Dopo sessant’anni una targa alla stazione ricorda una pagina di storia bolognese veramente poco edificante
Un ricordo difficile e una pagina di storia non edificante per Bologna, perché nel febbraio del 1947 – ma successo anche altre volte – quel treno merci, diretto a La Spezia, non riuscì nemmeno a fare sosta in stazione: fu cacciato dai ferrovieri, aizzati dal sindacato e dal Pci contro gli italiani in fuga dalla Jugoslavia comunista di Tito, considerati fascisti. Sui binari fu rovesciato il latte destinato ai bambini; la minaccia, se il convoglio avesse fatto sosta, era lo sciopero.
La targa sarà scoperta alla presenza del sindaco Sergio Cofferati, del presidente del Consiglio comunale Gianni Sofri, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd). È stata proprio l’Anvgd a proporre al Comune, prima di Natale, l’idea del gesto riparatore. Il presidente Sofri ha limato il testo, finito al centro anche di una interrogazione parlamentare di An.
Il passaggio più delicato – “Bologna seppe passare rapidamente da un atteggiamento di iniziale incomprensione a un’accoglienza che è nelle sue tradizioni” – è frutto di un compromesso. “A Bologna ci sono certi equilibri – ammette Marino Ségnan, presidente provinciale dell’Anvgd -. Per noi è comunque un momento importante, perché fino a qualche anno fa certe cose nemmeno si sapevano”. (cla.b.).