il doppio di Wojtyla Alle udienze 410 mila persone in 5 mesi. Con Giovanni Paolo II erano state meno di 200 mila
Luigi Accattoli
Da quando l’incontro con i bambini – legato all’Anno dell’Eucarestia – fu annunciato in giugno, la prenotazione di posti in piazza è venuta crescendo spontaneamente. Il Papa ha dialogato a braccio con i piccoli, con il suo fare sereno e c’è da scommettere che la prossima volta un appuntamento del genere attirerà ancora più gente. Nei primi cinque mesi interi di Benedetto XVI (da maggio a settembre) le persone presenti alle udienze generali del mercoledì sono state 410 mila contro le 194 mila totalizzate da Giovanni Paolo II nello stesso periodo dell’anno precedente: più che un raddoppio.
Il balzo in avanti è ancora maggiore per gli «Angelus» domenicali degli stessi mesi: da 262 mila a 600 mila. Non è solo l’attrattiva del «Papa nuovo»: a maggio, quand’era nuovissimo, alle udienze erano accorsi in 89 mila rispetto ai 57 mila dell’anno prima (più 32 mila), mentre a settembre il distacco si è ingigantito con un totale di 126 mila contro 51 mila (più 75 mila). Le folle delle prime due udienze e dei due primi «Angelus» di ottobre hanno superato ogni volta le 50.000 unità, secondo i dati della «Prefettura della Casa Pontificia», l’organismo vaticano che presiede alle udienze.
Dunque il fenomeno è in piena espansione e con l’avanzare dell’autunno ne viene un problema serio su dove tenere le udienze: «Se continuano a venire così numerosi, non sapremo dove metterli» commenta il padre Leonardo Sapienza della Prefettura. Nella stagione fredda le udienze si tenevano nell’Aula Nervi ed è già capitato più volte con Papa Wojtyla che i 10.000 posti dell’Aula non bastassero e si dovesse dividere la folla tra l’Aula e la Basilica di San Pietro, con il Papa che passava per ambedue. Al momento non ci sono previsioni sui tempi del ripiegamento nei due luoghi coperti, ma si fa osservare che fino a quando l’affluenza supererà le trentamila unità sarà necessario restare nella piazza.
«Del resto – osserva padre Sapienza – abbiamo già avuto bisogno di tenere le udienze in piazza lungo il mese d’agosto, cosa che non si era mai fatta in precedenza». «Il clima di Roma, che è quasi sempre buono, aiuta ad affrontare l’emergenza», osserva il portavoce vaticano, che per le ragioni di tanta affluenza segnala più elementi: un effetto «Wojtyla» e il fattore «Papa nuovo», ma anche un «fascino particolare» esercitato da Benedetto XVI. Giovanni Paolo II «ha attirato con forza l’attenzione sulla fede cristiana e sul Papato» e oggi – dice Joaquin Navarro-Valls – non c’è turista in visita a Roma che non voglia anche «vedere il Papa». Va poi tenuto conto dell’attrazione che il Papa polacco continua ancora a esercitare: tanti vengono per «visitare la sua tomba».
Infine il fascino personale del Papa teologo, che il portavoce spiega così: «Il cardinale Ratzinger era conosciutissimo, ma forse non tutti lo conoscevano bene. Prevaleva un’idea severa e distante. L’elezione a Papa gli ha permesso di esprimersi per intero e questa è una novità nella novità, che affascina la gente».