno usato dei veicoli per travolgere le folle, uccidendo e ferendo un numero maggiore di persone.

Ogni cosa può diventare un’arma terrorizzante

Vietare tutti gli strumenti di terrore è quindi impossibile, poiché oggi quasi ogni cosa può diventare un’arma in senso letterale. Dovremmo sopprimere tutti i coltelli, gli accendini e gli oggetti simili alle mazze. Per essere coerenti, bisognerebbe vietare le auto o i furgoni, almeno in determinate circostanze.

Per essere sicuri, dovremmo denunciare costantemente il possesso di un elenco crescente di oggetti proibiti. Al fine di fermare i terroristi nascosti, il governo dovrebbe trattarci tutti come potenziali criminali con controlli regolari di sicurezza. Vivere nella nostra società diventerebbe simile a come si vive all’interno di un gigantesco terminal aeroportuale.

Non solo gli strumenti potenzialmente pericolosi, ma anche le occasioni di terrore dovrebbero essere limitate. Pertanto, i governi dovrebbero vietare qualsiasi raduno di un gran numero di persone in luoghi pubblici, trasformando le nazioni in una gigantesca prigione.

Incolpare il terrorista

Per affrontare questa situazione, non dobbiamo prendere di mira gli strumenti del terrore, ma i terroristi. Sono loro a premere i grilletti, ad accendere i fiammiferi, a colpire con i coltelli o a premere l’acceleratore. Queste menti distorte commettono atti malvagi e dovrebbero essere isolate e punite di conseguenza.

Tuttavia, la sinistra ostacola costantemente che ciò accada. Si attengono al dogma liberale che sostiene che non ci sono persone cattive. Ci sono solo vittime incomprese che la società opprime.

Questo dogma motiva i giudici che si rifiutano di perseguire i crimini a causa di pregiudizi sistemici sui presunti criminali. Assistiamo a sistemi giudiziari che rimettono i criminali in libertà in maniera che possono commettere altri crimini. I ladri entrano nei negozi e rubano a volontà, sapendo che non saranno puniti.

La necessità di regole

Possiamo dare la colpa di questa situazione intollerabile a una cultura che rifiuta di riconoscere che la nostra natura umana decaduta ci rende capaci di ogni sorta di male. Pertanto, abbiamo bisogno di regole, morali, leggi e punizioni per frenare le nostre passioni indisciplinate e domare le nostre tendenze dannose.

La società postmoderna elimina queste garanzie in nome di una libertà mal concepita. Dichiara che tutte le restrizioni devono essere eliminate. Questo dogma liberale si riflette in una cultura in cui ai bambini non viene mai detto di no. Non viene mai proibito loro di fare ciò che vogliono. Così, i semi del disastro vengono gettati dal momento in cui ai piccoli non sono date responsabilità, in cui si tollera che non sopportino limitazioni e sofferenze e non sono insegnati a trarre dalle cose le logiche conseguenze.

Questa visione distorta della realtà è la formula per la produzione di massa di questi nuovi terroristi che rendono la nostra società invivibile e le nostre strade insicure.

È tempo di dire di nuovo no. Riportare la Legge di Dio, con i suoi precetti e i suoi divieti, che definisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Dovremo quindi poter punire severamente i criminali e tenerli lontani dalle nostre strade.

Abbiamo una scelta. O guarire la cultura malata che produce i neo-terroristi tra noi o essere pronti a subire l’inferno di bandire dalla nostra vita quotidiana tutto ciò che assomiglia a uno strumento – coltelli, accendini o automobili – e persino dover evitare gli incontri sociali, che saranno occasioni di terrore.

Fonte: Return to Order, 20 gennaion 2025. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.