InFormazione cattolica 6 Marzo 2024
In una Europa che sta demograficamente morendo continua la corsa all’aborto
di Andrea Bartelloni
La costituzionalizzazione «crea confusione tra il reato di intralcio e la libertà di espressione», denuncia la Fondazione Jérôme Lejeune in un comunicato stampa. «Una madre potrà ancora esprimere la sua sofferenza a seguito di un aborto? E il padre che supplica di tenere il figlio? Sarà ancora consentito parlare delle conseguenze dell’aborto sulla salute mentale, o promuovere soluzioni alternative esistenti?» Per il suo presidente Jean-Marie Le Méné, si tratta di «costituzionalizzare la menzogna affinché non si possa più dire né pensare la verità di questo atto». «La violenza contro le donne alla fine amplierà la sua portata fino a includere l’aborto, è questa la sua amara previsione. Quanti sono stati costretti a compiere questo atto e da chi? Quanti hanno dato il consenso? Questo consenso era veramente libero e informato?»
La Francia ha deciso che il diritto all’aborto entri nella Costituzione e alle perplessità della Fondazione Lejeune si aggiungono quelli che, si può immaginare, saranno i passi ulteriori: la libertà di coscienza e il tempo concesso per abortire. Inoltre, è già pronta la richiesta affinché anche l’Europa si mobiliti diplomaticamente con gli Stati membri dell’Unione perché la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea garantisca il diritto all’aborto.
La lunga marcia iniziata nel 1789 sta proseguendo, ha visto alti e bassi, ma come un fiume carsico riappare in forme sempre nuove. Le parole sentite sono illuminanti: “momento storico”, il primo ministro Gabriel Attal emozionato: «oggi possiamo cambiare il corso della storia». «La Francia è fedele al suo patrimonio», ha affermato il primo ministro, «patria dei diritti umani e anche e soprattutto dei diritti delle donne». «Il nostro voto è una promessa fatta al futuro, una protezione che dobbiamo a metà dell’umanità» aggiunge Mathilde Panot quando la deputata Elsa Faucillon (Gruppo della Sinistra Democratica e Repubblicana – NUPES) ritiene che sia un «modo di proteggere allontanarsi dalle politiche pronataliste». Si, l’Europa ha proprio bisogno di combattere con tutti i mezzi la natalità!
Ma è dalle colonne del Sole 24 Ore di domenica 3 marzo che arriva l’allarme per tutta l’Europa. Il titolo è eloquente e perfettamente inerente al testo: Europa senza figli, l’intero Continente è sotto pressione. «Dopo il picco del 2026, il numero di abitanti della Ue inizierà a scendere». E paradossalmente la nazione in prima linea nella difesa dell’aborto è anche quella col miglior tasso di natalità e di crescita, anche quello stimato fino al 2050. Un Macron che «lancia il “riarmo demografico”» è lo stesso che plaude al diritto all’aborto in Costituzione. Contraddizioni che in clima di relativismo imperante non meravigliano più di tanto.
Fonti:
https://www.genethique.org/la-france-inscrit-lavortement-dans-sa-constitution-et-ensuite/
Sole 24 Ore, domenica 3 marzo 2024, pagg. 2-3
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