Eusebio di Samosata

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Eusebio_Samosata

di Rino Cammilleri

Le prime notizie che ci sono pervenute su questo santo riguardano la sua partecipazione al sinodo di Antiochia del 359 in qualità di vescovo di Samosata. Si trattava di nominare il successore del vescovo Eudosio ed Eusebio riuscì a far eleggere s. Melezio.

Ma nell’impero bizantino gli ariani erano maggioritari e l’imperatore Costanzo, pressato contro Eusebio, convocò quest’ultimo, minacciandolo del taglio della mano destra se non gli avesse consegnato i documenti relativi all’elezione di Melezio (che era ortodosso). Eusebio rifiutò e Costanzo, ammirato del coraggio, lo lasciò andare. Eusebio iniziò allora a viaggiare, talvolta travestito, per incoraggiare i sostenitori dell’ortodossia contro l’eresia ariana.

Ma nel 374 l’imperatore Valente, aizzato dagli ariani, lo condannò all’esilio in Tracia. Eusebio tenne calmi i suoi concittadini, che volevano procedere a mano armata contro i soldati incaricati di far eseguire l’editto. Accettò l’esilio e partì. Ma i due successivi vescovi ariani nominati al suo posto rimasero completamente isolati perché nessun fedele voleva avere qualcosa a che fare con loro.

Nel 378 morì Valente ed Eusebio potè tornare nella sua sede. Il suo prestigio era tale che, grazie alla sua influenza, molti vescovi ortodossi poterono essere eletti. Ma l’anno seguente, mentre si recava a Doliché per l’insediamento del nuovo vescovo della città, una donna ariana gli tirò un mattone in testa. La ferita, grave, lo portò a morte in capo a qualche giorno. Morì dopo aver raccomandato al suo gregge addolorato di non procedere contro la sconsiderata assassina.

Il Giornale 21 giugno 2005