Corrispondenza Romana n.1125
La diocesi di Evreux è una delle più sinistrate della Francia. Dopo mons. Gaillot e mons. David, mons. Nourrichard, uno dei prelati francesi più progressisti, si trova a gestire tutte le problematiche di una terra un tempo cristiana, dove le chiese chiudono una dopo l’altra, i catechismi sono disertati, le vocazioni scoraggiate, le finanze prosciugate. In questo deserto un sacerdote, don Francis Michel, guida la più viva delle parrocchie, quella di Thiberville.
Il parroco, che non proviene dal mondo tradizionalista ma che è profondamente tradizionale, cioè cattolico, applica da molti anni il Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI.
Dopo molti tentativi di porre fine a questa storia, domenica 3 gennaio 2010 mons. Nourrichard si è recato a Thiberville con i suoi collaboratori per annunciare la sua decisione irrevocabile: la parrocchia di Thiberville non avrà più un suo parroco e sarà annessa a un “insieme parrocchiale”, quello di Bernay; don Francis Michel è “revocato” (e nominato da nessun’altra parte).
Questo caso esemplare di una comunità parrocchiale rurale locale che vuole applicare la decisione del Papa, e che il vescovo vuole far morire, ha destato moltissima attenzione. Lo spettacolo a cui si è assistito ha superato le aspettative: si è vista una comunità unanime che grida (fisicamente) la sua rabbia contro la sua condanna a morte attraverso il loro “pastore”.
Così è andata la giornata: mons. Nourrichard è arrivato a Thiberville alle 9.30, con il suo cancelliere (che sembrava essere lì più per ordine del vescovo che per convinzione e aveva serie difficoltà a nascondere la sua tristezza) e il suo vicario episcopale, il parroco di Bernay, padre Jean Vivien (accompagnato dal suo consiglio parrocchiale di Bernay), per annunciare la revoca del parroco troppo papista per i suoi gusti.
Ha fatto irruzione nella chiesa e in un primo momento si è rintanato nella sacristia. Erano presenti tutti i parrocchiani di Thiberville. La chiesa era stracolma (400-500 persone): la navata, il coro, lo stesso pulpito erano affollatissimi, tanto che una parte dei parrocchiani non è riuscita a entrare.
Nella prima fila vi erano il sindaco, il consigliere generale e tutto il consiglio municipale; nel coro la confraternita dei “Charitons” era in uniforme. Don Michel è allora uscito dalla sacristia per gli ultimi preparativi della messa del vescovo ed è stato accolto da un’ovazione interminabile, come quando il Papa entra a San Pietro! Poi è entrato il vescovo di Evreux che ha iniziato a spiegare ai fedeli, con un lapsus infelice, di essere venuto a Thiberville a celebrare… “Ognissanti”. Ilarità generale.
In seguito, quando ha voluto annunciare la revoca ingiusta di don Michel, la pia jacquerie si è amplificata al massimo, creando un vociare generale. Mons. Nourrichard, che non ha mai avuto alcun dialogo con i fedeli di Thiberville, li ha squadrati superbamente e ha voluto imporre la sua decisione: piuttosto la morte della parrocchia che una parrocchia di questo tipo.
Davanti a questa provocazione e a questo disprezzo del vescovo, i genitori presenti si sono alzati e sono andati a prendere al coro i loro figli che servivano la messa, affinché non assistessero più a questa impresa così poco onorevole di un vescovo contro una comunità di religiosi.
A loro volta, gli eletti locali hanno abbandonato la chiesa a causa dell’atteggiamento sprezzante di mons. Nourrichard e del suo rifiuto di dialogare. Si può immaginare una maggiore accumulazione di gaffe da parte di un vescovo che dovrebbe essere un uomo “aperto”? Il vescovo, disorientato, ha apostrofato l’assemblea e ha intimato a quelli che non erano d’accordo con la sua decisione di uscire.
Il risultato è stato eloquente: tutta l’assemblea ha lasciato la chiesa, salvo 21 persone, di cui solo 3 fedeli di Thiberville e gli altri membri del consiglio parrocchiale di padre Jean Vivien da Bernay. Dentro e fuori la chiesa il vescovo di Evreux ha potuto misurare la rabbia del Popolo di Dio e ognuno, non essendo i più vecchi i meno coinvolti, si avvicinava a lui per dirgli la propria e gli consigliava di ripassare il catechismo. A ciò il vescovo ha opposto un disprezzo totale per questi contadini normanni che non hanno capito decisamente niente al Concilio. Il tutto davanti alla televisione e ai giornalisti locali.
Alcuni giornalisti parigini presenti, che non possono essere tacciati di tradizionalismo, erano particolarmente stupefatti e concludevano che il vescovo, che si era mostrato totalmente incapace di gestire una situazione da lui provocata, doveva logicamente dimettersi. Don Michel ha quindi annunciato che come al solito sarebbe andato a celebrare la messa a Bournainville-Favrolles, alle 11.15. Gli eletti e i parrocchiani lo hanno seguito così numerosi che la chiesa non ha potuto contenerli tutti. Messa “riforma della riforma” davanti a Dio.
Il vescovo, profondamente adirato, ha perseguitato la sua vittima, ma non è potuto entrare nella navata a causa della folla dei fedeli ammassati dentro e fuori dalla piccola cappella. Nel pomeriggio, alle 16.00, mentre una numerosa assemblea recitava il rosario davanti al Santissimo Sacramento nella chiesa di Thiberville, mons. Christian Nourrichard è ritornato sui luoghi dello scandalo, accompagnato dal cancelliere e da padre Philippe Bénard, vicario a Bernay, che era già stato nominato nuovo parroco di Thiberville da una nota ufficiale del 30 giugno 2009.
Il vescovo si è seduto nella navata, poi, appena prima della celebrazione della messa delle 17.00, ha lasciato la chiesa. Mons. Nourrichard, prima di andarsene, ha fatto sapere pubblicamente che «non finisce qui».
Successivamente è cominciata, molto devotamente, la messa secondo la forma straordinaria, durante la quale don Michel ha dato gli avvisi della settimana: tutto sarebbe continuato come prima, don Michel sarebbe restato a Thiberville e avrebbe fatto ricorso davanti alle giurisdizioni competenti.
«A Thiberville come a Langres – commenta “Paix Liturgique” (n. 211 bis, 6 gennaio 2009) – si esprime la stessa opposizione alla politica di pace e di riconciliazione raccomandata da Benedetto XVI. Mons. Nourrichard non vuole il Motu Proprio di Benedetto XVI nella sua diocesi. Mons. Nourrichard non vuole lo spirito di Benedetto XVI nella sua diocesi. Si ricordi che mons. Nourrichard, ormai chiamato in tutta la Francia “Monsignor H1N1”, è il vescovo che in un comunicato datato 26 ottobre 2009 ha vietato ai suoi sacerdoti di distribuire nella sua diocesi la comunione sulle labbra al fine di frenare la diffusione del virus H1N1, mentre il Papa instancabilmente non cessa di dare l’esempio distribuendo sistematicamente la comunione ai fedeli sulla lingua e in ginocchio. Fare il contrario di ciò che chiede il Papa e dichiararsi fedele al Papa, rimproverare a un sacerdote che obbedisce al Papa di disobbedire al suo vescovo, ecco la duplicità di mons. Nourrichard, che ieri ha scandalizzato il Popolo di Dio a Thiberville».