Il cristianesimo fa meglio dell’islam

La Verità 6 Gennaio 2025

 I musulmani sono avvantaggiati (ma sempre meno) dal trend demografico, però sale tra di loro il numero di chi passa al Vangelo. Che «guadagna» 4 milioni di fedeli l’anno

di Giuliano Guzzo

Qual è la religione che beneficia di più conversioni, e quante sono? Il quesito non è banale. Lo stesso Chartgpt, interpellato sul punto, alza bandiera bianca ammettendo «di non poter condividere ricerche al riguardo», aggiungendo che «cifre precise non sono facilmente verificabili» e che «non esiste un dato ufficiale o un consenso unanime sulla cifra esatta»; il che sostanzialmente è vero, intendiamoci. A differenza però di quanto sostiene l’intelligenza artificiale delle ricerche al riguardo esistono e sono disponibili da anni.

Prova ne è il poderoso The Oxford Handbook of Religious Conversion pubblicato nel 2014, volume di oltre 800 pagine, secondo cui ogni anno a lasciare la fede cristiana sono 11,7 milioni di persone, mentre quelle che da altre esperienze al cristianesimo approdano sono circa 15,5 milioni, con un guadagno netto di 3,8 milioni di nuovi fedeli. Aggiornano questo dato i lavori della studiosa ed esperta di statistiche religiose Gina Zurlo – nominata dalla Bbc come una delle 100 donne più influenti del mondo nell’anno 2019 – la quale, nel suo World Christian Database, stima che ogni anno sarebbero 13,6 milioni le persone che lasciano il cristianesimo, mentre quelle che alla fede cristiana si convertono ammontano a 17,4 milioni, confermando così, grazie appunto alle conversioni, una crescita di quasi 4 milioni di fedeli .

Questi dati indirettamente confermano, tornando al quesito iniziale, che il cristianesimo è la religione che beneficia del maggior numero di conversioni. Infatti i seguaci di Gesù Cristo a livello globale crescono ad un ritmo abbastanza simile a quello della religione islamica, che però è avvantaggiata – anche se il vantaggio di anno in anno sta assottigliandosi – dal tasso di fertilità, che vede 3,1 figli per donna per i seguaci di Maometto contro i 2,7 per le donne cristiane. Il cristianesimo, al momento indietro nelle dinamiche demografiche, è però favorito, a livello globale, dall’alto numero di conversioni. Che spesso e volentieri, attenzione, hanno per protagonisti proprio ex islamici.

Quanti? Secondo lo studio del missionario David Garrison – contenuto nel suo A Wind in the House of Islam – sarebbero tra i 2 e i 7 milioni i musulmani che negli ultimi decenni hanno lasciato l’islam divenendo protagonisti, parole sempre di Garrison, del «più grande ritorno dei musulmani a Cristo nella storia». Spesso poco considerate dai mass media, le conversioni al cristianesimo meriterebbero dunque d’essere più considerate come fenomeno; anche perché altrimenti non si capirebbe un’avanzata cristiana che , in più aree del pianeta, è sorprendente. Si prenda la Corea del Sud: solo dal 1999 al 2018, i cattolici sono cresciuti del 48,6%; in diocesi come quella di Suwon, a sud della capitale Seoul, addirittura del 90%.

Anche in Iran i cristiani, da 350.000 che erano stimati, oggi si pensa siano oltre un milione. Aumenti sbalorditivi frutto di conversioni sono avvenute in Cina, pure sotto il dominio spietato di Mao. Quando infatti il regime comunista cinese prese il potere nel 1950 c’erano circa 4,2 milioni di cristiani che nel 1980 – dopo sanguinose repressioni – erano già più cghe raddoppiati di numero, facendo segnare una crescita che dura tutt’ora. Tanto che gli studiosi stimano che, dal 1950 in poi, il cristianesimo si sia diffuso ad un tasso annuo del 7%; ritmo di crescita incredibile, superiore perfino a quello che si ebbe a ridosso della vita di Gesù, con l’allora nuova religione che avanzava ogni anno del 3,5%. Quello del Vangelo resta dunque, 2000 anni dopo, un annuncio più potente che mai.

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