Il Corriere del Sud 16 Maggio 2024
di Andrea Bartelloni
Appena chiusi i lavori del dodicesimo incontro romano della Fondazione Gioacchino Volpe, subito dopo i suoi saluti e uno scrosciante applauso, un improvviso malore interruppe la vita di Giovanni Volpe (1906-1984). «Morto in trincea […] morto coerentemente come è vissuto»: così lo ricorderà Alberto Giovannini (1912-1984) allora direttore del Secolo d’Italia.
Era domenica 15 aprile 1984, l’incontro, dedicato al tema della pace: “Sì alla pace, no al pacifismo”, era iniziato il venerdì 13. Interventi di altissimo livello come in tutti e gli undici incontri precedenti: Ettore Paratore, lo stesso Volpe, Julien Freund, Salvatore Valitutti, Roberto de Mattei, Giano Accame, Fausto Gianfranceschi, Gennaro Malgieri, Marcello Veneziani e Augusto Del Noce, per ricordarne solo alcuni. Incontri della fondazione che porta il nome del padre Gioacchino (1876-1971), storico e politico che ancora viene ricordato dal comune de L’Aquila (era nato a Paganica, all’epoca comune, adesso frazione del capoluogo) con un premio letterario.
La “Fondazione Gioacchino Volpe” nasce il 29 marzo 1972, e «ha per scopo la riaffermazione dei valori tradizionali della cultura come espressione autonoma della personalità umana, libera da ogni costrizione o suggestione, nel pensiero, nell’indagine scientifica, nell’arte» (art.4 dello Statuto).
Si pone come programma, l’organizzazione di seminari e convegni: questi saranno dodici, con la pubblicazione degli atti puntualmente nell’anno successivo. Saranno incontri di alto livello internazionale con la partecipazione di intellettuali da tutto il modo e che, riletti oggi, mantengono una loro importanza per i temi trattati*, che andavano oltre le contingenze del momento riproponendo la «validità della cultura tradizionale nell’epoca moderna».
L’elenco dei partecipanti sarebbe lunghissimo, ma come non ricordare, oltre quelli già nominati, Gustave Thibon, Marcel De Corte, Gianfranco Morra, Giuseppe Sermonti, Marco Tangheroni, Renzo De Felice, Marino Gentile, Salvatore Valitutti, Cristina D’Ancona, Sergio Ricossa, Thomas Molnar, Louis Salleron, Massimo Introvigne.
Giovanni Volpe era ingegnere e di grande successo, ma, impegnato culturalmente, riuscì a riunire attorno a lui uomini e donne che consolideranno le basi della cultura di destra: lo farà, oltre che con i convegni, con la fondazione di una casa editrice (1964) e le riviste Totalità e Pagine libere. Ma era proprio la casa editrice la sua sfida principale: essa toglierà dall’oblio autori dimenticati come Ernst Jünger, José Ortega y Gasset, Oswald Spengler, Titus Burckhardt, Panfilo Gentile, Mario Vinciguerra, Jean Madiran, fra gli altri.
L’editrice Volpe pubblicherà anche una collana tascabile, l’Architrave, diretta da Gianfranco De Turris, con la copertina disegnata da Sigfrido Bartolini, con testi di autori come Roberto de Mattei, Joseph De Maistre, Éduard Drumont, Roberto Michels, Ortega y Gasset, Cristina D’Ancona.
Del 1970 è il primo numero della rivista La Torre, mensile che Volpe dirigerà personalmente; nel 1971 nasce Intervento, bimestrale di più alto respiro culturale.
Come non richiamare poi alla memoria gli autori che hanno trovato spazio nel catalogo della casa editrice Volpe: Régine Pernoud e Gustav Thibon, ma anche Marcel de Corte, Julien Freund, Louis Salleron. La cultura italiana, non solo quella di destra, lo dovrebbe ricordare come un uomo lungimirante e coraggioso che in venti anni di attività culturale ha fatto conoscere in Italia autori che anche oggi vengono citati e ricordati anche da altri e ha saputo valorizzare giovani intellettuali che gravitavano all’epoca nell’ambiente, come, fra gli altri, Maurizio Cabona, Gennaro Malgieri, Marcello Veneziani, Stenio Solinas, Gianfranco De Turris e Adriano Romualdi.
Con la diffusione capillare dei suoi libri Giovanni Volpe contribuì alla formazione di gruppi molto uniti che si fecero a loro volta organizzatori di conferenze e centri culturali che dettero la possibilità alle varie anime della Destra di esprimere il meglio favorendo un fronte comune “in rivolta contro il mondo moderno”.
(*) Temi trattati nei dodici incontri: Autorità e libertà (1973); Una società contro l’uomo (1974); Linee per uno Stato moderno (1975); La libertà dello storico tra storia e politica (1976); La memoria storica e la sua difesa (1977); Il non primato dell’economia (1978); Ordine e disordine (1979); Nazione ed Europa (1980); Cultura e Nazione negli anni Ottanta (1981); Stato democratico e Società, oggi (1982); Quale democrazia può risolvere la crisi delle istituzioni italiane? (1983); Sì alla pace, non al pacifismo (1984).
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