Abstract: guerra e pace in Ucraina secondo il Magistero della Chiesa. Comprendendo tutte le crisi ed escalation violente, secondo la Caritas, si calcolano 359 conflitti nel 2020, incluso quello storico e “primordiale” tra israeliani e palestinesi. Non c’è quindi solo la guerra Russia-Ucraina ma, per motivi che non si faticano ad intuire, nei grandi media occidentali si parla quasi solo di questo conflitto.
Testo della conferenza tenuta a Roma il 29 marzo 2023 presso la Residenza Universitaria Internazionale (RUI)
Guerra e pace fra Magistero e attualità politica
di Giuseppe Brienza
«La pace terrena, che nasce dall’amore del prossimo,
è immagine ed effetto della pace di Cristo che promana dal Padre»
(Gaudium et Spes, 7 dicembre 1965, n. 78)
In un rapporto pubblicato prima dell’inizio della guerra in Ucraina la Caritas italiana aveva individuato nel mondo 22 conflitti ad alta densità (1). Con l’attacco sferrato dalla Federazione russa ad Hostomel’, nel distretto di Buča, il 24 febbraio del 2022 le guerre nel mondo salgono quindi a 23.
Comprendendo tutte le crisi ed escalation violente, sempre secondo la Caritas, si calcolano 359 conflitti nel 2020, incluso quello storico e “primordiale” tra israeliani e palestinesi. Finché durerà quest’ultimo, con tutte le sue conseguenze anche al di fuori della specifica area mediorientale, sarà a nostro parere molto difficile che la situazione internazionale possa migliorare dal punto di vista bellico. Gerusalemme, infatti, come ha ricordato Papa Francesco, «ha un valore universale, contenuto già nel significato del suo nome: “Città della pace”» (2).
Non solo conflitto il russo/ucraino…
Non c’è quindi solo la guerra Russia-Ucraina ma, per motivi che non si faticano ad intuire, nei grandi media occidentali si parla quasi solo di questo conflitto. Eppure in Siria negli oltre 12 anni di guerra le vittime ammontano a mezzo milione, laddove quelle fra russi e ucraini, al momento, non superano le 130mila, delle quali 30mila civili.
Nello Yemen dal conflitto in corso dal 2015 è scaturita la più grave crisi umanitaria del mondo, con 17 milioni di persone che soffrono la fame e abbisognano di assistenza umanitaria. In Etiopia la guerra è scoppiata per la contesa della regione del Tigray, lungi dall’essere risolta. Nell’ambito del conflitto in Mozambico dal 2017 la popolazione civile della provincia di Capo Delgado è vittima di continui attacchi omicidi di formazioni jihādiste, per non parlare poi del Sud Sudan, della Repubblica “Democratica” del Congo e del Mali, nazione all’interno della quale milizie islamiste impediscono ai contadini inermi di mietere le risaie bruciando e saccheggiando i loro campi. Di queste e delle altre guerre ad alta intensità, però, al di fuori delle ristrette cerchie specialistiche, non si parla. Non tutte le guerre sono uguali quindi per la (dis-)informazione e, quindi, per la politica contemporanea?
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)
A giudicare dagli appelli per la pace di Papa Francesco (con quello dell’Udienza Generale del 22 marzo 2023 assommano a 111 [3]), non solo rivolti ai belligeranti in Ucraina ma estesi anche a molte delle situazioni di conflitto attive nel mondo, l’evoluzione di quella che il Pontefice ha efficacemente identificato come la terza guerra mondiale “a pezzi” (4), sembra infittirsi nel tempo di sempre nuovi ostacoli e funeste prospettive. Fin dall’inizio del suo pontificato Bergoglio, in effetti, è stato l’unico “leader globale” che «ha colto il quadro complessivo delle sofferenze del pianeta, cercando di scuotere sia i fedeli che l’opinione pubblica occidentale dall’indifferenza indotta dall’apparente benessere» (5).
Come in tante altre situazioni di crisi e pericolo, però, le situazioni – umanamente parlando – sono in mano agli uomini e alle donne che reggono politicamente le fila delle comunità nazionali e internazionale. Per questo ritengo essenziale l’invocazione dell’Arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini a «pregare che lo Spirito di Dio e le parole del Papa facciano sorgere, come capita ogni tanto nella storia, qualche personalità eminente, saggia, santa, autorevole, all’altezza del suo compito, che la gente possa riconoscere come operatore di pace» (6).
Infatti, se la scena mondiale divenisse finalmente appannaggio di tali personalità di pace, verrebbero meno quei protagonisti guerrafondai nascosti che, pur avendo promosso e soffiando costantemente sulla damnatio del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, hanno la responsabilità di aver aggiunto ai danni e lutti della calamità creata, quelli della strumentalizzazione a fini di parte, in una dinamica bellica «sovente incrementata “a tavolino”, in quel meccanismo di azione reazione, ben noto e, non solo agli esperti, nei millenni» (7).
L’unica via d’uscita dalla tragedia ucraina? Un cessate il fuoco immediato
Per quanto riguarda l’Italia, ormai la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica è divenuta contraria all’invio di armi in Ucraina (8). Sembra quindi confermato quel dato da sempre tramandato dalla storia secondo cui il popolo (i popoli) abbiano un “connaturato” bisogno di pace.
Oltretutto, come ricordava uno dei pochi politici della Prima Repubblica non asservito a logiche unilaterali o servilistiche in politica estera come Amintore Fanfani (1908-1999), «la Costituzione italiana è seria quando dice che l’Italia rinunzia alla guerra come strumento di politica estera» (9).
Oggi manca purtroppo chi si richiami all’eredità di un grande cattolico in politica come Fanfani che, senza manovre di Palazzo, interventi giudiziari e/o interferenze internazionali ha saputo ricoprire onorevolmente più volte l’incarico di ministro degli esteri oltre che, per ben sei volte, quello di presidente del Consiglio (10). Come affermato da un protagonista di quei tempi come Mario Primicerio, già sindaco di Firenze dal 1995 al 1999 e fino a pochi anni fa presidente della fondazione intitolata a Giorgio La Pira (1904-1977), altro protagonista recentemente dichiarato Venerabile da Papa Francesco, «l’unica via d’uscita dalla tragedia ucraina è un cessate il fuoco immediato. Anche senza un ritiro preventivo delle truppe russe» (11).
L’Italia e Roma potrebbero svolgere in merito un ruolo importantissimo, perché noi rimaniamo la “patria del diritto” ed i fautori di una idea di pace fondata sul diritto. Un’idea portata avanti nei secoli da filosofi, giuristi, ecclesiastici ma anche da politici significativi e internazionalmente noti come i citati Fanfani e La Pira. Uomini e donne per i quali lo stato naturale (o “primitivo”) delle relazioni tra i popoli non è la guerra [teoria della “ostilità naturale” promossa sulla scia dello storico e giurista tedesco Theodor Mommsen (1817-1903)] bensì «il fallimento della politica» (12).
A proposito della pace, in particolare, è ora valido più che nel passato l’insegnamento di san Giovanni Paolo II sul ruolo del diritto «destinato ad ampliarsi nel mantenimento della pace. Si sapeva già quanto largamente, in ogni stato, la promozione della giustizia e il rispetto dei diritti dell’uomo beneficiassero del lavoro dei giuristi. Ma il ruolo di costoro non è minore quando si tratta di ricercare i medesimi obiettivi sul piano internazionale, e di perfezionare, a questo livello, gli strumenti giuridici che costruiscono la pace e la mantengono»(13).
Conclusione (con una proposta)
Ricorrendo in conclusione ad un protagonista “fuori dei giochi” come il prof. Primicerio, ci sembra significativo ricordare quanto da lui affermato in specifico riferimento alla guerra in Ucraina, ovvero che «la pace è un processo, e il primo passo deve essere volto a limitare l’intensità del conflitto fino a una cessazione delle ostilità» (14).
Riteniamo quindi che un possibile passo verso una «migliore politica, posta al servizio del vero bene comune» (15) possa essere operato nell’ambito degli attuali conflitti ad alta densità con la promozione di “corridoi umanitari”. Frutto talvolta di una collaborazione ecumenica fra protestanti e cattolici, tali “corridoi” stanno dando e potranno dare ancora più rifugio e accoglienza a sempre più singoli e famiglie, realizzando così, come afferma Papa Francesco, «un impegno concreto per la pace» non solo per il martoriato Paese ucraino ma anche «per gli altri che sono colpiti dalla guerra […]. E questo servizio ai poveri, ai profughi e ai rifugiati è anche un’esperienza forte di unità tra i cristiani […] un bel segno che unisce fratelli e sorelle che condividono la fede in Cristo» (16).
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(1) Cfr. Caritas Italiana, Falsi equilibri. Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2021.
(2) Papa Francesco, Saluto ai partecipanti del Gruppo congiunto di lavoro per il dialogo tra il Dicastero per il dialogo interreligioso e la Commissione Palestinese per il dialogo interreligioso, 9 marzo 2023.
(3) Cfr. Maria Pia Baccari, Il grido di pace: la violenza e la guerra non sono mai lavia della pace, in Centro Studi “Rosario Livatino”, 18 marzo 2023.
(4) Cfr. Marco Orioles, La Terza guerra mondiale a pezzi. La grande turbolenza globale: cronache e commenti, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ) 2022.
(5) Gianpiero Gamaleri, La fumata bianca della pace. La voce di dodici Papi contro la guerra, Editrice Pagine, Roma 2023, Introduzione.
(6) Cit. in Francesco Ognibene, Delpini: la pace è una guarigione. Ora tregua, basta morti, basta bombe, Avvenire, 19 febbraio 2023.
(7) M. P. Baccari, Il grido di pace: la violenza e la guerra…, art. cit.
(8) Cfr. Istituto Demopolis, L’invio di armi a Kiev divide l’Italia, in Famiglia Cristiana, 23 febbraio 2023.
(9) Amintore Fanfani, Intervento alla Camera dei Deputati, in Atti parlamentari della IV Legislatura – Discussioni
(10) Ricordiamo anche che Amintore Fanfani è stato eletto presidente alla 20ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il periodo 1965-1966 e, d’allora, è l’unico politico italiano ad avere ricoperto tale carica.
(11) Cit. in Riccardo Michelucci, La pace e quella lezione di La Pira. Porre fine alle sofferenze dell’Ucraina, Avvenire, 12 febbraio 2023, p. 7.
(12) Papa Francesco, Discorso ai giovani del “Progetto Policoro” promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, Sala Clementina, 18 marzo 2023.
(13) Cit. in La pace nella parola di Giovanni Paolo II 1978-1982, Figlie di San Paolo, Roma 1982, pp. 129 ss.
(14) Mario Primicerio, La pace e quella lezione di La Pira…, intervista cit.
(15) Papa Francesco, Lettera Enciclica “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale, 3 ottobre 2020, n. 154.
(16) Idem, Discorso alle famiglie rifugiate attraverso i corridoi umanitari, Aula Paolo VI, 18 marzo 2023.