Ricognizioni 28 Luglio 2021
Marco Manfredini
Il cittadino mainstreamer è quello che “l’hanno detto in tv”, “l’ho letto sul Corriere”, “l’ho sentito al bar”, “lo dice l’oroscopo”: questo è il livello di attendibilità. Il cittadino mainstreamer, per dirlo con Guareschi, non vede il motivo per cui dovrebbe sforzarsi di pensare, avendo la possibilità di trovarsi già tutto comodamente pensato.
Il cittadino mainstreamer è quello che “io credo nella scienza”, come se la scienza non fosse manipolabile dalla politica; come se la politica non fosse influenzabile dagli interessi dei potenti; come se gli interessi dei potenti non fossero opposti a quelli del cittadino comune.
Come se nella scienza bisognasse credere alla stregua di una fede religiosa. Come se la scienza fosse sempre concorde, univoca e non brancolasse mai nel buio alla ricerca di qualcosa che forse un giorno potrà spiegare. Beninteso, fino a quando non arriverà una spiegazione scientifica più plausibile.
Il cittadino mainstreamer è quello che appena sente un’idea diversa dal solito: “ah, ma allora tu sei un complottista!”, non essendo nella condizione di valutare la possibilità d’essere egli stesso un ignaro manipolato a cui hanno instillato il riflesso condizionato di definire come complotto tutto ciò che non vogliono che comprenda.
Il cittadino mainstreamer è quello che esulta d’orgoglio patriottico quando vince la nazionale di calcio. Al contrario non gli interessa nulla quando la nazionale della realtà, cioè la nazione, viene sconfitta, negata, derisa, pervertita, svenduta e calpestata, solitamente dagli stessi che dovrebbero rappresentarla, servirla e difenderla.
Il cittadino mainstreamer a dieci anni ascolta Elettra Lamborghini, a venti Sfera Ebbasta, a trenta Fedez, a quaranta Fabio Fazio, a cinquanta Beppe Severgnini, a sessanta Paolo Mieli, a settanta Eugenio Scalfari. Non ci si meravigli se, nonostante la lunga esperienza, a ottant’anni non ha ancora capito nulla.
Figuratevi che per il cittadino mainstreamer più ribelle il massimo dell’antisistema sono la Gabanelli, Beppe Grillo e Marco Travaglio.
Il cittadino mainstreamer piuttosto di rinunciare all’apericena in centro si farebbe inoculare qualsiasi cosa.
Il cittadino mainstreamer è quello che ha installato l’app Immuni ancora in beta e andava in giro armato di Tachipirina, ovviamente in vigile attesa. Adesso si è vaccinato per il bene della comunità, e tutti gli altri sono, nella migliore delle ipotesi, degli irresponsabili. Con la terribile colpa di avere gli occhi aperti.
Il cittadino mainstreamer pensa che gli omosessuali siano discriminati e che abbiano bisogno di apposite leggi a tutela, leggi che li privilegino discriminando tutti gli altri. Egli, infatti, non si accontenta della dittatura della maggioranza, ma anela ad un totalitarismo gestito dalle più improbabili minoranze.
Il cittadino mainstreamer forse ancora non lo sospetta, ma fra poco sarà obbligato a pensare che un uomo può partorire, allattare e avere il mestruo.
È altresì convinto che Gates, Soros & C. siano benefattori dell’umanità.
Il cittadino mainstreamer è perlopiù di sinistra, area PD o Cinque Stelle, ma certamente progressista anche quando si dichiara, o crede di essere, o crede di votare a destra. In ogni caso più è colto, informato e aggiornato, più è irrecuperabile alla retta ragione. Visto che non costa nulla (anzi, è garanzia di porte aperte), il cittadino mainstreamer impegnato è anche antifascista, ma di quel particolare tipo di antifascismo che potremmo definire “del 26 aprile”.
Il cittadino mainstreamer è indistinguibile nel gregge di quelli che si sentono più furbi degli altri. Peccato che confonda le bestie feroci che vogliono razziarlo per i pastori che lo proteggono.
Per questo tipo di cittadino Draghi è una figura autorevole, e per fortuna che c’è lui così facciamo bella figura in Europa.
Il cittadino a volte è mainstreamer per finta, per quieto vivere, per comodità, perché tiene famiglia ed è costretto a simularlo se vuole sopravvivere.
Quando è cattolico il cittadino mainstreamer è, se possibile, ancora più patetico e malaccorto. Egli è infatti convinto che Francesco sia un pastore buono, misericordioso e tollerante, e ritiene che le giuste priorità della chiesa siano il cambiamento climatico, l’accoglienza indiscriminata, il grande reset, il green pass e l’abolizione del Vetus Ordo (compreso chi lo frequenta).
Cittadini mainstreamer saremo anche noi, quando ci arrenderemo allorché verranno a bussarci alla porta con una siringa in mano e le manette nell’altra. Saremo sempre noi, quando cederemo perché “ci insulteranno, ci perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di noi per causa Sua”.
O per una qualsiasi altra causa che sia invisa al mainstream.