Avvenire Giovedì 6 Settembre 2018
Inedito. Il grande filosofo scozzese ragiona sulle differenze fra gli eroi antichi e moderni: nei primi vedeva lo spirito di ferocia e barbarie e nei secondi lo spirito cortese e raffinato
di David Hume
In ciò consiste quella prima e notevole differenza tra gli eroi poetici e i romantici e, quindi, tra i grandi uomini dell’antichità e quelli della prima modernità; benché valutassero se stessi in base al loro coraggio superiore a tutte le altre virtù, gli uni erano portatori di uno spirito di ferocia e barbarie, che naturalmente li assaliva quando non si lasciavano correggere dalla ragione o dall’esempio dei migliori e che li trasformava in pirati e ladri, mentre gli altri, con un’ostentazione di civiltà, cercavano di infondere in ogni loro azione lo spirito più cortese e umano possibile, unito a una generosità sublime sempre partecipe dell’eroismo più elevato e raffinato.
Inoltre, nonostante la esprimessero in mille fantasticherie, tuttavia non si può non preferire la semplice ruvidezza degli uni alla chimerica e artificiosa raffinatezza degli altri. E comunque, se non è migliore, almeno ambisce a esserlo.
Il metodo con cui questi cortesi cavalieri hanno acquisito il grado massimo di civiltà è consistito nel mescolare l’amore con il coraggio. L’amore è una passione molto generosa e ben adattabile tanto alla solidarietà quanto al coraggio, che non possono non conciliarsi. L’unica in grado di competere con l’amore è l’amicizia, che benché sia un’altra passione affinata per l’uso comune, non presenta un grado di naturalezza elevato come quello dell’amore, cui pressoché tutte le persone hanno una grande inclinazione: è impossibile ammirare la bellezza in una donna senza avvertirne il tocco.
Inoltre, poiché l’amore è una passione capricciosa, è più soggetta alle forme della fantasia che inevitabilmente assume quando si mescola alla cavalleria. L’amicizia è una cosa tanto solida e seria, e, come l’amore per la patria negli eroi romani, essa distrugge e mette in fuga tutte quelle chimere che si uniscono allo spirito d’avventura.
Così una dama è essenziale per la vita di un uomo galante o cavaliere errante, come Dio o un santo lo è per quella di un fedele. Né si fermerà qui, o si accontenterà di una sottomessa reverenza e venerazione nei confronti di una sola persona dell’altro sesso, anzi estenderà al meglio la stessa gentilezza a tutte le dame, rendendole, per un curioso capovolgimento dell’ordine della natura, superiori.
Ciò inevitabilmente si attaglia a quell’infinita generosità di cui fa professione. Tratta ogni cosa a lui inferiore con sottomissione e ogni cosa superiore con indifferenza. Perciò manifesta le due forme di generosità che Virgilio individua nella stravaganza.
Da qui la forte e irriducibile avversione del cavaliere errante per i giganti e la più umile e rispettosa sottomissione nei confronti delle dame. Sono questi due sentimenti ad animarlo nelle sue avventure, pianificate tutte allo stesso modo per salvare le dame in difficoltà perché imprigionate e vittime della violenza dei giganti. Sulla base di queste idee di coraggio e finzione si sono formati i modelli dell’epoca in questione.
Gli effetti che hanno prodotto sulla vita e sulla conversazione ordinaria sono stati: in primo luogo, una stravagante galanteria e adorazione nei confronti del sesso femminile nella sua totalità e degli straordinari ideali romantici come la costanza, la fedeltà e la raffinatezza romantica per una dama; in secondo luogo, l’introduzione della pratica del combattimento individuale. Come ciò sia scaturito naturalmente dalla cavalleria è di facile comprensione.
Un cavaliere errante non combatte come qualsiasi altro uomo, sia pure pieno di passione e risentimento, ma con la più grande delle abilità civili e un coraggio straordinario. Ti saluta prima di tagliarti la gola, e chi non è informato di un simile mistero potrebbe scambiarlo per un infido adulatore e pensare che, come Giuda, ti stia tradendo con un bacio proprio mentre mostra una calma generosa e un coraggio amichevole.
Di conseguenza, qualsiasi atto viene compiuto con il più alto cerimoniale e il massimo ordine; e ogni volta che una di queste due possibilità o un maggiore grado di coraggio porta a vincere uno dei due combattenti, costui dà generosamente la sua vita all’antagonista e di nuovo lo abbraccia come suo amico