[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
Il santo di oggi viene invocato contro i mali che affliggono la testa: lui, la testa, la perse sotto la spada. Era un ufficiale delle legioni romane. Naturalmente, ai buonisti tutto questo venerare santi combattenti non va proprio giù, ed è con particolare soddisfazione personale che noi, perfidi, li riproponiamo. Anche perché sono tantissimi. E non è colpa nostra se il cristianesimo è quel che è, e non è quel che piacerebbe a tanti.
D’Altra parte, stupisce tutto questo desiderio di modifica in molti: non vi piace? La scelta è varia. Parecchi sono passati al buddismo, altri all’islam (nessuno – curioso – al protestantesimo). Qualcuno è perfino tornato all’ebraismo.
Eppure, non c’è religione che non abbia avuto i suoi combattenti. Lo stesso buddismo, in Oriente, è tutt’altro che pacifico e, di tanto in tanto, furibonde battaglie si accendono tra bonzi di opposta obbedienza. Il cristianesimo, da un po’ di tempo, è stato ridotto a una sola frase: «Porgi l’altra guancia». E dire che il Dio del Vangelo è lo stesso dell’Antico Testamento, quello «degli eserciti». Mah! Dicevo che i santi militari sono tantissimi.
Infatti Gereone fu martirizzato, al tempo di Diocleziano e Massimiano, assieme ad altri trecentodiciotto soldati. Nei pressi di Colonia, in un luogo poi chiamato Mechtern (da «ad Martyres». I loro corpi vennero gettati in un pozzo. Più tardi, nello stesso posto, subirono identica sorte per l’identico motivo altri trecentosessanta soldati. Erano tutti cristiani e provenivano dalla Mauritania. La madre dell’imperatore Costantino, s. Elena, ci fece costruire la basilica detta «Ad sanctos aureos».
il Giornale – 10 ottobre 2000