Massoneria e religioni
a cura di Massimo Introvigne, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1994
(pubblicato per gentile concessione dell’Editore).
di Michael W. Homer
Poco dopo la formazione della Gran Loggia di Londra nel 1717, la massoneria inglese fu introdotta nel Nord America. Nel 1730 Daniel Cox venne nominato Gran Maestro Provinciale per gli Stati di New York, New Jersey e Pennsylvania, e tre anni dopo Henry Price fu nominato Gran Maestro Provinciale per il New England (1). Nello stesso periodo la Gran Loggia degli Antients (“Antichi”), risultato di uno scisma in Inghilterra, concedeva patenti in America a diverse Gran Logge Provinciali, la maggioranza delle quali non venivano registrate presso la Gran Loggia di Londra.
Al tempo in cui le colonie americane conquistavano l’indipendenza dalla Gran Bretagna, la Gran Loggia di Londra aveva nominato negli Stati Uniti ventitré Gran Maestri Provinciali, e la Gran Loggia Provinciale degli Antients per la Pennsylvania aveva stabilito più di cinquanta logge nell’America del Nord e nei Caraibi (2).
In seguito a questi avvenimenti le logge degli Stati Uniti si resero indipendenti dalle due Gran Logge rivali del Regno Unito. Nell’anno 1800, la fraternità dichiarava di avere 11 Gran Logge, 347 logge subordinate e sedicimila membri negli Stati Uniti (3), e nel 1826 è stato stimato che ci fossero 26 Gran Logge, tremila logge costituenti e tra centomila e centocinquantamila membri (4). Soltanto nello Stato di New York – che aveva la più ampia popolazione massonica del paese – potevano esserci cinquecento logge e ventimila membri (5).
Mentre le logge massoniche in America conoscevano una fenomenale crescita nei primi tre decenni del diciannovesimo secolo, cominciò a fiorire una letteratura massonica che cercava di spiegare le credenze e le pratiche dell’Ordine. I libri più importanti scritti da massoni negli Stati Uniti durante questo periodo sono The Freemason’s Monitor or Illustrations of Masonry di Thomas S. Webb, pubblicato nel 1797 (6) e The True Masonic Chart, or Hieroglyphic Monitor di Jeremy L. Cross, pubblicato nel 1820 (7).
Oltre ai libri cominciavano ad essere pubblicati diversi giornali massonici, fra cui il Masonic Mirror and Mechanic’s Intelligencer, che apparve per la prima volta nel novembre 1825. Queste opere discutevano apertamente – con dettagli oggi sorprendenti – i gradi e le leggende dell’Ordine: spiegavano che l’Ordine trovava le sue origini in Adamo, in Enoch, in Mosé, in Salomone; che la sua organizzazione, gli insegnamenti e i rituali erano stati conservati attraverso la costruzione delle cattedrali, e che insegnava un linguaggio e un simbolismo necessari per entrare nella “Loggia Celeste dell’Aldilà” (8).
In breve la massoneria era – secondo i suoi esponenti – l’unica istituzione che aveva “resistito alle ingiurie del tempo. Tutte le altre [istituzioni antiche] sono sprofondate nell’oblio” (9). Si trattava – secondo queste fonti – del “sistema più morale che sia mai esistito” (10), e dell’unica istituzione “fondata sulla Roccia di tutti i Tempi” (11), in grado di trasmettere “i principi eterni e invariabili della religione naturale” in base ai quali gli uomini potevano regolare la loro condotta (12).
A partire dal 1749 “rivelazioni” sulla massoneria scritte da non massoni che erano state pubblicate in precedenza nel Regno Unito vennero stampate per la prima volta negli Stati Uniti. Ma la prima vera campagna contro l’Ordine in America venne lanciata dopo la Rivoluzione francese, quando una serie di libri, pubblicati per la prima volta in Europa, cominciarono ad apparire sostenendo che un gruppo di massoni bavaresi, gli Illuminati, si erano organizzati per prendere il controllo del mondo e avevano cominciato con l’abbattere la monarchia francese (13).
Questi attacchi vennero presto seguiti da libri scritti da autori americani che rivolgevano le stesse accuse alla massoneria così come esisteva in America (14). Questi lavori prepararono la scena per l’ondata successiva di propaganda anti-massonica – comprensiva di libri, congressi, giornali, rappresentazioni pubbliche che svelavano i segreti delle cerimonie massoniche e perfino un partito politico – che iniziò dopo la sparizione di William Morgan. Morgan era un ex-massone che era entrato nell’Arco Reale a LeRoy, nello Stato di New York, il 23 maggio 1825, ma a cui – sembra – era stata rifiutata la partecipazione a un nuovo capitolo formato a Batavia.
Poco dopo Morgan – che era un imprenditore edile – nell’estate del 1826, in collaborazione con il direttore del giornale Republican Advocate di Batavia, David Miller, preparò un testo (secondo alcuni massoni copiato in realtà da opere già apparse in Inghilterra) (15) in cui rivelava i primi tre gradi della massoneria, compresi i segni di riconoscimento, le parole di passo e le penalità. Infuriati dall’ovvia violazione, da parte di Morgan, del giuramento di non rivelare i rituali della massoneria, gruppi di massoni cercarono di impadronirsi del testo prima che il libro venisse pubblicato e – almeno secondo le fonti anti-massoniche – di bruciare l’ufficio di Miller.
Quando questi sforzi fallirono, sembra che alcuni massoni abbiano deciso di rapire Morgan il 12 settembre 1836, prima che il libro venisse pubblicato. La moglie di Morgan, Lucinda, tentò di offrire il manoscritto del marito in cambio della sua libertà (16), ma di Morgan non si sentì più parlare e il suo volume Illustrations of Masonry (17), il primo vero libro americano di rivelazioni sulla massoneria, venne pubblicato da Miller in novembre e ottenne un notevole successo (18).
Il rapimento di Morgan e la pubblicazione del suo libro sono alle origini dell’autentica febbre anti-massonica che scosse la nazione. Il libro di Morgan venne pubblicato in almeno venti edizioni tra il 1826 e il 1830, al culmine del fervore anti-massonico negli Stati Uniti, fino a quando la sua popolarità dovette cedere il passo a quella del libro di David Bernard Light on Masonry (19), dove questo ministro battista ed ex-massone, che era stato il segretario del primo congresso anti-massonico americano (e dichiarava di essere stato il primo massone a uscire dall’Ordine dopo il caso Morgan), utilizzava non solo le rivelazioni di Morgan sui primi tre gradi, ma anche i manoscritti inediti che l’imprenditore ex-massone aveva lasciato sui gradi di Maestro del Marchio, ex-Maestro, e Maestro Eccelso, che aveva ottenuto dalla vedova del costruttore scomparso (20), e aggiungeva ricerche sue fino a comprendere più di quaranta gradi.
Spiegava pure – in un modo che sarebbe stato ripetuto da numerose opere anti-massoniche successive – perché Bernard si era indotto a violare il suo giuramento massonico (21). Nel 1829 il libro di Bernard venne pubblicato in sei varianti diverse. In questi libri di rivelazioni e in altre opere anti-massoniche venivano denunciati il carattere spurio delle leggende sulle origini antiche della massoneria (22) e su Hiram Abiff (23), e veniva messa in dubbio la legittimità della pretesa massonica di offrire luce e conoscenza ai membri per permettere loro di entrare nella “Loggia Celeste” (24).
Durante il periodo della maggiore crescita massonica negli Stati Uniti una persona che firmava Joseph Smith Senior, e che poteva essere il padre del fondatore dei mormoni (ma anche un omonimo, dal momento che i “Joseph Smith” erano certamente comuni nella zona), venne iniziato fino al grado di Maestro nella loggia Ontario n. 23 a Canandaigua, nello Stato di New York, tra il 26 dicembre 1817 e il 17 maggio 1818 (25).
Il profeta mormone, Joseph Smith Junior, non divenne massone prima del 1842, ma altri futuri mormoni si affiliarono alla massoneria nel decennio 1820, fra cui Hyrum Smith, il fratello del fondatore (loggia Mount Moriah n. 112 a Palmyra, nella Contea di Ontario, Stato di New York); Heber C. Kimball (loggia Victor n. 303, a Victor, Contea di Ontario, Stato di New York); Newell K. Whitney (loggia Meridian Orb n. 10, a Painesville, Contea di Lake, Stato dell’Ohio); George Miller (loggia dei Figli della Vedova n. 60, ad Albemarle, Contea di Milton, Stato della Virginia); e James Adams (loggia Springfield n. 2, a Springfield, Stato dell’Illinois).
Le pubblicazioni massoniche e le rivelazioni di coloro che si opponevano all’Ordine permettevano agli iniziati e ai curiosi di scoprire un certo numero di leggende relative alla costruzione di templi nell’antichità e a documenti e parole chiave che si supponeva avessero permesso alla massoneria di perpetuare la vera conoscenza di Dio dall’antichità al tempo presente. Tra le leggende principali tre sono rilevanti per il nostro argomento:
1. La leggenda di Enoch
A Enoch venne mostrata in sogno una lamina triangolare d’oro, che conteneva il vero nome di Dio. Enoch si fece una lamina triangolare d’oro simile a quella che aveva visto in sogno, vi incise sopra i “caratteri ineffabili”, la collocò su un piedistallo triangolare e la mise in un tempio che aveva costruito sotto terra a cui si accedeva tramite un arco. Nessuno tranne Enoch conosceva il tesoro che aveva depositato nel tempio.
Per assicurarsi che il tesoro non andasse perduto, Enoch collocò una porta di pietra all’ingresso della caverna dove la lamina d’oro era nascosta, e sopra la porta costruì due pilastri, uno di ottone per proteggere dall’acqua e uno di marmo per proteggere dal fuoco, su cui pose iscrizioni che descrivevano il tesoro. In cima al pilastro di ottone collocò una sfera che conteneva mappe del mondo e dell’universo e costituiva uno strumento “per migliorare la mente e fornirle l’idea più distinta di ogni problema o proposizione” (26).
La lamina d’oro fu più tardi scoperta dal re Salomone vicino al luogo dove sarebbe stato costruito il suo tempio, nel quale venne depositata in un “sarcofago sacro” (27).
2. La leggenda di Hiram Abiff
Durante la costruzione del tempio di Salomone il Gran Maestro (il “figlio della vedova”, Hiram Abiff) fu ucciso da tre traditori perché si rifiutava di rivelare loro la “parola del Maestro”. Dopo la morte di Hiram Abiff il re Salomone rivelò il “grande segnale di pericolo”, che da allora ogni massone utilizza quando si trova realmente in pericolo.
Uno dei simboli della massoneria comprende una vergine “che piange su una colonna spezzata, con un libro aperto dinanzi a lei”, che simboleggia lo “stato incompiuto del tempio al momento dell’assassinio di Hiram Abiff” (28). Dopo che il tempio di Salomone fu terminato diversi segni, parole di passo, penalità e simboli vennero rivelati; essi sono necessari per progredire fino a una completa conoscenza di Dio (29). Il primo assassino di Hiram Abiff finì per essere decapitato, e gli amici di Hiram giurarono di vendicarsi dei suoi assassini e di coloro che avrebbero tradito i segreti della massoneria (30)
3. La restaurazione della Parola del Maestro
Durante la ricostruzione del tempio di Salomone ad opera di Zarubbabel o Zorobabel, circa quattrocentonovanta anni dopo l’originaria costruzione del tempio, la parola del Maestro massone – che era andata perduta con l’assassinio di Hiram Abiff – sarebbe stata riscoperta tra le rovine del tempio (31).
II. Joseph Smith e il “Libro di Mormon”
Nella serata del 21 settembre 1823, secondo il suo racconto, Joseph Smith, un ragazzo di diciassette anni che viveva nello Stato di New York, ricevette l’apparizione di un messaggero celeste chiamato Moroni. Quest’ultimo rivelò a Joseph che: “C’era un libro nascosto, scritto su tavole d’oro, che fornisce un resoconto dei primi abitanti di questo continente, e rivela da dove sono venuti.
Disse pure che la totalità dell’eterno Vangelo era contenuta in questo libro, così come era stata rivelata dal Salvatore a questi antichi abitatori; che c’erano anche due pietre in astucci d’argento – e queste pietre, legate a un pettorale, costituivano quello che è chiamato Urim e Thummim – nascoste con le tavole; il possesso e l’uso di queste tavole era quanto costituiva i veggenti nei tempi antichi; e che Dio le aveva preparate perché servissero a tradurre il libro” (32).
La visione venne manifestata a Joseph tre volte nel corso di quella serata, e nuovamente il mattino seguente. A Joseph venne concesso di vedere le tavole d’oro, il pettorale e l’Urim e Thummim immediatamente, ma gli fu detto che non avrebbe potuto prenderli dal luogo dove si trovavano – la collina di Cumorah – né tradurli per quattro anni, quindi fino al 21 settembre 1827.
Quando finalmente ottenne le tavole ne cominciò una traduzione, che venne pubblicata nel marzo 1830 con il titolo Libro di Mormon. Il Libro di Mormon è la storia degli abitatori del continente americano dall’epoca della Torre di Babele fino al 400 d.C. Il libro descrive i viaggi di questi antenati degli Indiani d’America dal Vecchio al Nuovo Mondo, la divisione che si sarebbe verificata fra i figli di Nefi (Nefiti) e di Laman (Lamaniti) così come le loro rispettive guerre, forme di governo, culture.
Poco dopo la pubblicazione del Libro di Mormon Joseph Smith Junior e cinque altre persone fondarono la “Chiesa di Cristo” (oggi nota come Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, o Chiesa mormone).
III. Paralleli tra la massoneria e il Mormonismo: il “Libro di Mormon”
A. Le tavole d’oro
Ci sono diversi elementi nelle leggende massoniche e nella storia delle origini mormoni che offrono materia per paralleli interessanti. Joseph Smith è stato spesso comparato al profeta Enoch in diverse rivelazioni che fanno oggi parte di Dottrina e Alleanze (33). Joseph Smith aveva la stessa età, quando fondò la “Chiesa di Cristo” nel 1830, di Enoch quando – secondo la leggenda – ricevette il sacerdozio di Melchisedec (34).
Inoltre Joseph ed Enoch avevano avuto esperienze simili. Enoch aveva ricevuto una visione in cui si parlava di tavole d’oro nascoste nel Monte Moriah, e in seguito depositò le tavole nella collina per le generazioni future; a Joseph venne detto che tavole d’oro erano nascoste nella collina di Cumorah, ed egli dichiarò di avere tradotto queste tavole, di averne ricavato un testo sacro e di avere quindi riconsegnato le tavole perché fossero nascoste di nuovo in modo inaccessibile nella stessa collina.
È anche significativo che – secondo il resoconto di Joseph Smith – gli strumenti e le tavole trovate nella collina di Cumorah e tradotte erano state portate nel Nuovo Mondo dal Vecchio, e precisamente dallo stesso luogo in cui Enoch aveva seppellito il suo tesoro (35).
B. Il “Libro di Mormon”
Poco dopo la pubblicazione del Libro di Mormon a Palmyra, nello Stato di New York, nel mese di aprile del 1830, alcuni osservatori cominciarono a sostenere che comprendeva dei brani anti-massonici. Martin Harris, che aveva collaborato con Joseph Smith scrivendo sotto la sua dettatura, ed era fra coloro che avevano testimoniato che le tavole d’oro esistevano, definì nel 1831 il Libro di Mormon “la Bibbia anti-massonica” (36).
Autori non mormoni offrirono osservazioni simili. Nel 1831 Alexander Campbell, il fondatore della denominazione protestante dei Discepoli di Cristo, notava che il Libro di Mormon “decide tutte le grandi controversie (…) perfino la questione della massoneria” (37). Jason Whitman osservava nel 1834: “infine, è ben noto che nelle menti di molti vi è un forte sentimento di opposizione all’istituzione della massoneria.
Tutti costoro trovano qualcosa nel Libro di Mormon che corrisponde alle loro vedute (…) pertanto si trovano, nel libro stesso, cose che si adattano perfettamente ai ben noti pregiudizi della comunità” (38). E.D. Howe, uno dei primi e più aggressivi autori anti-mormoni, notava nello stesso anno che “la massoneria è stata introdotta qui [nel Libro di Mormon] e si dice che è stata fondata da una banda di ladroni.
Di questa istituzione si parla in termini molto negativi, giacché i suoi membri si sono legati da patti segreti per proteggersi a vicenda in ogni cosa dalla giustizia e dalla legge. I Nefiti [gli antichi abitatori del continente americano secondo il Libro di Mormon] sono rappresentati come cristiani anti-massoni, il che prova che l’autore era capace di prevedere la situazione politica dello Stato di New York negli anni 1828-1829, o che il volume fu rivisto più o meno a quell’epoca” (39).
Edward Strut Abdy notò nel suo famoso resoconto di un viaggio negli Stati Uniti pubblicato nel 1835 che un particolare brano del Libro di Mormon “segnala il luogo in cui è stato concepito e il materiale che l’autore aveva a sua disposizione” giacché “allude nei termini più inequivoci ai massoni” (40). LaRoy Sunderland scrisse nel 1838 che “il lettore troverà frequenti allusioni nel libro [di Mormon] alla massoneria (…) sotto i nomi di ‘società segrete’, ‘terribili giuramenti’ e ‘combinazioni segrete'” (41).
Gli studiosi contemporanei continuano a discutere sull’esistenza e sul significato di questi presunti riferimenti anti-massonici (42). Possibili paralleli con la massoneria sono stati del resto notati anche in altre scritture mormoni, tra cui il Libro di Mosé, una rivelazione a Joseph Smith del dicembre 1830 dove Caino – dopo che Satana gli ha rivelato un “segreto” – viene chiamato “Mastro Mahan” (Master Mahan), un’espressione la cui assonanza con “Maestro Massone” (Master Mason) sembra evidente (43).
Oltre a questi possibili riferimenti anti-massonici ci sono altri passaggi del Libro di Mormon che trovano paralleli nella massoneria. Per esempio il “fratello di Jared”, un personaggio del Libro di Mormon vissuto al tempo della Torre di Babele, venne condotto in un luogo chiamato Morancumer dove salì su una montagna, ricevette una visione del futuro, gli venne comandato di trascrivere la visione, di sigillare lo scritto in modo che non potesse essere letto, e di nasconderlo con “due pietre” in modo che potesse essere tradotto in qualche epoca futura.
In una rivelazione a Joseph Smith fu rivelato che il “fratello di Jared” aveva ricevuto gli Urim e Thummim e il pettorale sulla montagna, e che lo stesso “fratello di Jared” li aveva in seguito portati in America e seppelliti nella collina di Cumorah, dove li avrebbe poi ricevuti Joseph Smith. Il racconto del Libro di Mormon è molto simile al racconto relativo agli antichi documenti discusso nella leggenda massonica di Enoch, e può avere convinto alcuni dei primi convertiti al Mormonismo che conoscevano bene la massoneria che i documenti di Enoch erano stati portati negli Stati Uniti e tradotti da Joseph Smith.
Altri paralleli tra il Libro di Mormon e le leggende massoniche comprendono le somiglianze tra (a) il Liahona – una sorta di bussola utilizzata da Lehi e dalla sua famiglia per guidarli nel nuovo mondo – anche questa scoperta da Joseph Smith nella collina di Cumorah, e la mistica sfera cava che si trovava in cima al pilastro di ottone di Enoch e che conteneva le mappe del mondo e dell’universo (44) e (b) l’uccisione di Laban – con la stessa spada dell’ucciso – da parte di Nefi, perché Laban si rifiutava di consegnare le tavole di ottone che contenevano la storia degli antenati di Nefi, e la decapitazione di uno degli assassini di Hiram Abiff che aveva tentato di ottenere la Parola del Maestro.
IV. Il caso William Morgan e i suoi legami con i mormoni
Come si è visto, a causa dei brani “anti-massonici” nel Libro di Mormon, alcuni osservatori pensavano che il Mormonismo nascente fosse una “religione anti-massonica”. Questa tesi venne discussa per la prima volta sui giornali Painesville Telegraph e Ohio Star nel 1831 (45), e Ebenezer Washington, uno dei primi convertiti al Mormonismo, scrisse dopo aver lasciato la Chiesa mormone che i mormoni all’inizio “si opponevano strenuamente alle società segrete” ma che “in seguito una notevole modifica di questo sentimento sembrò prodursi” (46).
Ironicamente E.D. Howe, che più tardi osservò che c’erano dei brani anti-massonici nel Libro di Mormon, all’inizio criticò la tesi secondo cui il Mormonismo era una religione anti-massonica, notando che il Libro di Mormon era stato pubblicato da “una tipografia massonica” e che i suoi principi erano compatibili con quelli della massoneria (47).
È vero che il Mormonismo contava nelle sue fila diversi ex-massoni e altri che erano anti-massoni i quali potevano essere stati attirati dalle messe in guardia del Libro di Mormon contro le società segrete, tra cui Martin Harris che, come abbiamo visto, era uno dei tre testimoni dell’esistenza delle tavole d’oro (48), William Wines Phelps, che aveva partecipato a uno dei primi congressi anti-massonici e aveva diretto due periodici anti-massonici a New York (49), e George Washington Harris, che conosceva William Morgan e partecipò agli stessi congressi di Phelps (50). Per contrasto alcuni eminenti massoni – come Pomeroy Tucker (51) e Orsamus Turner (52) – che avevano conosciuto la famiglia Smith nello Stato di New York più tardi pubblicarono libri contro i mormoni.
Tuttavia, è anche vero che la maggioranza dei massoni che divennero mormoni nei primi anni 1830 – tra cui Heber C. Kimball, Newell K. Whitney e George Miller – non abbandonarono la massoneria dopo il caso Morgan. Alcuni di loro vennero perfino perseguitati per la loro qualità di massoni: fra questi, Heber C. Kimball dovette fuggire dalla sua casa cinque volte inseguito dalla folla perché era un massone (53), e non poté realizzare il suo desiderio di essere iniziato nella massoneria dell’Arco Reale perché la sede massonica dove la cerimonia doveva avere luogo era stata bruciata dagli anti-massoni (54). D’altro canto non ci sono prove che Joseph Smith abbia propagandato o adottato tesi o atteggiamenti anti-massonici dopo la pubblicazione del Libro di Mormon nel 1830.
Non è meno vero che il caso Morgan ha un importante collegamento con la storia mormone. Nel 1830 la moglie di Morgan, Lucinda, sposò George Washington Harris (55) – come abbiamo visto un ex-massone e un amico di Morgan – anche se il corpo del marito non era stato trovato e non si poteva parlare legalmente di morte presunta perché non erano passati i prescritti sette anni dalla sua sparizione (56).
Nel 1834 sia Lucinda che il suo secondo marito si convertirono al Mormonismo (57). Nel 1836 la coppia si trasferì a Far West, nel Missouri, allora il centro principale del Mormonismo, e visse nella casa di Joseph Smith e della sua famiglia per almeno tre mesi (58). Gli Harris seguirono i mormoni quando questi fondarono la loro nuova città santa a Nauvoo. Lucinda entrò in una relazione poligamica con Joseph Smith – non è chiaro se già nel Missouri o a Nauvoo – in un’epoca in cui era ancora la moglie di Harris (59).
Se si accettasse la tesi secondo cui Morgan era ancora vivo a quell’epoca, se ne dovrebbe concludere come ha fatto un’autrice recente che “Lucinda potrebbe aver avuto tre mariti contemporaneamente all’inizio degli anni 1840, qualche cosa di inaudito nell’America del diciannovesimo secolo” (60). Lucinda venne ufficialmente suggellata come moglie nella poligamia a Joseph Smith dopo la sua morte (una pratica possibile nel tempio mormone) nel 1844, e poco dopo ottenne il divorzio da Harris (61). Dopo la morte del profeta, Lucinda fu vista piangere sul suo corpo tenendo in mano una copia aperta del volume anti-massonico di Stearns (62).
V. La massoneria a Nauvoo
Dopo il caso Morgan molte logge massoniche negli Stati Uniti furono sciolte – nel solo Stato di New York il numero di logge scese da cinquecento a meno di cento dal 1825 al 1830 – compresa la Gran Loggia dell’Illinois che era stata fondata nel 1805. Poco dopo l’arrivo di Joseph Smith e dei mormoni nella cittadina di Commerce – che avrebbero poi ribattezzato Nauvoo – nella Contea di Hancock, nell’Illinois, nel mese di maggio 1839, venne fondata una nuova Gran Loggia dell’Illinois.
Il 6 aprile 1840 Abraham Jonas venne eletto Gran Maestro e James Adams sostituto del Gran Maestro (63). All’epoca della riorganizzazione della Gran Loggia dell’Illinois c’erano soltanto circa duemila massoni in tutti gli Stati Uniti, e meno di duecento nell’Illinois. James Adams era stato battezzato come mormone il 4 dicembre 1836 e conosceva bene Joseph Smith (64). Poco dopo l’organizzazione della Gran Loggia, John C. Bennett, un non mormone che era massone ed era arrivato fino al grado di Maestro nell’Ohio, scrisse almeno tre lettere a Joseph Smith e al suo collaboratore Sidney Rigdon dove manifestava il desiderio di recarsi presso i mormoni a Nauvoo e offriva i suoi servizi alla Chiesa.
All’epoca Bennett era un alto funzionario dello Stato dell’Illinois e risiedeva a Fairfield (65). Nell’agosto del 1840 Joseph Smith rispose alle prime due lettere dichiarando che Bennett era il benvenuto a Nauvoo, e nel giro di pochi giorni Bennett rispose annunciando il suo prossimo arrivo. Il 1° settembre 1840 John C. Bennett arrivò a Nauvoo e un mese dopo parlò “piuttosto a lungo” nel corso della Conferenza Generale della Chiesa mormone (66).
Bennett divenne presto un membro preminente della buona società di Nauvoo. Venne incaricato dalla Chiesa di ottenere una carta di fondazione per la città di Nauvoo come comune autonomo, compito che riuscì a svolgere con successo nel dicembre del 1840; e nel gennaio 1841 venne citato in un proclama ai mormoni che si trovavano fuori di Nauvoo come uno dei “principali uomini dell’Illinois che hanno prestato orecchio alle dottrine da noi promulgate, sono diventati obbedienti alla fede e godono del suo possesso” (67).
Poco dopo Joseph Smith ricevette una rivelazione relativa alla costruzione di un tempio a Nauvoo, e John C. Bennett venne di nuovo citato come incaricato di “aiutare [Joseph Smith] nella tua fatica per avvertire i re e i popoli della terra, e confortare (…) Joseph Smith nell’ora dell’afflizione, e riceverà la sua ricompensa se sarà obbediente al consiglio” (68). Poco dopo questa rivelazione Bennett venne eletto sindaco di Nauvoo, cancelliere dell’Università della Città di Nauvoo, maggiore generale della Legione di Nauvoo; infine nell’aprile del 1841 divenne “assistente alla presidenza” nella Prima Presidenza, il massimo organo di governo della Chiesa mormone (69).
Il 28 giugno 1841 John C. Bennett indirizzò una comunicazione alla Loggia Bodley n. 1 di Quincy, nell’Illinois, richiedendo una “raccomandazione” per fondare una loggia massonica a Nauvoo. La richieste venne negata perché i mormoni erano “sconosciuti a questa loggia come massoni” (70). Tuttavia il 15 ottobre 1841 il Gran Maestro Jonas della Gran Loggia dell’Illinois – forse per promuovere le sue aspirazioni politiche conquistandosi il sostegno dei mormoni – firmò una “dispensa” che autorizzava la fondazione di una loggia a Nauvoo.
Non è chiaro se la prescrizione che una loggia già esistente debba raccomandare la concessione di una “dispensa” sia stata, in questo caso, oggetto di un’esplicita deroga dopo il rifiuto della richiesta alla Loggia Bodley n. 1 (71). Al tempo della dispensa c’erano circa cento membri nelle logge di Nauvoo (72).
Durante i successivi due anni ulteriori “dispense” vennero concesse per l’organizzazione di quattro nuove logge composte pressoché esclusivamente da mormoni: le Logge Helm e Nye a Nauvoo; la Loggia Aquila a Keokuk, nell’Iowa; e la Loggia del Sole Nascente a Montrose, nell’Iowa. Il 29 dicembre 1841 diciotto mormoni massoni si incontrarono nell’ufficio di Hyrum Smith, il fratello del profeta, per organizzare la Loggia Nauvoo.
George D. Miller venne eletto Gran Maestro; John D. Parker Gran Segretario; e Lucius Scovill Assistente alla Segreteria. Il giorno successivo – 30 dicembre 1841 – Joseph Smith e Sidney Rigdon chiesero di essere ammessi alla Loggia Nauvoo. Un comitato di investigazione della Gran Loggia si espresse in senso favorevole alla petizione il 3 febbraio 1842 (73), e il 15 marzo 1842 la Loggia Nauvoo venne ufficialmente inaugurata dal Gran Maestro Jonas in un bosco vicino al luogo di costruzione del tempio mormone. Miller, Parker e Scovill vennero proclamati alle cariche a cui erano stati eletti. Nella stessa serata Joseph Smith e Sidney Rigdon vennero iniziati come apprendisti nell’ufficio del profeta, il famoso “Negozio di mattoni rossi” (74).
Il giorno seguente Joseph Smith e Sidney Rigdon ottenere in rapida successione i gradi di Compagno e di Maestro.
Poco dopo la fondazione della Loggia Nauvoo, John C. Bennett abbandonò la Chiesa mormone e si dimise da sindaco di Nauvoo (75). Secondo Hyrum Smith, non molto dopo John C. Bennett chiese di parlare con lui – come rappresentante della massoneria – e con Joseph Smith – come rappresentante della Chiesa mormone – per chiedere perdono. Secondo Hyrum Smith a quel tempo riconobbe che Joseph Smith non aveva insegnato “né la fornicazione, né l’adulterio, né la poligamia” (76). Poco dopo i mormoni scoprirono che Bennett era stato espulso dalla sua loggia massonica nell’Ohio (77) e, come risultato, fu espulso dalla Loggia Nauvoo, disassociato e quindi scomunicato dalla Chiesa mormone (78).
Come conseguenza di questi incidenti, John C. Bennett cominciò a pubblicare una serie di articoli nel Sagamon Journal di Springfield, nell’Illinois, nei quali attaccava la Chiesa mormone e le sue dottrine, accusandola fra l’altro di praticare un rituale simile ai riti massonici. Il suo libro History of the Saints venne pubblicato poco dopo a Boston.
Dopo la rottura con Bennett, Joseph Smith pubblicò una dichiarazione intitolata “Fatti importanti relativi alla condotta e al carattere di John C. Bennett, esposti perché la parte onorevole della nostra comunità possa conoscere i suoi disegni di impostore e di adultero di bassa lega” (79). Nello stesso tempo la Loggia Bodley n. 1 di Quincy, citando varie presunte irregolarità, votò una risoluzione in cui si chiedeva al Gran Maestro Jonas di sospendere la “dispensa” per la Loggia Nauvoo fino alla convocazione annuale della Gran Loggia nel successivo mese di ottobre del 1842 (80).
La Loggia di Quincy richiedeva pure che la Gran Loggia aprisse un’inchiesta sul “modo in cui i dirigenti della Loggia Nauvoo sono stati proclamati” e sull’iniziazione un poco troppo rapida di Joseph Smith e Sidney Rigdon (81). L’11 agosto 1842 la “dispensa” per la Loggia Nauvoo venne sospesa dalla Gran Loggia dell’Illinois fino all’incontro annuale della stessa Gran Loggia sulla base delle presunte irregolarità. All’epoca della sospensione la Loggia Nauvoo aveva iniziato 286 candidati, 256 dei quali erano pervenuti al grado di Maestro (82).
Nell’ottobre successivo, la Gran Loggia decise di investigare le irregolarità che erano state attribuite alla Loggia Nauvoo e di preparare un rapporto per il Gran Maestro (83). Nello stesso incontro venne riferito che l’Illinois contava 480 massoni in dodici logge, 253 dei quali facevano parte della Loggia Nauvoo (84).
Sulla base del risultato dell’indagine il nuovo Gran Maestro Helm ritirò la sospensione della “dispensa” per la Loggia Nauvoo e permise alla loggia di riprendere il lavoro massonico, sulla base del rapporto del comitato di inchiesta il quale dichiarava che, benché ci fossero state delle irregolarità (“la pratica di votare per più di un candidato nello stesso tempo”, e “l’ammissione di un candidato di carattere per lo meno dubbio sulla base di una semplice promessa di riforma di vita e di restituzione”), si doveva permettere ai fratelli di Nauvoo di riprendere il lavoro dopo averli ammoniti a non continuare nelle irregolarità (85).
Dopo la rimozione della sospensione, una nuova dispensa venne concessa dal Gran Maestro per istituire una loggia a Keokuk (86), e la pietra angolare per un nuovo tempio massonico venne deposta a Nauvoo dal Maestro Venerabile della loggia locale, Hyrum Smith (87). Inoltre vennero concesse dispense per la Loggia Helm e la Loggia Nye (entrambe a Nauvoo) e per la Loggia Aquila (a Keokuk), tutte composte quasi soltanto da mormoni. Infine una patente venne concessa alla Loggia del Sole Nascente a Montrose (88). La Loggia del Sole Nascente aveva allora 45 membri, da paragonare a un totale di 439 di tutte le logge della giurisdizione.
Nell’ottobre del 1843, menzionando nuove irregolarità (“si arruolano membri senza considerare il loro carattere”, “i membri vengono avanzati di grado troppo rapidamente” e “la Loggia Nauvoo si è rifiutata di sottoporre i suoi verbali al Comitato di ispezione sui lavori delle logge”), la Gran Loggia rifiutò di concedere una patente e revocò la dispensa per le logge Nauvoo, Nye, Helm e Aquila, e sospese la patente della Loggia del Sole Nascente (89).
Nonostante la revoca delle dispense le logge Nauvoo continuarono nei loro lavori, dichiarando che la revoca non era stata loro comunicata ufficialmente, e consacrarono il tempio massonico il 5 aprile 1844 con una solenne cerimonia (90). Joseph Smith partecipò alla consacrazione del tempio massonico di Nauvoo, le cui cerimonie furono dirette dal Maestro Venerabile Hyrum Smith. Erastus Snow pronunciò l’orazione massonica, e anche Joseph Smith pronunciò un discorso. Le cerimonie vennero seguite da 550 massoni (91).
Almeno una loggia nell’Illinois mise sotto inchiesta i suoi membri che avevano partecipato a questa cerimonia per la loro frequentazione di “pseudo-massoni clandestini a Nauvoo” (92).
Meno di tre mesi dopo la consacrazione del tempio massonico di Nauvoo, Joseph e Hyrum Smith vennero assassinati a Carthage, nell’Illinois; Joseph Smith lanciò il segnale massonico di pericolo poco prima di morire (93). Nell’ottobre del 1844 la Gran Loggia dell’Illinois ruppe tutte le relazioni con le logge Nauvoo, Helm e Nye, a causa del loro rifiuto di restituire le dispense ai rappresentanti della Gran Loggia.
La Gran Loggia decise pure con un voto di dichiarare il lavoro di tutte queste logge “clandestino” e di sospendere i loro membri da tutti i privilegi massonici (94). La Gran Loggia votò pure l’istituzione di un comitato per determinare se la dispensa per la Loggia Aquila dovesse essere rinnovata (95). Un anno dopo la Gran Loggia decise di non rinnovare la dispensa della Loggia Aquila (96).
VI. La cerimonia del tempio mormone
Benché i mormoni abbiano continuato a compiere lavori di loggia dopo la morte di Joseph Smith, il centro della loro attività era ormai la costruzione del tempio che in una rivelazione era stato loro comandato di costruire fin dal 1841. All’interno di questo tempio particolari ordinanze – che sono state paragonate ai riti massonici – avrebbero dovuto essere compiute.
In realtà anche prima che la struttura del tempio fosse completata, Joseph Smith aveva iniziato nove persone (Hyrum Smith, patriarca della Chiesa e primo consigliere nella Presidenza; William Law, secondo consigliere; gli apostoli Brigham Young, Heber C. Kimball e William Richards; e inoltre Newell K. Whitney, George Miller, William Marks e James Adams, tutti massoni), in un “Ordine Santo” o “dotazione” il 4 maggio 1842. Questa iniziazione avvenne nel suo ufficio nel “Negozio di mattoni rossi” dove sei settimane prima Joseph Smith era stato iniziato come Apprendista massone.
VII. Ulteriori paralleli
A. Rituale
Giacché cinque membri dell’Ordine Santo erano massoni da molto tempo, gli altri quattro erano stati da poco reclutati nella massoneria, è probabile che Joseph Smith si rendesse conto che sarebbero stati fatti dei paragoni tra i riti massonici e la dotazione; è interessante notare che egli non scoraggiò questi paralleli. Nel momento in cui questi primi mormoni ricevevano la dotazione, Smith insegnò che c’era una “somiglianza di sacerdozio nella massoneria” (97).
Benjamin F. Johnson, un massone di Nauvoo, riferiva che Joseph Smith insegnava che “la massoneria deve essere considerata oggi la dotazione degli apostati, così come la religione settaria è la religione degli apostati” (98). Joseph Smith paragonò ulteriormente i due rituali nel suo discorso in occasione della consacrazione del Tempio massonico di Nauvoo, pronunciato poco prima di morire.
Il successore di Joseph Smith, Brigham Young, insegnò che il Re Salomone aveva costruito il suo tempio con lo scopo primario di celebrarvi dotazioni (99), e che Salomone era il fondatore della massoneria (100); ma che tuttavia Salomone e i suoi compagni “riuscirono a celebrare poche dotazioni, seppure ne celebrarono qualcuna” perché “il Sommo Sacerdote [Hiram Abiff] venne ucciso da uomini malvagi e corrotti, che avevano già cominciato a diventare apostati, perché non voleva rivelare i segreti del sacerdozio che gli era proibito rivelare finché non fosse arrivato nel luogo opportuno” (101).
Il primo consigliere nella Presidenza di Brigham Young, Heber C. Kimball, insegnava pure nel 1858 che “la massoneria di oggi deriva dall’apostasia che si verificò ai tempi di Salomone e di Davide” (102). Giacché la massoneria “derivava dall’apostasia”, Joseph Fielding, uno stretto collaboratore del profeta e un massone di Nauvoo, scriveva nel dicembre 1843 che “molti si sono affiliati all’istituzione massonica” come un “passo iniziale o preparazione per qualcos’altro che si colloca alle vere origini della massoneria” (103).
James Cummings, che era pure un massone di Nauvoo, secondo il nipote ricordava che Joseph Smith sembrava “comprendere alcune caratteristiche della cerimonia [massonica] meglio di qualunque massone, e diede delle spiegazioni che rendevano i riti molto più belli e carichi di significato” (104). In seguito diverse “autorità generali” della Chiesa mormone offrirono simili paralleli tra la massoneria e il Mormonismo.
Nel 1886 il periodico mormone Juvenile Instructor pubblicò un articolo in cui affermava che benché questa istituzione “massonica sia antica di diversi secoli, è solo un sacerdozio pervertito sottratto ai templi dell’Altissimo” (pervertito, ma pur sempre sacerdozio) (105). Franklin D. Richards, presidente del Quorum dei dodici apostoli, una delle “autorità generali” che visse più a lungo fra quanti erano stati massoni a Nauvoo, scrisse nel 1891 che “certi riti mistici che sono praticati nella Cristianità pretendono un’antichità che risale al Tempio di Salomone” (106).
Otto anni dopo nel corso di una discussione sulle “società segrete” con i suoi colleghi apostoli, Richards disse al suo Quorum che “il profeta Joseph sapeva bene che ci sono cose nella massoneria che vengono dall’antichità, e voleva sapere quali fossero; di qui venne la Loggia [di Nauvoo]. I massoni ammettevano che alcune chiavi di conoscenza relative alla massoneria erano andate perdute. Joseph chiese al Signore di illuminarlo su questa materia, ed Egli rivelò al profeta la vera massoneria, come la abbiamo nei nostri templi. A causa della conoscenza superiore che Joseph aveva ricevuto, i massoni diventarono gelosi e tagliarono fuori la loggia mormone” (107).
L’apostolo Matthias Cowley ritornò su questo tema l’8 gennaio 1902 in un incontro dei Dodici quando “parlò della massoneria trattandola da contraffazione della vera massoneria che è quella dei Santi degli Ultimi Giorni” (108).
Se si paragona la situazione a quella dei giorni nostri – in cui sono gli anti-mormoni a insistere sulle derivazioni massoniche nel Mormonismo – è ironico il fatto che gli anti-mormoni degli inizi del secolo pensavano che il parallelo fra il Mormonismo e la massoneria fosse invece proposto dai mormoni stessi come parte di una campagna di pubbliche relazioni. Mary Eddy V. Smith osservava che “i mormoni sono ansiosi di far credere ai Gentili [cioé ai non mormoni] che tutto quanto essi hanno potuto sapere sulle ‘dotazioni bestiali’ è associato alla massoneria o è una forma modificata di quest’ultima, reso accessibile anche alle donne.
Ma si tratta di un trucco per coprire l’oggetto reale di questa ‘istituzione’; e mi sono accorta dal materiale stampato – da quando sono arrivata negli Stati Uniti – che questa opinione è condivisa perfino dai ‘Gentili’ che si dovrebbero supporre meglio informati dell’argomento. Ripeto che si tratta di un trucco. L’oggetto reale delle mistiche cerimonie mormoni non ha niente a che fare, in nessun modo, né è stato preso a prestito dalla massoneria” (109).
In modo simile una delle più famose autrici anti-mormoni dell’epoca scriveva: “Si dice che i riti misteriosi [mormoni] sono stati tratti dalla massoneria e che le dotazioni vengono in via diretta da questa società segreta (…). Ma io sono sicura che tutti i buoni massoni rifiuterebbero questo insegnamento” (110). Un’altra autrice celebre della polemica anti-mormone, Fannie Stenhouse, non era meno sicura che per quanto “sia stato spesso sostenuto, e molti ci hanno creduto, che i misteri della Casa delle Dotazioni, erano solo una sorta di imitazione – parodistica finché si vuole – dei riti massonici, c’è appena bisogno di dire che questa affermazione – quando viene esaminata alla luce dei fatti – si rivela non solo infondata ma assurda” (111).
Negli stessi anni osservatori non mormoni – fra i quali gli scrittori britannici Richard Burton, Phil Robinson e Rudyard Kipling, tutti massoni – vedevano la stessa relazione tra la massoneria e il Mormonismo a cui avevano fatto cenno Joseph Smith, Brigham Young, Heber C. Kimball e Franklin D. Richards (112).
B. La morte di Joseph Smith
Anche le circostanze della morte di Joseph Smith nel giugno 1844 trovano paralleli nella massoneria. Joseph Smith, come Hiram Abiff, era il “figlio della vedova”, giacché suo padre, Joseph Smith Senior, era morto poco dopo l’arrivo a Nauvoo. Smith aveva insegnato ai suoi seguaci che la parola perduta della massoneria, che era stata smarrita quando Hiram Abiff venne ucciso, era ora restaurata attraverso il suo ministero profetico (113).
Dopo queste rivelazioni Joseph Smith venne arrestato, incarcerato nella prigione di Carthage, nell’Illinois, e ucciso da una folla in tumulto dove si trovavano anche massoni. In un tentativo di fuggire dalla prigione poco prima della morte, Joseph aveva lanciato il segnale di pericolo massonico (114), ma nessuno dei suoi fratelli massoni aveva risposto. Come Hiram Abiff, egli venne assassinato e fu pianto dai suoi seguaci.
Uno dei simboli della massoneria è una vergine “che piange su una colonna spezzata, con un libro aperto di fronte a lei, che simboleggia il Tempio lasciato incompiuto”. E il dottor B.W. Richard, un ospite a Nauvoo nel 1844, ha riferito che – come abbiamo visto – Lucinda Morgan Harris teneva una copia del manuale anti-massonico di Stearns nelle sue mani mentre piangeva sul corpo del profeta assassinato (115). Come il Tempio era rimasto incompiuto alla morte di Hiram Abiff, così anche il tempio di Nauvoo non era stato completato quando Joseph Smith fu assassinato.
VIII. Le relazioni fra la massoneria e il Mormonismo nel Territorio dello Utah (116)
I mormoni non si rivolsero alle autorità massoniche per stabilire una loggia dopo il loro arrivo a Salt Lake City nel 1847: ma una famosa fotografia di Brigham Young, scattata nel 1850, lo mostra chiaramente con un distintivo massonico, e “scuole massoniche” vennero tenute ai deputati nella sessione del 1852 del Parlamento Territoriale (lo Utah era allora un “Territorio” degli Stati Uniti e non ancora uno Stato) (117).
Queste due indicazioni di un interesse massonico che permaneva, tuttavia, devono essere viste nel contesto della posizione di Brigham Young, che non solo non tentò di fondare una nuova loggia massonica, ma si sforzò di far prendere alla Chiesa mormone le distanze dalla massoneria. Secondo Wilford Woodruff il 19 aprile 1860 la possibilità di ottenere patenti massoniche venne sollevata in una riunione della Prima Presidenza e del Quorum dei dodici apostoli. Brigham Young commentò che “Joseph e Hyrum [Smith] erano Maestri massoni, ma nonostante questo vennero uccisi da massoni o da gente istigata da loro; Joseph diede il segnale di pericolo ma venne ucciso da massoni mentre lo dava”.
Young credeva pure che “il popolo degli Stati Uniti ha cercato di distruggerci e (…) si è servito dell’istituzione massonica per realizzare il suo piano” (118). Un anno prima dei commenti di Young, un gruppo di ventitré Maestri massoni giunse con altri soldati a Camp Floyd nello Utah – come parte di un contingente inviato a sorvegliare i mormoni – e ricevette una dispensa dalla Gran Loggia del Missouri il 6 marzo 1859 a cui, il 1° giugno 1860, fece seguito una patente per costituire la Loggia delle Montagne Rocciose n. 205 (119).
Brigham Young – come è naturale – era sospettoso nei confronti di questo collegamento massonico di soldati inviati a minare la sua autorità (120). Come risultato di questi eventi, Brigham Young disse a coloro che ancora desideravano organizzare una loggia massonica nello Utah che fondare una Gran Loggia mormone “ci tirerebbe tutto l’Inferno addosso finché il potere rimane in mani altrui” (121). In effetti nessuna loggia massonica di mormoni nacque nello Utah, e Brigham Young continuò a considerare i massoni responsabili della morte di Joseph Smith, anche se molti mormoni si consideravano ancora buoni massoni (122).
Nell’ottobre del 1862 un’altra unità militare, comandata dal colonnello Patrick Conner, arrivò nello Utah. Conner iniziò a pubblicare la Union Vedette, una tribuna per i soldati, mercanti e minatori non mormoni che aspiravano a un ruolo più significativo nello sviluppo politico ed economico del Territorio. La tensione salì e raggiunse il suo apice quando Brigham Young, a partire dal 1865, incoraggiò i membri della Chiesa mormone a boicottare i mercanti non mormoni.
All’inizio di novembre 1865 – in questo clima agitato – diversi mercanti massoni convocarono una riunione con lo scopo di organizzare una loggia massonica (123). Nonostante i sentimenti ambigui dei leader mormoni che erano massoni, e l’innegabile animosità che opponeva il Mormonismo alla massoneria, diversi mormoni parteciparono alla riunione. I non mormoni, tuttavia, si rifiutarono di riconoscerli come massoni genuini, e organizzarono la loggia senza di loro.
Come d’abitudine, richiesero una patente alla Gran Loggia più vicina, e ricevettero una dispensa annuale dalla Gran Loggia del Nevada datata 26 gennaio 1866 che li autorizzava a inaugurare la Loggia Mount Moriah. La dispensa recava tuttavia una condizione: nessun mormone avrebbe dovuto essere ammesso né come membro né come visitatore. In una lettera di istruzioni, scritta in risposta a un quesito della loggia, il Gran Maestro spiegava che mentre “le leggi del paese hanno dichiarato che la poligamia è un crimine”, i mormoni “hanno apertamente dichiarato, con aria di sfida, la loro intenzione di resistere all’applicazione della legge”. Inoltre “la poligamia è una peste morale e sociale che è dovere della massoneria combattere” (124).
I massoni dello Utah obiettarono, non perché volessero iniziare poligamisti, ma perché non volevano accettare restrizioni quanto ai visitatori. Inoltre – evidentemente – non tutti i mormoni erano poligamisti. Pertanto accettarono la limitazione “per quanto riguarda i poligamisti” ma richiesero il diritto di ricevere come visitatori “tutti i massoni che non sono d’accordo con la poligamia né la praticano” (125).
La Gran Loggia del Nevada non solo rifiutò la richiesta, ma rifiutò anche di concedere una patente permanente nel 1866, rinnovando soltanto la dispensa per un anno. I massoni dello Utah accettarono la dispensa così rinnovata ma, per quanto riguardava la loro loggia, decisero “sulla base della nostra idea del diritto e della giustizia, che non possiamo massonicamente escludere un visitatore per ragioni religiose, mentre escluderemo i poligamisti per ragioni generali” (126). La Gran Loggia del Nevada non si lasciò convincere, rifiutò la richiesta del 1867 per una patente, e così costrinse la Loggia Mount Moriah a sciogliersi (127).
I massoni dello Utah ricostituirono la Loggia Mount Moriah, cercarono senza successo di ottenere una nuova dispensa dalla Gran Loggia del Montana, quindi – nel 1868 – si rivolsero con successo alla Gran Loggia del Kansas, ottenendo prima una dispensa e poi una patente. Nel frattempo la Gran Loggia del Montana aveva concesso una dispensa a un altro gruppo di massoni residenti nello Utah per aprire la Loggia Wasatch nell’ottobre del 1866.
La loggia comprendeva soldati di Camp Douglas e altri residenti di Salt Lake City che non erano mormoni. La dispensa non conteneva condizioni relative ai mormoni, ma imponeva alla loggia di assumere il nome “Wasatch” anziché “Re Salomone” come era stato inizialmente proposto, perché Salomone era “identificato come un poligamista”. La Loggia Wasatch, apparentemente, era libera di ammettere mormoni sulla base della dispensa e della patente, ma si rifiutò di farlo.
Nonostante la sua diffidenza verso i massoni in genere, Brigham Young si lamentò della politica di esclusione in un discorso del febbraio 1867 nel Tabernacolo. “Hanno paura della poligamia”, disse, e contrattaccò in modo sarcastico: “Chi ha fondato la massoneria? Possono andare indietro soltanto fino a Salomone, e lì si fermano (…). Ora, è vero o no che era un poligamista? Se anche credeva nella monogamia, non sembra averla molto praticata, perché aveva settecento mogli, più di quante ne abbia io” (128).
La terza loggia dello Utah, chiamata Argenta, venne organizzata nel 1871 con patente della Gran Loggia del Colorado. Secondo uno storico la Loggia Argenta venne creata per “opporsi alle idee di alcuni uomini di grande potere [presumibilmente i mormoni] che intendevano ottenere dispense e patenti per creare logge massoniche nello Utah da paesi stranieri” (129).
Circa trent’anni dopo, il Comitato di Giurisprudenza della Gran Loggia dello Utah ricordava che questa “loggia giovane e immatura venne partorita a forza nel 1871 perché c’erano già altre due logge, e ne occorrevano tre per fondare una Gran Loggia, fondazione resa necessaria per impedire a certe persone che vivevano in aperta violazione delle leggi del Paese di procurarsi una patente e fondare una loggia loro” (130). L’allusione ai mormoni era ancora una volta evidente.
Secondo la procedura corrente negli Stati Uniti, tre logge erano in effetti il minimo per fondare una Gran Loggia; la presenza di una Gran Loggia in uno Stato o Territorio sottraeva le logge locali alla giurisdizione delle Gran Logge situate fuori dallo Stato che avevano concesso le patenti. La Gran Loggia dello Utah venne organizzata il 20 gennaio 1872, con 124 membri nelle tre logge locali. Nonostante il conflitto fra la Loggia Mount Moriah e la Gran Loggia del Nevada sull’esclusione dei mormoni, come membri o come visitatori, fossero o no poligamisti, le regole non scritte della Gran Loggia dello Utah ebbero da allora lo stesso effetto.
Alcuni massoni potevano temere una prevalenza dei mormoni se fosse stato loro concesso di essere iniziati, ma la prima ragione era l’ostilità alla poligamia. Un primo caso pilota significativo fu quello di John P. Sorenson. Si trattava di un mormone non praticante e non poligamista che era entrato nella Loggia Argenta nel 1876, era diventato un Maestro massone nello stesso anno e un dirigente della loggia nel 1878.
Tuttavia – quando ricominciò a frequentare la Chiesa mormone nel 1879 – venne prontamente espulso con un voto di cinque a uno dai Commissari eletti dalla Loggia Argenta per esaminare il suo caso. Le ragioni fornite erano in primo luogo che si trattava di un “membro a pieno titolo della Chiesa mormone, i cui principi e pratiche nello Utah sono in diretta violazione delle leggi degli Stati Uniti, e anche delle leggi della morale e della comune decenza”. In secondo luogo “si è dichiarato un seguace del principio e della pratica della poligamia, e così facendo ha recato offesa al buon nome della massoneria” (131).
Nel 1882 il Gran Maestro della Gran Loggia dello Utah diede istruzioni al Gran Segretario, Christopher Diehl, di preparare una comunicazione esplicativa alle Gran Logge di tutto il mondo per “impedire ulteriori equivoci” rispetto alle regole di esclusione che vigevano nello Utah. La circolare di Diehl ricordava ai massoni che un buon massone deve “obbedire a tutte le leggi, e i massoni dello Utah ritengono che questo importante requisito manchi nei mormoni, perché una delle principali dottrine della loro Chiesa nello Utah è la poligamia, che una legge degli Stati Uniti ha dichiarato un crimine, e che tutte le civiltà considerano un residuo di barbarismo” (132).
La massoneria dello Utah crebbe molto lentamente fra il 1880, quando contava 392 Maestri massoni, e il 1890, quando il numero era salito a 486. Tuttavia singoli massoni figuravano in modo preminente nella politica locale e nelle battaglie legali, fra cui quelle per togliere il diritto di voto ai mormoni poligamisti e per eliminare la pratica stessa della poligamia. Dopo l’abbandono ufficiale della poligamia nel 1890 e l’ammissione dello Utah negli Stati Uniti come Stato nel 1896, la coalizione non mormone aveva evidentemente raggiunto i suoi scopi di maggiore partecipazione nell’economia e nel governo e di attuazione delle leggi contro la poligamia.
Dopo l’abbandono della poligamia da parte dei mormoni la prima ragione dichiarata dai massoni dello Utah per escludere i mormoni non esisteva più, ma la politica di esclusione non venne modificata. Nel 1821 Sam H. Goodwin, Gran Segretario della Gran Loggia dello Utah, cominciò a modificare la ragione dell’esclusione dalla poligamia alla pratica di riti segreti. Nel 1921 scrisse un articolo pubblicato in due parti su The Builder, un mensile massonico, per spiegare perché “i Santi degli Ultimi Giorni non sono ricevuti nelle logge massoniche nello Utah, né come visitatori né come membri” (133) e quindi ne pubblicò una versione ampliata in un opuscolo intitolato Mormonismo e massoneria dove per la prima volta dopo la circolare del 1882 di Diehl si spiegavano le ragioni per l’esclusione dei mormoni.
Tra le ragioni fornite da Goodwin per escludere i mormoni dalla massoneria c’era la sua convinzione che la cerimonia del Tempio mormone era stata presa a prestito dalla massoneria, e che pertanto il Mormonismo promuoveva una forma di massoneria “clandestina”. La gerarchia mormone fece pubblicare delle risposte dettagliate all’opuscolo di Goodwin, dove si sosteneva che la cerimonia del Tempio non plagiava nessun rito massonico; ma in realtà le autorità massoni e mormoni erano d’accordo fra loro nel ritenere che la doppia appartenenza fra le loro rispettive organizzazioni non fosse possibile (134).
Diversi massoni tentarono di modificare la regola dell’esclusione, ma nel 1925 la Gran Loggia approvò una risoluzione che modificava il Codice della Gran Loggia dello Utah e proibiva a tutti i mormoni, compresi i non praticanti, di divenire massoni nello Stato (135). Il voto metteva per iscritto una politica praticata nello Utah dal 1866, e faceva della Gran Loggia dello Utah l’unica giurisdizione massonica negli Stati Uniti ad avere regole scritte che impedivano ai membri di una religione esplicitamente nominata di diventare massoni o di frequentare le logge.
Vari ulteriori tentativi vennero effettuati nel 1927 (136), nel 1958 (137), nel 1965 (138), e nel 1983 (139) per modificare la proibizione scritta contro l’ammissione dei mormoni alla massoneria nello Utah. Soltanto nel 1984 una modifica che eliminava l’esclusione dei Santi degli Ultimi Giorni (che nel frattempo potevano diventare massoni in altri Stati, ma non nello Utah) venne finalmente approvata (140).
IX. Conclusioni
Dall’epoca della fondazione della Chiesa mormone a oggi, i mormoni hanno considerato la massoneria come il risultato di una degenerazione e di una apostasia da un’originaria e valida rivelazione di Dio. La massoneria manteneva alcune verità nelle sue leggende e nelle sue pratiche, ma per restaurarla nella sua forma originaria era necessaria una nuova rivelazione.
Questa nuova rivelazione – sostenevano i mormoni – era il Libro di Mormon, che rappresentava il compimento delle leggende massoniche sulle “tavole triangolari”, sulla loro traduzione e sulla rivelazione del vero nome di Dio. La cerimonia del Tempio mormone era una restaurazione del rito massonico degenerato.
La partecipazione dei primi mormoni alla massoneria a poco a poco venne vista come una semplice preparazione a ricevere la “pienezza del Vangelo” nella Chiesa mormone. Dopo la fondazione della Chiesa e la morte di Joseph Smith non si ritenne più necessario che i mormoni avessero rapporti con la massoneria.
Anzi – all’epoca del Territorio – nello Utah si sviluppò un’aspra battaglia verbale fra mormoni e massoni relativa all’origine e al significato delle due istituzioni. Mentre le origini della massoneria continuano a essere un oggetto di dibattito per gli storici, si può credere che anche sui rapporti fra Mormonismo e massoneria le controversie siano destinate a continuare.