[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
Terzo degli undici figli di un panettiere belga di Temsche, nel 1910 si iscrisse alla facoltà di Filosofia nell’università di Lovanio. Tre anni dopo, terminato anche il servizio militare (studiava di notte), si laureava. Subito passò al seminario di Gand per diventare sacerdote ma scoppiò la Grande Guerra e fu arruolato nella Croce Rossa come ambulanziere.
Nel 1916 fu sacerdote e venne assegnato al quartiere operaio di Gand, tra i figli dei socialisti e degli anticlericali. Accanito lettore di Storia di un’anima di s. Teresina e del Trattato della vera devozione a Maria di s. Luigi Grignion de Montfort, si consacrò all’opera del catechismo e della comunione frequente, secondo le direttive di s. Pio X.
Nel 1918 lunghi mesi di malattia lo costrinsero al riposo forzato, da cui però scaturì un periodico per bambini, Sonneland (Il paese del sole) e un manuale sulla loro direzione spirituale. Nel frattempo, divenne anche un richiestissimo direttore spirituale per sacerdoti e religiosi, che andavano numerosi a consultarlo. Dopo un pellegrinaggio a Lisieux, fu nominato assistente spirituale dei chierici obbligati al servizio militare, compito che lo costrinse a trasferirsi a Leopoldsburg.
Qui, ormai malato di cuore, scrisse parecchie opere che ebbero una vasta diffusione. Tra queste, Salviamo gli operai e L’amico dei fanciulli, che fu un vero e proprio bestseller in lingua fiamminga. Nel 1924, però, un improvviso aggravamento lo colse mentre era a Moerzeke-lez-Termonde. Morì dopo pochi mesi. Aveva solo trentaquattro anni, eppure la sua morte mise a lutto l’intera Fiandra.
Il Giornale 10 giugno 2005