Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.
http://www.ouipourlavielb.com/en/mission
padre Damiano Puccini
Dall’inizio della guerra in Siria, nel 2011, ad oggi, oltre 3,2 milioni di persone hanno abbandonato il paese, dei quali circa 1 milione e 600 mila sono in Libano insieme a 700 famiglie di iracheni. Un mare di persone che da anni vive in tenda o su caravan parcheggiati su pezzi di terra brulla alle periferie dei centri urbani, in parchi cittadini, in edifici in via di costruzione, in baracche in aperta campagna e sul lungomare.
Si accalcano anche quattro o cinque famiglie in piccoli ripostigli per attrezzi, in cemento grezzo o pietra, senza intonaco, né pavimenti, né infissi. Nessuno scritto può descrivere in modo adeguato ciò che si vede: i piedi nudi dei bambini che a gennaio non avevano scarpe e giocavano in ciabatte tra ciottoli, fango e neve, l’appello per la distribuzione delle uova o di qualche altro prodotto, l’odore che si respira sotto le lamiere dove abitano cinque o sei famiglie insieme, i materassi impilati di giorno per fare spazio alla vita e la cucina all’aperto su fornelli improvvisati…
Il tempo pasquale, tradizionalmente dedicato alla Terra Santa, sia l’occasione per un gesto di carità nei riguardi di queste migliaia di famiglie, sradicate dalla loro terra e costrette ad emigrare verso l’ignoto.
I nostri volontari di Oui pour la Vie visitano continuamente questi profughi, portando cibo e medicine, frutto delle loro rinunce e delle richieste che rivolgono, anche a debito, ai loro parenti ed amici.
Ecco alcune nostre testimonianze.
Due membri din Oui pour la Vie che avevano avuto un grande problema tra loro e, a causa di questo, anche le loro famiglie erano diventate praticamente nemiche, avevano bisogno di un “miracolo” per risolvere questa difficile situazione. Uno di questi due volontari, un giorno si è ammalato e non poteva quindi recarsi dai poveri per la visita settimanale. L’altro allora, all’insaputa di quello indisposto, è andato a visitare il gruppo assegnato e una famiglia di profughi, che ha conosciuto il loro problema, ha confezionato un piccolo mazzo di fiori come segno di amicizia.
Questo gesto ha molto colpito l’altro volontario, che ha smesso di sentirsi offeso e si è calmato. Ora i due membri di Oui pour la Vie chiedono di uscire sempre insieme per le varie iniziative.
Una ragazza di 23 anni, di famiglia benestante, era impegnata come volontaria in Oui pour la Vie. All’improvviso ha scoperto di essere malata di cancro morendo dopo qualche mese. Prima di morire ha insistito con la sua madre, affinché fosse lei a continuare l’impegno di carità. Dopo qualche esitazione, la mamma ha preso il posto della figlia e, dopo un po’ di tempo, ha dichiarato davanti a tutti: “La mia vita è cominciata dopo la morte di mia figlia. Facendo la volontaria ho capito cosa sia la pace, la felicità come non l’avevo mai provata, la gioia di donare senza nulla ricevere, la soddisfazione di vedere il sorriso dei bambini poveri per il minimo di cose che ricevono, quando io, che posseggo molto, non ho mai sorriso. Grazie Signore, grazie figlia mia!”.
Auguri di Pasqua nel Signore risorto!
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