La Croce quotidiano 5 settembre 2018
Miti, paure e certezze su un tema troppo spesso controverso e che, la solita impostazione manichea, non permette sempre di approfondire e vagliare adeguatamente. Senza voler far parte delle due fazioni “No vax” e “vaccinisti”, il PdF si sente comunque di solidarizzare con quel vasto movimento di genitori che in Italia si è mobilitato contro l’introduzione di un obbligo via decreto legge e che prevedeva criteri e sanzioni troppo pesanti. In questo campo riteniamo politicamente opportuno lasciare il più possibile ambito di libertà alla famiglia
di Roberto Mura (farmacista)
Gli antibiotici e i vaccini sono universalmente considerati le più grandi conquiste dell’umanità in campo medico. Diversamente dagli altri farmaci, infatti, gli antibiotici non agiscono semplicemente sul sintomo della malattia, come quando si prende l’insulina per abbassare la glicemia, ma risolvono alla radice la patologia eliminandone la causa, ossia l’infezione batterica.
I vaccini fanno ancora meglio: non agiscono sulla malattia ma la prevengono stimolando le difese immunitarie dell’organismo. In tal modo quando l’individuo entra a contatto con l’agente patogeno è già pronto e non contrae la malattia.
Tuttavia nonostante il trionfale curriculum, queste due classi di farmaci oggi vivono un periodo di particolare crisi, anche se per motivi completamente differenti. Gli antibiotici risentono di un uso improprio che ha piano piano portato alla comparsa di superinfezioni particolarmente resistenti a tutti gli antibiotici.
I vaccini invece subiscono un duro attacco da parte di chi afferma che sarebbero causa di numerose e gravissime patologie quali l’autismo. Ecco perché parlare oggi di vaccini con alcuni genitori equivale a mettere il dito in una piaga profonda che lacera il cuore e l’anima di quella famiglia.
Le storie iniziano sempre con queste parole: «Mio figlio era un bambino come tutti gli altri, giocava, rideva, scherzava come tutti i bambini della sua età. Un giorno lo abbiamo vaccinato; ci dissero che avrebbe potuto avere solo un po’ di dolore nel punto di inoculo del vaccino e un po’ di febbre. Quella sera, infatti, ebbe qualche linea di febbre e non gli demmo molta importanza. Ma al mattino mio figlio non era più lui. Da allora è iniziata una regressione che lo ha reso oggi irriconoscibile».
Da qui inizia un calvario fatto di ricoveri urgenti, visite specialistiche e analisi anche invasive, fino alla diagnosi infausta di autismo o patologia neuro-degenerativa.
Chi fa questi racconti parla di intossicazione da metalli pesanti o arsenico e si dice certo che la causa è il vaccino. Ne sono certi proprio in base al concatenamento tra vaccino e malattia, troppo stretto per essere causale, ma soprattutto perché, approfondendo il tema hanno sentito tante storie drammatiche come la loro.
La loro sofferenza diventa ancora più forte quando non si sentono ascoltati dal sistema sanitario o dalla comunità scientifica, rimanendo allibiti e impotenti di fronte ad un atteggiamento scettico e critico.
Alcuni genitori decidono tenacemente di approfondire il problema perché desiderano arrivare in fondo, e combattono una battaglia volta a manifestare quella che per loro è la terribile verità che si cela dietro i vaccini, una verità dicono, fatta di business e di complotti sulla pelle dei bambini.
Le patologie che vengono associate ai vaccini da chi dice di averne subito un danno è molto ampio e comprendono un ventaglio di reazioni avverse più o meno gravi che vanno dalla semplice apatia e stanchezza cronica, fino a patologie autoimmuni, broncopolmoniti e leucemie. Queste coinvolgerebbero soprattutto i bambini e in parte minore anche gli adulti.
La comunità scientifica, dal canto suo, vede in questo attacco ai vaccini il pericolo di un ritorno al passato, ossia della ricomparsa di malattie di cui oggi non si sente più parlare proprio grazie all’uso diffuso dei vaccini.
Fino a qualche decennio fa, per fare un esempio, andavi a letto la sera e non eri sicuro di svegliarti la mattina ancora sano; era sufficiente una notte per risvegliarti con una gamba paralizzata a causa del virus della poliomielite. Questa malattia, proprio grazie al vaccino, non rappresenta più un problema dagli anni ‘60 anche se negli anni ‘90 in Olanda si è verificato un focolaio infettivo con numerosi casi di invalidità a vita in un gruppo di fedeli della Chiesa protestante olandese che si rifiutavano di vaccinare i propri figli.
La poliomielite non è stata ancora sconfitta, perché permane ancora in nazioni come il Pakistan e l’Afghanistan dove non si riesce a portare avanti programmi vaccinali seri. Ma l’Europa è stata dichiarata libera dal polio dal 2002 e si pensa di raggiungere entro il 2020 l’eradicazione totale dal pianeta esattamente come fu per il vaiolo.
In Italia dagli anni ‘60 è presente l’attività di vaccino-vigilanza che analizza il rapporto beneficio/rischio di ogni vaccino in base alle segnalazioni di eventi avversi che si possono manifestare dopo la somministrazione di vaccini. Ogni segnalazione viene analizzata attentamente, cercando di capire se esiste davvero un nesso col vaccino. Non sempre, infatti, la comparsa di un evento avverso subito dopo il vaccino implica che la causa sia il vaccino stesso. Riferendoci all’autismo, per esempio, si sa che viene generalmente diagnosticato intorno al primo o secondo anno di vita, ossia proprio nel periodo più fitto del calendario vaccinale dell’infanzia. In questa condizione è logico quindi pensare, in prima analisi ad un rapporto causa effetto tra vaccino e patologia.
Uno degli effetti più marcati della guerra contro le vaccinazioni è il calo della percentuale di vaccinati che espone al rischio di contagio soprattutto quelle persone che per loro natura non rispondono positivamente al vaccino e che ripongono l’unica speranza di protezione proprio in un ambiente dove grazie alla vaccinazione l’agente virale non circola. Questo particolare tipo di immunità è chiamata immunità di gregge, che necessita sempre di una percentuale molto alta di vaccinati.
Ma cerchiamo ora di inquadrare brevemente tutte le accuse rivolte ai vaccini e le relative risposte date dal sistema sanitario, in particolare da pediatri esperti, che lavorano da anni in questo settore della sanità.
1) Le malattie infettive stavano già sparendo prima della comparsa dei vaccini per le migliori condizioni economiche e igieniche
Sicuramente una buona igiene è sempre importante soprattutto quando vengono maneggiati gli alimenti. Per questo esistono protocolli HACCP a cui tutte le strutture di ristorazione si devono scrupolosamente attenere. Ma pensare di eliminare il vaiolo o la poliomielite lavandosi semplicemente le mani è evidentemente sbagliato. In ogni caso il focolaio infettivo di poliomielite avvenuto in Olanda (Paese ricco e in buone condizioni igienico-sanitarie) ci dice chiaramente che non si può abbassare la guardia davanti a virus estremamente patogeni e pericolosi.
2) Le persone vaccinate per l’influenza si ammalano lo stesso
I virus influenzali hanno la capacità di mutare continuamente, così da essere ogni anno causa di malattie che, soprattutto negli anziani, possono portare a complicanze quali la polmonite. Il vaccino protegge da questi agenti patogeni, ma nulla vieta che altri virus come quello para-influenzale, il rhinovirus o l’adenovirus colpiscano l’individuo con sintomi simili all’influenza. L’efficacia del vaccino non è comunque da mettere in discussione.
3) I vaccini non sono efficaci né proteggono tutti i vaccinati
È fisicamente impossibile avere una risposta anticorpale del 100% dei vaccinati, perché sappiamo che ci sono soggetti che per motivi genetici non rispondono al vaccino. Per questo è importante l’immunità di gregge. In Giappone, per esempio, per proteggere gli anziani dall’influenza, si vaccinano soprattutto i bambini poiché rappresentano il vero serbatoio influenzale dove il virus permane fino a due settimane.
4) I vaccini contengono sostanze pericolose per la salute
L’uso di conservanti a base di mercurio (Timerosal) è stato abbandonato dal 2002. I vaccini contengono una componente immunizzante (microorganismo attenuato o inattivato), acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile, sali di alluminio usati come adiuvanti per stimolare e rendere duratura la risposta immunitaria, stabilizzanti (albumina e gelatina), antibiotici in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica. Non sono presenti metalli pesanti nè arsenico. Ci possono essere rarissimi casi di reazioni allergiche per lo più locali (una ogni due milioni di vaccinati). Ma sappiamo che anche un piatto di gamberetti può dare reazioni allergiche anche importanti.
5) I vaccini causano l’autismo e malattie intestinali
Questa tesi fu divulgata nel 1998 tramite la rivista “The Lancet”, da un gastroenterologo inglese, Andrew Jeremy Wakefield, che presentò uno studio giudicato fraudolento, e che, per questo motivo, fu radiato dall’ordine dei medici. Il suo studio è stato ritirato dalla rivista “The Lancet” che pubblicò nel 2010 una completa ritrattazione dell’articolo evidenziando che i dati riportati erano stati falsificati.
L’autismo è una patologia di cui non si conoscono le cause, ma che tuttavia negli ultimi anni sta presentando le caratteristiche di una vera e propria epidemia mondiale con una crescita esponenziale fino a colpire un bambino ogni 80-100. La sintomatologia è più o meno marcata, con regressione del linguaggio e delle abilità sociali e la presenza di comportamenti ripetitivi e stereotipati. È difficile individuarla prima dei 12 mesi di età.
6) Tanti vaccini in un’unica seduta sono dannosi e indeboliscono il sistema immunitario
Si stima che il sistema immunitario sia in grado di rispondere positivamente a circa 10.000 vaccini somministrati contemporaneamente. La produzione di anticorpi con la coniugazione multipla di più vaccini risulta maggiore della vaccinazione singola. Si preferisce somministrare vaccini con più antigeni in una sola fiala per ridurre il numero di iniezioni che, per i bambini, sono sempre una cosa poco piacevole.
7) L’infezione naturale è meglio del vaccino
Il vantaggio del vaccino è che non si rischiano le complicanze della malattia. Per esempio in un bambino su mille il morbillo causa encefalite e in 2 su mille è causa di morte. La vaccinazione MPR (morbillo, parotite, rosolia) invece al più può provocare allergia in un bambino ogni milione.
8) Vaccinare è inutile perché la maggior parte delle malattie prevenibili con le vaccinazioni sono scomparse
Solo per il vaiolo non ci si vaccina più perché è stato eradicato. Con la poliomielite si pensa che sarà possibile non vaccinarsi dal 2030. Ma non tutte le malattie per cui esiste un vaccino sono eliminabili (per esempio il tetano o l’influenza).
Il calo di vaccinazioni ha indotto il precedente Ministro della Salute Lorenzin a usare il pugno di ferro estendendo l’obbligo vaccinale da 4 a 10 vaccini e penalizzando i bambini non vaccinati con l’esclusione dalla scuola. Ma questo atteggiamento, non giustificato da allarmi epidemiologici, ha creato molti disagi burocratici e generato malumore in quelli che preferivano una maggiore educazione sanitaria e informazione. Ma soprattutto ha di fatto rinvigorito coloro che affermano che il sistema vaccinale è sono una movimentazione di capitali a vantaggio delle lobby farmaceutiche senza alcun beneficio sanitario.
La televisione dal canto suo, anziché informare facendo parlare persone competenti, mette in campo persone autoreferenziali che, tra citazioni e nozioni incomplete, giungono a conclusioni affrettate e predeterminate. È come se a parlare del crollo del ponte di Genova chiamassero ad esporre le proprie opinioni (con tutto il rispetto) il primario di un ospedale pediatrico…