La Nuova Bussola quotidiana 21 Luglio 2017
di Marco Tosatti
Ho letto con grande interesse un appassionato intervento di Christine Vollmer su The Catholic Thing, in tema di morale, omosessualità abusi, e, soprattutto, l’insegnamento della Chiesa. Una disamina lucida ed efficace, in un momento in cui i vescovi (vedi il caso di don Pusceddu a Cagliari) puniscono i sacerdoti se citano le parole di San Paolo sulla sodomia; se altri vescovi chiudono un occhio anzi due su responsabili ecclesiali che si uniscono a persone dello stesso sesso; e se noti gesuiti mediatici, nominati Consultori per il dicastero delle Comunicazioni in Vaticano, augurano ai loro amici LGBT di divertirsi per benino al prossimo Gay Pride locale.
Christine Vollmer ricorda che il problema degli abusi nella Chiesa, “mascherato” sotto il termine di pedofilia, in realtà è efebofilia, o pederastia. Cioè si tratta di sacerdoti omosessuali che predano adolescenti. Una realtà peraltro che è stata evidenziata dal fatto che negli USA l’80 per cento dei sacerdoti condannati erano omosessuali. E confermata dal fatto che, come ha dichiarato qualche tempo fa il prof. Rev. Davide Cito, docente a Santa Croce ed esperto della Congregazione della Fede, su 400 casi che giungono a Roma ogni anno il 90 per cento riguarda abusi omosessuali su adolescenti, dai 15 ai 17 anni. Per tacere ovviamente di casi di cronaca come quello del segretario di un cardinale che organizzava orge omosessuali con droga nel Palazzo del Santo Uffizio.
Christine Vollmer è una personalità molto nota nella Chiesa. È presidente di PROVIVE in Venezuela, coordinatrice del Curriculem Alive to the World, ed è stata membro del Pontificio Consiglio della Famiglia e dell’Accademia per la Vita fino al 2016, quando la nuova gestione ha rinnovato come sappiamo i suoi quadri…. Ha servito anche nella delegazione della Santa Sede all’Onu. Il suo intervento si intitola “Quando le onde sommergono la barca di Pietro”; e naturalmente viene spontaneo collegarlo alle parole di Benedetto XVI per le esequi del cardinale Joachim Meisner.
Quelli che amano la Chiesa e hanno seguito il pontificato di Paolo VI, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI con devozione ed entusiasmo sono in uno stato di allarme. Improvvisamente, avvolta in un mucchio di paroline dolci, la chiarezza dell’insegnamento cattolico sembra fatta a pezzi. Che cosa sta succedendo? E perché dobbiamo tener duro, senza paura?
La lucidità e la verità che hanno benedetto la seconda metà del XX secolo attraverso gli insegnamenti di questi grandi pontefici, toccando milioni di cattolici e non cattolici egualmente, hanno risvegliato un amore e un rispetto per la Chiesa Cattolica Romana che è stato ampiamente in sonno dopo la Secondo Guerra Mondiale ed è stato posto in dubbio severamente negli anni ’60 e ’70.
Una grande rivolta ha sommerso la cultura occidentale. La dottrina è stata buttata via; la famiglia è stata rivoluzionata; la tradizione è stata rovesciata; non rappresentava più secoli di saggezza accumulata lentamente, ma fu resa ridicola; la moralità divenne “intolleranza”, “fanatismo”, auto-limitazione senza senso.
Come risultato, gli anni ’80 hanno testimoniato l’inizio di cambiamenti societari e legali che confondevano e riempivano di stress i fedeli di tutte le fedi. Nella Chiesa cattolica la gerarchia – educata in tempi precedenti – mantennero un’apparenza di ortodossia, ma il dissenso era tollerato, e (per quelli di noi che erano giovani all’epoca) era chiaro che c’erano due tipi di preti.
Preti e vescovi fedeli accettarono la profetica enciclica di Paolo VI nel 1968, Humanae Vitae, anche se non la comprendevano pienamente all’epoca. Per contrasto, quelli formati nel relativismo e permissivismo degli anni ’60 la trattavano con indifferenza piena di disprezzo. Papa Polo VI giustamente osservò che “il fumo di Satana si è infiltrato nella Chiesa”. Fu un tempo molto duro per le giovani coppie e per i genitori che vedevano i loro figli adottare sempre di più una moralità sessuale contraccettiva.
Insegnamento morbido nei seminari ha portato molti futuri preti a credere che “l’autorità” non ha il diritto di imporre standard o moralità; e ha anche prodotto i preti omosessuali che hanno commesso atti orrendi di pederastia. Gli sforzi fatti per nascondere questa realtà vergognosa come una “malattia” (pedofilia) sono stati smentiti dal fatto che una vasta maggioranza di casi coinvolgeva ragazzi adolescenti. Alcuni vescovi, codardamente o peggio, proteggevano quei preti, come sappiamo.
Perché questo era tollerato? Era tollerato perché la generazione del ’60 e ’70, allora in posizione di comando, era contraria all’imposizione di regole morali o disciplina. Era permissiva per convinzione.
L’arrivo sorprendente e affascinante sulla scena di Karol Wojtyla, San Giovanni Paolo II, con la sua avvincente presentazione di verità onorate dal tempo del Vangelo e il suo vero aggiornamento fu destabilizzante per gli anni ’60. Ma riempì di passione e stimolò la generazione seguente, e i preti fedeli e i religiosi e i laici ovunque.
Venne con l’esperienza della guerra, del Nazismo, del Comunismo e di malvagità di ogni tipo e conosceva la logica del Vangelo e della Buona Novella sulla persona umana e la salvezza.
Inoltre la sua conoscenza si è affilata fra i giovani e le coppie, fra quelli che soffrivano, eroi e gente ordinaria. Ha elettrizzato il mondo con spiegazioni piene di ispirazione su come dovremmo vivere. Non offriva soluzioni facili, ma felici. Ci ha dato spiegazioni comprensibili di chi siamo e come possiamo vivere il messaggio del Vangelo nel nostro tempo.
Quando BXVI è succeduto a Giovanni Paolo II, ha rivolto la sua attenzione al vizio che si era infiltrato nei più alti gradi della Chiesa. Ha punito ed esiliato padre Marcial Macel e iniziato un’inchiesta sulle voci ampiamente diffuse di omosessualità e di scorrettezze finanziarie nella Curia. Non sappiamo i contenuti del rapporto; ma sappiamo che ha provocato grande allarme in alcune alte cerchie a Roma.
I tre decenni di brillante evangelizzazione dei papi Giovanni Paolo II e Benedetto nel mondo hanno avuto un enorme successo fra i laici e una intera nuova generazione di preti desiderosi e abili a insegnare la vera fede cattolica e la morale.
Ma molti fra quelli della generazione precedente non erano contenti di vedere convinzione e fermezza nella fede sbocciare di nuovo. Un numero di vescovi e cardinali nel mondo sviluppato si sentivano a disagio mentre la loro via permissiva e lassiste si urtava con questo nuovo vigore. Alcuni di questi che erano ora vecchi prelati potenti, lo sappiamo ora, decisero di “salvare” la Chiesa da quelli che evidentemente consideravano insegnamenti “rigidi” e di vecchio stampo.
Ci dicono che fondarono il Sankt Gallen Club, o “mafia” per preparare i piani per deviare a forza la Barca di Pietro verso una rotta diversa. Approfittando della tolleranza dei papi precedenti che non li umiliarono mai per il loro lassismo dottrinale, questa club di Sankt Gallen riuscì a promuovere un candidato per il papato. Jorge Bergoglio fu eletto.
La generazione degli anni ’70 è ora al potere nella Chiesa. Negli affari e in politica quella generazione è generalmente in pensione. Molti sono stati stroncati da tragedia di droga e sesso e hanno distrutto i loro figli. Ma nella Chiesa molti sono ancora là – e ora hanno il potere.
L’affresco omoerotico oltraggioso commissionato dall’arcivescovo Vincenzo Paglia per la sua cattedrale a Terni non gli ha impedito di essere nominato, e cambiare radicalmente, le sezioni del Vaticano che riguardano la Vita e la Famiglia.
L’arcivescovo Paglia ha anche ordinato un programma di “educazione sessuale” in cinque lingue, che contraddice principi importanti dell’insegnamento della Chiesa sull’educazione sessuale.
E così vediamo una grande divisione oggi nella Chiesa. I cattolici della strada praticanti sono più motivati che mai a vivere e insegnare la vera dottrina sociale e morale della Chiesa. Ma vedono che prelati formati nel permissivismo e nel relativismo sono promossi. Persino scandali che riguardano droga e sesso nel Vaticano non sembrano rallentare il rifiuto e la modifica della categorie tradizionali della morale e del genere, confermate con tanta bellezza dai nostri grandi papi recenti.
Stiamo dirigendoci verso acque molto tempestose e non dobbiamo perdere coraggio. Nostro Signore è vivo e dobbiamo essere fedeli a Lui e al Suo insegnamento in questi tempi di prova. Giovani preti e laici, e i molti movimenti fedeli devono restare saldi nella Verità, uniti in preghiera e azione finché la tempesta non sia passata. Gesù, ho fede in Te!