Newsletter n.5 Maggio 2017
Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.
Padre Damiano Puccini
Quella di quest’anno è stata la settima Pasqua per la Siria da quando nel Paese infuria la guerra, iniziata nel marzo 2011. Padre Ibrahim Alsabagh, 44enne parroco a Aleppo, afferma che «sono i leader religiosi cristiani e musulmani i soli a cercare, insieme, di essere operatori di pace; la fine delle violenze non dipende dagli interventi militari».
Mons George Abou Khazen, vescovo di Aleppo ha recentemente dichiarato a questo proposito: «I timori sono parecchi: abbiamo molta paura per l’avvenire della Siria, su come andrà a finire, perché non è per niente chiaro; e poi soprattutto per il futuro della Chiesa, con questa emigrazione costante dei giovani e delle giovani famiglie… Abbiamo anche molta più condivisione! E’ vero che sono tutti nella necessità, ma qui abbiamo parecchi fedeli che danno tutto quello che hanno, come la vedova della parabola del Vangelo: ad esempio, quando manca l’acqua e non c’è elettricità, parecchi portano l’acqua con i bidoni e se trovano un vicino di casa che abita al quarto o quinto piano, un anziano, un’anziana o un malato gliela portano su con una gioia e un amore veramente cristiano. Così pure con la luce: noi dobbiamo fare l’abbonamento ai generatori di elettricità, ma talvolta ci sono persone che non hanno di che pagare; allora molti tra noi cristiani, vedendo queste estreme necessità, cercano di aiutare, condividendo con chi non può, collegando il loro impianto elettrico con un cavo.
In Libano prosegue a Damour l’assistenza ai profughi da parte dei volontari di Oui pour la Vie. L’impegno dei 300 pasti, che ci siamo assunti nei confronti delle famiglie, che vivono nelle miseria piu’ profonda, viene portato avanti con tanto impegno da parte dei volontari libanesi dell’Associazione. La loro rinuncia fino ad un terzo delle loro risorse personali, come condivisione per amore di Dio della sorte di questi sventurati, fa scaturire sempre dal cuore la serenità che tocca il cuore di queste famiglie bisognose, portandole al perdono e alla collaborazione per soccorrere insieme i bisogni di altri.
Si chiede sempre a tutti di aiutare e di fare pubblicità alla nostra cucina.
Una signora siriana, che vive con i bambini, tra le pareti di un condominio in costruzione, e si protegge dalle intemperie con nylon e qualche pannello di legno appoggiato, con un grande sorriso ci dice sempre che per lei le volontarie di “Oui pour la Vie” sono delle sorelle e la loro visita le riempie il cuore, anche quando il cibo non è a sufficenza.
Un sacerdote è venuto a visitarci perchè anche lui ha un gruppo di volontari con i quali voleva organizzare una cucina come la nostra. Purtroppo però la sua iniziativa non è decollata, perché nei suoi collaboratori c’era tanto entusiasmo ma poco amore. Abbiamo allora condiviso insieme con lui e i suoi volontari quello noi che ci siamo detti in occasione del ritiro spirituale di Pasqua: «Tutto dura poco se non c’e’ l’ amore, che è il cammino dritto verso Dio, per donarsi senza esitazione e sopportare il male degli altri, pregando, con un sorriso».
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