Corriere della sera 22 settembre 2005
di Magdi Allam
All’epoca della campagna sacrilega e diffamatoria contro il crocifisso scatenata da un altro ahimè celebre convertito, Adel Smith, il presidente dell’Ucoii Nour Dachan affermò di rappresentare «l’82% dei musulmani». Sarebbe come dire che, su un milione di musulmani in Italia, 820 mila aderirebbero all’Ucoii.
Un dato che non sta né in cielo né in terra se si tiene presente che solo il 5% dei musulmani frequenta abitualmente le moschee, quindi non più di 50 mila fedeli. E che l’Ucoii stessa afferma di controllare, direttamente o indirettamente, circa 160 moschee su un totale di 611 censite dal Cesis. Ma allora chi rappresenta veramente i musulmani in Italia?
Nella sua delirante lettera a Ciampi, in cui denuncia «una diminuzione programmata e stabilita per legge o per decreto dei diritti di espressione, di educazione, di rappresentanza» e in cui ammonisce che ciò «implementa un deficit di democrazia complessiva ed è oggettivamente l’inizio di una dittatura», nonché «il brodo di coltura in cui si alimenta il terrorismo», Piccardo attacca duramente il ministro dell’Interno Pisanu, la sua decisione di dar vita a una Consulta che favorisca l’affermazione di un «islam italiano» e ribadisce che l’Italia dovrebbe stipulare l’Intesa con l’Ucoii quale rappresentante dei musulmani.
Domando a Piccardo: come le passa per la mente di appellarsi al capo dello Stato, nella sua veste di garante della Costituzione, quando il 12 marzo 2005 tramite la sua e-mail alhikma@uno.it lei fece circolare un messaggio in cui qualificava Ciampi un «bandito della finanza mondiale»? Altra domanda a Piccardo: come immagina di poter essere credibile presso le istituzioni quando, anche nel numero di Panorama del 22 settembre, alla domanda: le azioni terroristiche suicide sono lecite?, lei risponde «Dipende»; alla domanda: tagliare le teste è resistenza?, lei risponde: «In guerra ognuno usa i mezzi che ha»; alla domanda: Israele ha diritto di esistere?, lei risponde: «No».
Ecco perché ha perfettamente ragione Pisanu quando afferma che «i musulmani d’Italia non sono maturi per scegliere i loro rappresentanti». Sabato 17 settembre sono stato vittima a Como di una vera e propria aggressione squadristica islamica da parte di una decina di barbuti che hanno tentato di sabotare un incontro con circa 300 persone intervenute per la presentazione del mio ultimo libro Vincere la paura .
Il loro capo, Safwat El Sisi, ha fatto irruzione urlando: «Io sono il presidente della comunità islamica di Como, Magdi Allam danneggia l’islam». Gli ho risposto, dopo avergli impedito di improvvisare un comizio, che era «un impostore». E ho spiegato al pubblico il perché: «Nell’islam il rapporto tra il fedele e Dio è diretto, l’imam non è il corrispettivo del sacerdote né tanto meno del vescovo, ma un semplice funzionario religioso che non ha alcuna autorità religiosa».
In secondo luogo, ho precisato, «a Como e altrove l’insieme delle persone provenienti da Paesi musulmani non costituisce una comunità islamica, né in ogni caso El Sisi o altri sono mai stati eletti in modo trasparente e democratico».
La verità è che questi loschi figuri accampano un potere che poggia sul controllo di moschee trasformate in centri di potere religioso, politico e finanziario. Ma la stragrande maggioranza dei musulmani li evita e li ripudia. Il problema serio è che continuano a trovare sostegno e traggono una qualche forma di legittimità grazie all’ingenuità, alla viltà e alla collusione ideologica di ambienti politici, religiosi cristiani e accademici italiani.
Ebbene mettetevi nei panni dei musulmani perbene e capirete che non è affatto facile dover combattere sia contro gli estremisti islamici sia contro gli italiani ideologizzati che danno loro man forte.