La Croce quotidiano 18 maggio 2018
Intervista a Emily Faulkner, giovane biologa del Colorado che, assieme ad altri attivisti dell’associazione “LetThemLive.org”, sta aiutando la grande mobilitazione unitaria dei prolifers irlandesi in vista della consultazione del 25 maggio. I sondaggi danno l’Ottavo Emendamento della Costituzione per spacciato ma, grazie a Dio, si parla di “rimonta” dei “NO vote”…
di Giuseppe Brienza
Un gruppo di attivisti prolife americani, guidati dalla ventitreenne Emily Faulkner e dal suo fidanzato Nathan Berning (25 anni), sta dando una grossa mano alla mobilitazione unitaria dei prolifers irlandesi in vista della consultazione referendaria del 25 maggio. I due vivono in Colorado dove gestiscono il gruppo anti-abortista “LetThemLive.org”, collegato con il “Leadership Institute”, un’organizzazione conservatrice operante in Virginia, fondata nel 1979 dal repubblicano Morton C. Blackwell.
In un’intervista concessa in esclusiva a La Croce quotidiano la Faulkner, che sta ultimando i suoi studi in biologia all’università del Colorado, ci ha spiegato perché è venuta in Irlanda e come sia necessario che tutti gli attivisti prolife d’Europa e dell’Occidente intero si sentano come minimo chiamati in causa dall’ormai imminente referendum sull’Ottavo Emendamento.
Ciao Emily, ci puoi dire quando e “come” sei diventata un’attivista prolife?
Sono diventata un’attivista prolife al tempo del secondo anno in college. Sebbene cresciuta in una famiglia prolife, non avevo infatti fino allora compreso fino in fondo le reali motivazioni per essere contro l’aborto e in favore del diritto alla vita. Ho iniziato quindi a collaborare con un gruppo pro-life attivo nel mio college, frequentando la Colorado State University. E così sono entrata appieno nel mondo ideale dei prolife ma sono una convinta assertrice della difesa della vita del concepito perché da biologa ho studiato e compiuto un sacco di ricerche in materia risultandomi chiaro che la vita umana inizia dal concepimento. I miei studi di biologia e la scienza medica in generale confermano la giustezza delle battaglie prolife, ed è per questo che direi che sono diventata quello che sono in maniera piuttosto “logica”!
Ripeti spesso che la posizione anti-abortista non dovrebbe primariamente essere sostenuta sulla base di motivazioni religiose bensì etiche e scientifiche, puoi spiegarci meglio?
Certo. Sono assolutamente certa che moltissime persone religiose sono contrarie all’aborto a motivo della loro Fede. Anch’io personalmente sono Cattolica e lascio che la mia Fede com’è naturale informi tutto ciò che penso e vivo. Allo stesso tempo, però, sono fortemente convinta che sia la biologia sia l’embriologia contemporanee siano degli strumenti invincibili per dimostrare a tutti, credenti e non credenti, che l’inizio della vita umana coincide con il concepimento e che, pertanto, anche al non-nato sia da riconoscere eguali diritti della persona che vive al di fuori del grembo materno.
Perché con gli altri attivisti dell’associazione che hai fondato, “LetThemLive.org”, avete deciso di venire dagli Stati Uniti in Irlanda per fare campagna contro il referendum abortista del 25 maggio
Semplice, perché l’aborto è un tema che, volenti o nolenti, è entrato a far parte della tematica della tutela internazionale dei diritti umani e, quindi, essendo quello che succede in un Paese strettamente collegato a tutto il resto, ci è parsa piuttosto scontata la decisione di venire in Irlanda per poter condividere e divulgare quella che è la nostra conoscenza e sensibilità acquisita circa il tema della difesa della vita umana innocente.
Pensi che tutte le organizzazioni anti-abortiste occidentali dovrebbero unirsi e collaborare per difendere la causa dell’integrità e della santità della vita umana innocente?
Sì! Penso che tutte le organizzazioni prolife dovrebbero unirsi in qualche modo e collaborare per difendere insieme i diritti del bambino non-nato. Qui in Irlanda stiamo ora tutti lottando, senza distinzioni né personalismi, per assicurare la protezione del concepito e, secondo me, il movimento prolife internazionale potrebbe divenire molto, ma molto più forte se decidessimo tutti di collaborare l’uno con l’altro.
Cosa rispondere alle obiezioni di quei medici irlandesi che, durante questa campagna referendaria, stanno affermando che l’Ottavo Emendamento della Costituzione è da abrogare perché genera per loro incertezza dal punto di vista legale?
Anche in qualità di persona che sta per diventare medico, ricordo che io come loro abbiamo la responsabilità di salvare e non porre volontariamente fine alla vita umana. L’Ottavo Emendamento della Costituzione irlandese non ha mai impedito ad ostetrici e ginecologi di praticare la loro professione medica in pieno favore della salute della donna. Non a caso stiamo diffondendo un Appello firmato da 5 autorevoli ostetrici e ginecologi irlandesi, tutti già presidenti dell’Istituto Nazionale di Ostetricia e Ginecologia, che dichiarano di non essere mai stati finora impediti nell’esercizio della loro professione dall’applicazione dell’Ottavo Emendamento. [Il testo dell’Appello si può trovare sul sito www.irishtimes.com].
Poche settimane fa è stato pubblicato in Irlanda un sondaggio Millward Brown nel quale risultava che il voto NO al referendum abortista è cresciuto ultimamente di circa il 10% e, quello prochoice per il SI, è invece crollato di circa il 18%. Cosa ci puoi dire a proposito della situazione attuale? Pensi davvero che sarà possibile “salvare” l’Ottavo Emendamento?
Una cosa è certa, penso che tutti i prolife coinvolti in questa campagna stiano facendo il massimo per sostenere il voto anti-abortista. E sono anche convinta che l’Irlanda è una nazione prolife che continuerà a difendere il non-nato nel grembo materno!
Per concludere, puoi raccontarci qualcosa di particolare che stai imparando da quest’esperienza prolife irlandese?
Beh, mi stanno colpendo molto i rapporti fecondi che stiamo intessendo con gli irlandesi incontrati. Infatti, distribuendo assieme agli altri amici e collaboratori di “LetThemLive.org” la letteratura scientifica a disposizione per spiegare l’inizio e lo sviluppo della vita umana nel grembo materno, ho notato una grande volontà di conoscere e mobilitarsi da parte della gente d’Irlanda. In particolare, quando vengono a sapere che un feto di 12 settimane ha già impulsi celebrali pienamente avvertibili e può avere persino avere il singhiozzo vedo i loro occhi letteralmente strabuzzare!