la Croce quotidiani 16 gennaio 2018
Nella legge di bilancio 2018 sono stati stanziati ben due milioni di euro per l’istituzione del “registro informatico” delle Dichiarazioni anticipate di trattamento. Insomma per l’eutanasia ci sono sempre i soldi e, soprattutto, non c’è tempo da perdere! Perché in fondo le Dat sembrano essere un’efficace via di fuga dal collasso del welfare nazionale. Davvero un bel “trattamento”, per gli italiani…
di Giuseppe Brienza
Quando si vuole la “copertura” finanziaria si trova, evidentemente, e pure alla svelta! Un altro bel regalo agli Italiani dalla morente XVII legislatura repubblicana, infatti, è lo stanziamento a tempo di record nella legge di bilancio 2018 del finanziamento per l’istituzione della banca dati delle disposizioni anticipate di trattamento (Dat).
Il 23 dicembre, infatti, a 9 giorni esatti dall’approvazione della relativa legge Mantero (il deputato grillino primo firmatario del ddl), l’Aula di Palazzo Madama ha approvato, in terza lettura e nell’ultimo giorno di lavoro prima dello scioglimento delle Camere, il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” (pubblicato sulla GU n.302 del 29-12-2017 – Suppl. Ordinario n. 62), nell’ambito del quale, in applicazione del comma 418 dell’art. 1 della legge n. 205 del 27 dicembre 2017, è stata prevista anche l’istituzione di «una banca dati destinata alla registrazione delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT) attraverso le quali ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari».
Sempre sotto il ricatto dell’imposizione della questione di fiducia al Governo (cioè se non si approva la legge viene meno la maggioranza), accordata con 140 sì e 97 no, il Senato ha insomma ratificato una spesa, gravante sul capitolo 7120 dello stato di previsione del Ministero della salute, di ben 2 milioni di euro per l’anno 2018. Stessa cifra, evidentemente, anche a gravare sugli esercizi finanziari successivi. Davvero un bel “trattamento” per gli Italiani…
Con la legge di bilancio, in pratica, si completa subito il quadro previsto dalla norma istitutiva del c.d. biotestamento (“Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”), approvata in via definitiva dal Senato il 14 dicembre 2017. La legge Mantero prevede che le Dat siano redatte per atto pubblico o privato autenticato, con appositi registri tenuti dalla Regione ma, come visto, gestiti anche a livello nazionale con ulteriore costo che gli Italiani dovranno supportare per la banca dati centrale.
Infatti, se le Dat sono esenti da imposte e da bolli e, in urgenza, possono persino essere raccolte da un medico davanti a due testimoni, formalità e costi non mancano per l’Erario pubblico per implementare il “fine vita” nell’ordinamento italiano. E oltretutto, se l’obiezione di coscienza all’eutanasia passiva, perché di questo si tratta con la previsione legislativa della sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale da Dat, è giustamente possibile al medico, ogni ospedale dovrà necessariamente garantire l’applicazione delle “dichiarazioni anticipate di trattamento” ricorrendo a risorse aggiuntive.
Personale e mezzi, insomma, ulteriori e che andranno in più a gravare su un Sistema Sanitario Nazionale già in rosso. Come sempre, i “diritti civili”, non sono a costo zero per il cittadino!
Bella soddisfazione invece per i valdesi italiani quella di non gravare sulla comunità per quanto riguarda le sostituzioni degli obiettori di coscienza. L’Ospedale evangelico Betania di Napoli e l’Ospedale evangelico internazionale di Genova, infatti, hanno accolto «con favore ed esprimono apprezzamento per la recente approvazione in sede parlamentare della legge che disciplina le “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”».
Pertanto, gli ospedali valdesi in Italia non faranno obiezione di coscienza alle Dat e, anzi, «guardano a tale normativa come a un segno tangibile di una cultura che valorizza la maggiore responsabilità nel rapporto tra medico e paziente e garantisce ulteriormente il rispetto dei diritti dei malati» (cit. in Ospedali evangelici: sì al biotestamento, in “Riforma.it. Quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.”, 15 gennaio 2018).
Voi ci capite qualcosa? Di sicuro c’è che sta continuando drammaticamente il declivio per quei “valdesi” in confusione e in crisi consegnati ormai dai loro “pastori” agli effetti perversi del relativismo.