Corriere della Sera 8 luglio 2005
Illuminante intervista a Mahmud al- Zahar, successore dello sceicco Yassin alla guida di Hamas: noto. ma altrettanto poco conosciuto, movimento politico fondamentalita filo – terrorista, emanazione palestinese dei fratelli musulmani
di Lorenzo Cremonesi
Poi cerca di puntualizzare: «Non voglio essere frainteso. Io sono contrario agli attentati contro i civili, qualsiasi civile. Ma diciamola tutta: se i soldati inglesi non fossero andati a Bassora o a Bagdad, anche Londra oggi sarebbe stata risparmiata».
Che cosa significa, Hamas è d’accordo gli attentati di Londra?
«Non ho mai detto questo. Lo ripeto, in via di principio l’Islam è contrario agli attentati contro i civili. Ma cerco anche di spiegare i motivi degli attentatori. E trovo una risposta molto elementare: esiste nel mondo un vasto movimento popolare che condanna l’egemonia arrogante degli americani. Lo abbiamo visto anche dalle manifestazioni di massa ogni volta che si riuniscono i Paesi del G8. I potenti della Terra, con i governi di Bush e Blair in testa, dovrebbero stare più attenti alla voce dei Paesi più poveri».
Ma non crede che davanti a questo terribile massacro la sua condanna dovrebbe essere più netta?
«Mi sarei atteso una condanna più forte dal cosiddetto mondo civilizzato quando il 10 settembre 2003 gli israeliani cercarono di assassinarmi a colpi di missile e uccisero invece mia moglie e uno dei miei figli», risponde secco mostrando la sua abitazione ricostruita di fresco e le foto di quella abbattuta due anni fa.
Dalla primavera dell’anno scorso al-Zahar ha preso il posto dei due leader storici di Hamas, lo sceicco Ahmad Yassin e Aziz al Rantisi, uccisi dagli israeliani. E le sue parole sono cariche di risentimento. «Comunque le armi americane o israeliane possono fare ben poco. Perché alla fine l’Islam trionferà. La nostra religione, la nostra cultura, sono destinate ad avere il sopravvento in pochi decenni sulla decadenza dell’Occidente. Tra al massimo mezzo secolo degli Stati Uniti resterà soltanto un vago ricordo».
Tra poche settimane gli israeliani dovrebbero smantellare tutte le colonie ebraiche nella striscia di Gaza. Hamas lancerà nuovi attentati?
«Abbiamo detto con chiarezza che non saremo i primi a ricorrere alla violenza, le nostre azioni saranno solo in risposta a quelle israeliane. Faremo di tutto per non disturbare il ritiro israeliano, che se ne vadano al diavolo. Il problema si presenterà dopo, perché nel cuore di ogni palestinese la liberazione di Gaza deve essere congiunta a quella di Gerusalemme e della Cisgiordania».
Significa che siete pronti alla coesistenza pacifica con Israele se si ritira sui confini precedenti la guerra del 1967?
«Assolutamente no. Questa potrebbe essere una soluzione temporanea, cinque o dieci anni al massimo. Alla fine tutta la Palestina dovrà tornare a essere islamica. Nel lungo periodo Israele sparirà dalla faccia della Terra».