Studi cattolici n.651 maggio 2015
Mariolina Ceriotti Migliarese
C’è un filmato su Youtube che vale la pena guardare: s’intitola «Il corpo delle donne», di Lorella Zanardi.
La nostre figlie esposte alla Tv
In poco più di venti minuti il filmato ci mostra un susseguirsi impietoso di immagini di donne, tratte da alcuni dei più diffusi spettacoli televisivi; accostate così l’una all’altra e messe tutte in fila, queste immagini comunicano con forte impatto la realtà di un quadro sconfortante e avvilente: volti contraffatti, seni gonfiati, glutei in primo piano, esibizione di corpi che ancheggiano, ammiccano, si offrono con aria compiacente, tra le risate di pubblico e conduttori.
Questa è dunque la rappresentazione della donna fatta dal mezzo televisivo, e tutti noi abbiamo finito per accettarla o subirla senza quasi più avvedercene. Immagini di degrado e di umiliazione del corpo femminile, presentato come puro oggetto erotico; una donna che sembra andare incontro all’immaginario maschile più grezzo, rinunciando a porsi come «l’altra», diversa dall’uomo, portatrice dei propri desideri e capace di stabilire con lui un rapporto di reciprocità.
Ma le immagini televisive sono il portato di un clima culturale: rappresentano l’effetto di un diffuso modo di sentire, e insieme contribuiscono a diffonderlo rendendolo abituale. È in questo clima che crescono le nostre figlie, sottoposte già da molto piccole a una costante pressione volta a dare un peso spropositato a tutto ciò che è immagine e a collegare l’idea del successo femminile con quella della sua capacità seduttiva ed erotica. Piacere al maschio è un obbligo, e la strada più semplice è quella del sesso.
Maschi & femmine in cerca di sé
Quando si manifesta la preadolescenza, femmine e maschi sono dunque già molto condizionati da questo modo di presentare il corpo, il sesso, la relazione, e il risveglio puberale, che agisce in loro con forza, avviene nel solco di questo clima. In questa fase della vita si manifestano sempre una forte senso di incertezza e di vulnerabilità: il desiderio di piacere e quello di sentirsi vista, apprezzata e riconosciuta hanno un peso centrale per la ragazzina che si affaccia alla vita, alla ricerca della propria identità.
In questa ricerca di sé la giovane donna si volge all’uomo, per essere vista da lui e «aggiustare» la propria immagine nel suo sguardo: ha bisogno infatti che il maschio risvegli in lei la sua parte femminile/erotica e le dia finalmente pieno significato. Ha bisogno di capire se e come può suscitare il desiderio maschile, se e come può porsi in relazione con l’uomo: cosa aspettarsi da lui, e cosa lui si aspetta da lei. Questa domanda cruciale non è neutra, perché a essa fanno riferimento tutti i significati simbolici e culturali che ogni epoca dà al maschile, al femminile e alla loro relazione. Ed è nel punto esatto in cui si presenta questa domanda che le giovani donne (e specularmente i giovani uomini) incontrano oggi il mondo cui fa riferimento il filmato sul corpo delle donne.
Il sesso «leggittimo» penalizza i rapporti
Il mondo adulto spinge oggi a una precocizzazione sempre più spinta dell’esperienza sessuale, appiattita a semplice esperienza fisiologica. Coperti dall’indifferenza se non dal consenso degli adulti, sempre più spesso i giovani maschi sono indotti a considerare del tutto legittimo chiedere alle loro compagne la soddisfazione delle proprie pulsioni sessuali emergenti, al di fuori di ogni valorizzazione simbolica e affettiva della sessualità, in forma puramente ludica. La capacità nell’uomo di controllare l’impulso sessuale e di sottoporlo al vaglio di una scelta responsabile appare oggi a molti una pretesa quasi innaturale.
Con sempre maggiore frequenza le ragazze a loro volta concedono sesso, ritenendolo ormai un modo «naturale» per avere in cambio la considerazione del maschio e la sensazione di essere per lui importanti e forse anche un po’ amate; il desiderio sessuale dell’uomo nei loro confronti viene vissuto come una conferma del proprio potenziale seduttivo, e insieme come un punto debole sul quale far leva per ottenere in cambio una centralità nella sua vita. Spesso lo scambio sessuale avviene in un modo che non comporta per la ragazza alcun piacere sul piano fisico e ciò che ne ricava è solo l’illusione di una valorizzazione narcisistica, spesso peraltro di breve durata, perché deve purtroppo accorgersi che non è difficile per i ragazzi fare promesse d’amore in cambio di sesso.
Contrariamente a ciò che molti adulti pensano, l’eccessiva libertà sessuale non è a conti fatti la miglior soluzione alla precedente rigidità; questo tipo di esperienze penalizza soprattutto le ragazze, che spesso vivono sé stesse come oggetti in funzione del maschio e vedono così mortificata la loro crescita affettiva e sessuale. Ma anche per quanto riguarda i maschi, questo tipo di approccio apre a conseguenze negative sul futuro sviluppo, soprattutto per quanto riguarda le capacità affettive e relazionali: considerare le ragazze principalmente come oggetti sessuali limita infatti gravemente la loro possibilità di cogliere a pieno il senso e il valore della realtà femminile, e di comprendere il vero apporto che la donna può dare alla vita di un uomo.
Sviluppare gli spazi I del desiderio
L’imbroglio è dunque grande per entrambi i sessi, destinati a rimanere così più che mai lontani. Nel periodo dell’adolescenza, maschi e femmine dovrebbero avere il tempo per imparare a conoscersi e a «prendere le misure» gli uni degli altri in un contesto insieme libero e protetto: libero dalle intrusioni e dal controllo eccessivo del mondo adulto, ma insieme protetto grazie al fatto che gli adulti definiscono limiti chiari a ciò che è o non è consentito, con la consapevolezza che non tutte le esperienze sono funzionali a una buona crescita.
Le parole dell’adolescenza dovrebbero essere in primo luogo di essere parole di potenzialità: parole come immaginare, fantasticare, progettare, parlare, discutere, confrontarsi; per vivere pienamente l’esperienza del sesso è necessario allargare gli spazi di simbolizzazione, quelli nei quali la mente impara a dare significato alle cose e ad allargarne il senso: è necessario sviluppare gli spazi del desiderio senza immediatamente consumarlo, impoverendolo con la fretta.
Le ragazze hanno bisogno di imparare a credere nel proprio valore personale, che non ha bisogno di essere confermato da alcuna improbabile «prova d’amore», e di sapere che possono tranquillamente aspettare senza sentirsi sbagliate; i ragazzi hanno bisogno di imparare che il sesso non è un semplice sfogo pulsionale, ma può essere messo al servizio della propria capacità di amare. Entrambi hanno bisogno di imparare che il motore potente e bellissimo del sesso può diventare qualcosa che li avvicina e li unisce anziché separarli.