[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
Se dico «un uomo per tutte le stagioni» i più colti pensano a s. Tommaso Moro. Cioè, Thomas More, il Cancelliere dello Scacchiere, l’erudito umanista autore di Utopia che finì decapitato da Enrico VIII d’Inghilterra per non aver voluto avallare lo scisma anglicano. E pensano bene, perché così fu definito in una celebre biografia.
Ma il riferimento non era climatico, bensì riguardava il suo buon carattere e la sua forza d’animo. Invece, se davvero ci si vuol riferire a inverno-primavera-estate-autunno, si deve ricorrere al santo di oggi, Gauderico. Gaudericus, Galderic, Gauderic o Gaudry (come lo chiamano i francesi), viene infatti invocato sia per ottenere la pioggia che per scamparla, a seconda delle necessità.
Ovviamente di necessità, appunto, si parla, non delle esigenze della villeggiatura-tutto-compreso. Gauderico faceva il contadino, e per quelli che fanno il suo mestiere la giusta quantità di pioggia al tempo opportuno è vitale. Si sa molto poco di questo santo. Pare sia vissuto nella seconda metà del secolo IX in un villaggio di quella che allora era la diocesi di Mirepoix.
Oggi quel posto, che da lui prende il nome di Saint-Gaudry, si trova nella diocesi di Carcassonne. Sembra che Gauderico sia morto intorno all’anno 900. Alla doppia intercessione (pioggia sì, pioggia no) fa riscontro anche la doppia festa. Infatti il santo viene commemorato sia il 16 ottobre che il 17. Nel 1014 le sue reliquie vennero portate nel monastero di Saint-Martin de Canigou, dove rimasero fino al 1783. Da quell’anno riposano nella cattedrale di Pérpignan. Il santo veniva invocato anche contro le epidemie.
Il Giornale 16 ottobre