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1) abbassa i salari minimi dovuti agli operai
2) abolisce la possibilità di scioperare
3) vieta qualunque associazione di lavoratori. In economia dà origine alla fisiocrazia.
Per la fisiocrazia l’iniziativa dell’uomo in economia è sempre buona e non deve essere regolata: è come dire che la circolazione stradale è sempre buona e che non deve esistere il codice della strada. Dalla fisiocrazia nasce il capitalismo selvaggio che non rispetta i diritti dei lavoratori. Dallo spirito della fisiocrazia nasce la tratta degli schiavi neri. Nel medioevo la regina cattolica della Francia, Batilde, abolisce la schiavitù nel 650.
Nel 1700, con l’illuminismo, rinasce la schiavitù: Voltaire, padre della Rivoluzione francese, era favorevole alla schiavitù dei neri. Liberismo, comunismo e nazismo sono ideologie materialiste che pretendono di applicare agli uomini le stessa legge che regola l’evoluzione della specie nel mondo animale: la lotta. Il liberismo è il principio darviniano applicato nel mondo dell’economia e del mercato, esso può essere definito come la concezione del – capitalismo selvaggio – o del – mercato selvaggio -, cioè del mercato senza regole, senza solidarietà, separato dall’ordine morale.
Darwin scriveva: ” tra tutti gli uomini ci deve essere lotta aperta; (…) le razze umane più civili stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge” (cfr Giuseppe Sermonti, Roberto Fondi, Dopo Darwin, critica all’evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p.6). I darwinisti sociali non si rendono conto che nell’uomo, a differenza del semplice animale, compare la ragione e per questo l’uomo viene detto animale razionale. Mentre gli animali seguono solo l’istinto e si mantengono in vita con la lotta, l’uomo può controllare e guidare gli istinti con la volontà e con la ragione e può mettere l’istinto di aggressività al servizio della giustizia e dei diritti degli altri.
Il capitalismo selvaggio segue Darwin e pensa che la lotta economica fra gli uomini, migliori l’umanità perché distrugge i deboli e fa sopravvivere i forti: giganti del capitalismo selvaggio come John D. Rockefeller e Andrew Carnegie facevano regolarmente appello ai principi darviniani (cfr James Rachels, Creati dagli animali, implicazioni morali del darwinismo, edizioni di comunità, Milano 1996, p .77 ).
Il comunismo segue Darwin e pensa che la lotta di classe porti al miglioramento della materia: Marx dichiarava che il libro di Darwin era molto importante perché permetteva di fondare la lotta di classe sul principio della selezione naturale e Iosif Stalin diventava rivoluzionario dopo aver letto Darwin (cfr James Rachels, ivi, p.4; cfr Richard Wurmbrand, L’altra faccia di Carlo Marx, Editrice Uomini Nuovi, Marchirolo [ Varese ],1984, trad. italiana, p.80 ).
Il marxista Ludwig Woltmann, dirigente socialista tedesco, univa organicamente la filosofia marxista con il darwinismo: per Woltmann la lotta di classe era solo un aspetto della universale lotta fra le razze, necessaria all’evoluzione dell’umanità. Egli, pur essendo di origini ebraiche, sosteneva la superiorità razziale dell’ariano e del tedesco. (cfr Zeev Sternhell, La destra rivoluzionaria, Corbaccio, Milano 1977, trad. italiana, pp.173 – 174 )
Anche il nazional-socialismo segue Darwin e crede che la lotta fra le razze sia necessaria per il miglioramento dell’umanità Il comunismo, dottrina inventata da Karl Marx e Friedrich Engels, è una soluzione falsa ai problemi del capitalismo selvaggio. Per il comunismo il mondo è materia in continua evoluzione verso il meglio, l’uomo è solo un prodotto della materia. La guerra fra gli uomini – lotta di classe – porta al miglioramento della materia e il partito comunista deve favorire la lotta fra gli uomini. Scrive Engels che il comunismo distrugge – (…) tutte le nozioni di verità assoluta, definitiva (…). Non vi è niente di definitivo, di assoluto, di sacro (…) non esiste altro che il processo ininterrotto del divenire e del transitorio.- (cfr Jean Daujat, Conoscere il ComunismoSocietà editrice Il Falco, trad. italiana, Milano 1977, p.36 ).
Marx e Engels, nel Manifesto del Partito comunista scrivono che il comunismo abolisce tutte le verità come il diritto, la morale, la religione, la libertà (cfr K. Marx e F. Engels, il Manifesto del partito comunista, Einaudi, Torinio 1974, trad. italiana, p.156 ). Nel comunismo non esiste più alcun diritto, alcuna libertà, alcuna verità, esistono solo le esigenze dell’evoluzione della materia e le esigenze della lotta di classe che deve accelerarla. Nei loro scritti sull’India e sulla Cina, Marx e Engels si rallegrano cinicamente della miseria generata dai tentativi inglesi di industrializzazione forzata dell’Oriente perché essa alimenterà la rivoluzione: i crimini sociali ed il disagio sociale sono lo strumento prezioso della storia (cfr Karl Marx, la dominazione britannica in India, in Marx-Engels, India-Cina-Russia, Il Saggiatore, Milano 1970, pp.76-77 ).
Marx afferma che – la violenza è la levatrice della storia-. Nel Manifesto del Partito Comunista, Marx e Engels riassumono tutto il comunismo in due princìpi: abolizione della proprietà e abolizione della famiglia (cfr K. Marx e F. Engels, il Manifesto del Partito Comunista, op. cit., p.148 e p. 152).
La dottrina della Chiesa Cattolica insegna che il comunismo è una dottrina perversa e spiega che il comunismo, là dove giunge al potere, è un sistema peggiore del capitalismo selvaggio che pretende di combattere. Infatti il comunismo crea una forma di capitalismo più feroce: il capitalismo di stato. L’abolizione della proprietà privata attuata dai comunisti distrugge ogni forma di libertà creando una schiavitù totale e porta la società alla miseria e alla fame: dove esiste la tirannia, il comunismo porta la schiavitù, dove esiste la povertà, il comunismo porta la morte per fame.
L’abolizione della proprietà privata provocò in URSS la morte per fame di 13 milioni di persone nel 1930. In Cina l’abolizione della proprietà privata provocò la morte per fame di 60 milioni di persone negli anni 1958-1960.
La seconda guerra mondiale ha provocato 60 milioni di morti – in Italia 1 milione di morti -. Il comunismo, con la sua politica di repressione detta proletaria, finalizzata alla costruzione del paradiso socialista, ha provocato 212 milioni di morti, tra morti ammazzati e morti per fame: 60 milioni di morti in URSS, 150 milioni di morti in Cina, 2 milioni di morti in Cambogia, 7 mila religiosi massacrati dagli anarco-comunisti in Spagna.
Vladimir Il’ic Ul’janov, detto Lenin, primo segretario del partito comunista sovietico, scrive: ” nella nostra lotta per il potere non dobbiamo arrestarci davanti a nessun principio morale. Dobbiamo essere pronti a compiere qualsiasi illegalità, inganno menzogna” (V.I. Lenin, Opere scelte, edizioni in lingue estere, Mosca 1946-1948; cfr F. Camillo Gubetti, Per uno stato nuovo, Volpe ditore, Roma 1972, p.120 ). E ancora: “se per la causa del comunismo dovessimo eliminare i nove decimi della popolazione non dobbiamo fermarci davanti a ciò” ( V.I. Lenin, ibidem; cfr F. Camillo Gubetti, ibidem, p. 73 ).
I campi di concentramento sovietici – gulag – precedono Stalin: infatti essi vengono istituiti da Lenin il 23 luglio 1918 e sarà Lenin a volere lo sterminio dei nobili e del clero, dei social-rivoluzionari di sinistra, dei menscevichi ( partito operaio social-democratico russo ), degli anarchici e dei marinai di Kronstadt (cfr Jean Claude Chesnais, Il gulag è scomparso ?, Quaderni di Crisrtianità, anno II, n.5, Piacenza estate- inverno 1986, p.58 ).
Liberalismo selvaggio, comunismo e nazional-socialismo negano l’origine divina dell’uomo: per queste ideologie l’uomo non è un valore ma soltanto un prodotto dell’economia o della biologia e quindi la guerra fra gli uomini serve per migliorare l’economia o la razza. Mentre l’idea nazista è stata uccisa dal genocidio che ha compiuto – dopo Aushwitz non si può più essere nazisti -, l’idea comunista continua ad essere giustificata nonostante i 212 milioni di morti. Anche se le due ideologie, nazional – socialismo e comunismo, hanno provocato milioni di morti, anche se entrambe hanno avuto un’analoga inclinazione sterminazionista, permane una disparità di trattamento fra i due gemelli eterozigoti, secondo la definizione dello storico della Sorbona, Pierre Chaunu.
Il nazismo viene considerato come il male assoluto mentre il comunismo continua ad essere considerato una bella utopia realizzata male. Questo avviene perché la vera natura del comunismo – cioè la filosofia del materialismo dialettico di Karl Marx e Friedrich Engels – viene coperta da un’utopia liberatrice e portatrice di giustizia sociale e la maggior parte degli uomini vede e considera solo gli aspetti esteriori del comunismo e cede alla tentazione delle sue abbaglianti promesse.
Il comunismo, scrive Alain Besancon, membro dell’Institut de France, è più perverso del nazismo perché si serve strumentalmente dello spirito di liberazione e di giustizia sociale ed è capace di trasformare brava gente in criminali, facendo passare il crimine per una ineluttabile necessità storica. Dice Besancon:- il comunismo, a differenza del nazismo, si presenta come un’ideologia liberatrice, portatrice di giustizia. Ma siccome produce risultati come l’espropriazione e l’assassinio, direi che aggiunge semplicemente la menzogna al crimine. (…) Il nazismo è apertamente criminale a priori, l’altro è criminale a posteriori. Ma questa bugia iniziale del comunismo lo rende più perverso perché capace di trasformare brava gente in criminali e persone normalmente intelligenti in abbrutiti. – (PierLuca Pucci Poppi, Nazismo e comunismo, le due orribili facce di una stessa medaglia, intervista ad Alain Besancon, Pierluigi Battista, Sergio Romano e Thierry Wolton, in Il Giornale, 14 settembre 2000, p. 34; cfr Alain Besancon, Novecento il Secolo del male, nazismo, comunismo, shoa, ideazione editrice, Roma 2000 ).
Papa Pio XI, nella enciclica Divini Redemptoris, aveva profeticamente individuato questa perversità tipica del comunismo. Egli scriveva:- ma come mai può avvenire che un tale sistema, scientificamente da lungo tempo sorpassato, confutato dalla realtà pratica; come può avvenire, diciamo, che un tale sistema possa diffondersi così rapidamente in tutte le parti del mondo? La spiegazione sta nel fatto che assai pochi hanno potuto penetrare la vera natura del comunismo; i più invece cedono alla tentazione abilmente presentata sotto le più abbaglianti promesse. Sotto pretesto che si vuole soltanto migliorare la sorte delle classi lavoratrici, togliere abusi reali prodotti dall’economia liberale e ottenere una più equa distribuzione dei beni terreni ( scopi senza dubbio pienamente legittimi ), e profittando della mondiale crisi economica, si riesce ad attirare nella sfera d’influenza del comunismo anche quei ceti della popolazione che per principio rigettano ogni materialismo e ogni terrorismo. E siccome ogni errore contiene sempre una parte di vero, questo lato della verità che abbiamo accennato, messo astutamente in mostra a tempo e luogo per coprire, quando conviene, la crudezza ributtante e inumana dei principi e dei metodi del comunismo, seduce anche spiriti non volgari, fino a diventarne a loro volta gli apostoli presso giovani intelligenze ancora poco atte ad avvertirne gli intrinseci errori.- (Pio XI, Lettera Enciclica Divini Redemptoris sul comunismo ateo, 19 marzo 1937, n.15).