Newsletter n.2 Febbraio 2017
Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.
Padre Damiano Puccini
Attualmente, su una popolazione di quattro milioni di abitanti, il Libano ospita nel proprio territorio due milioni di rifugiati siriani e palestinesi. Nei campi profughi libanesi le condizioni sono al limite della sopravvivenza. Nelle baracche fatiscenti non c’è traccia di alcun tipo di servizi igienici; nei campi malsani la gente soffre il caldo torrido in estate e il freddo pungente in inverno. Questo favorisce il diffondersi di malattie, peggiorate dalla malnutrizione. I bambini e ragazzi che dovrebbero essere a scuola, nella maggior parte dei casi lavorano per pochi soldi, chiedono la carità ai semafori di Beirut, si intrufolano fin dentro i cassonetti alla ricerca di un po’ di cibo.
I profughi siriani, poiché clandestini, hanno diritto ad essere assistiti in ospedale solo a pagamento, anche in caso di tumore e malattie gravi. Melissa è una rifugiata siriana di 30 anni. Arrivata in Libano due anni fa da Aleppo, una delle città più colpite dalla guerra in Siria, ha trovato la morte in un campo profughi, qualche settimana fa, a causa di una malattia causata dal freddo, diventata fatale per la totale assenza di cure mediche.
Alla fine di questo mese di febbraio ricorre il “primo compleanno” della nostra cucina di Damour, allestita e resa funzionante dai volontari di Oui pour la Vie, in grado di offrire fino a 300 pasti ai profughi di tutte le appartenenze religiose. E’ per noi un grande traguardo essere arrivati a metterla in opera e a farla funzionare senza sosta fino ad oggi. Grazie a tutti voi che ci sostenete!
Una famiglia siriana è composta da tre bambini (Nabila di 8 anni, Wafar di 10 e Hadi di 16 anni) insieme ad una madre, malata mentalmente. Il padre è morto durante la guerra in Siria un anno e mezzo fa. Come da tradizione, il fratello maggiore Hadi, ricopre di fatto il ruolo di padre e madre nello stesso tempo. Lui conosce i bene nostri volontari di Oui pour la Vie, perchè viene a ritirare il cibo alla nostra cucina. Quando però durante le ultime vacanze di Natale, gli abbiamo proposto di lasciarci i due ragazzi più piccoli per una giornata distensiva in montagna, Hadi era preoccupato e chiedeva: “Di che cosa mai vorranno parlare con i miei fratelli musulmani, vogliono convertirli al cristianesimo?”. Per questo è partito per raggiungerli in montagna ma, quando è arrivato, è rimasto scioccato nel sentire uno dei nostri volontari che diceva: “Cari amici musulmani, è il momento della vostra preghiera, per chi vuole pregare qua dietro c’è un posto adatto”.
Hadi allora ha cominciato a piangere e ha voluto scusarsi con tutti noi e alla fine ha aggiunto: “Anche se i nostri genitori sono morti, però sono sicuro che questi miei due fratelli saranno sempre in buone mani finchè staranno con voi. Oggi dentro di me, malgrado la nostra miseria e nonostante tutto quello che abbiamo sofferto a causa della guerra, ho sentito veramente che Dio esiste!”.
Hadi collabora molto con noi nella distribuzione del cibo, nel venire a individuare le persone più povere e nel cercare sempre di creare legami di condivisione del cibo e dei vestiti con tutti.
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