Tradizione Famiglia Proprietà Newsletter Maggio 2021
A un anno da una denuncia che ha previsto i giorni attuali
Tradizione Famiglia Proprietà ha il piacere di pubblicare il seguente lavoro di due collaboratori dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (IPCO)
L’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (IPCO) ha pubblicato, il 26 aprile 2020, il suo manifesto-denuncia intitolato “Approfittando del panico della popolazione e del sostegno spirituale del Vaticano – La maggiore operazione di ingegneria sociale e di trasbordo ideologico della Storia”.
Il documento accusava i governi di precipitazione nell’aver adottato drastiche misure di confinamento sulla base di stime esagerate della letalità del coronavirus cinese e di modelli matematici irrealistici, con gli enormi costi sociali ed economici derivati. Per l’IPCO, sarebbero stati quattro i beneficiari della crisi generale generata dai confinamenti: il regime comunista cinese, il movimento ecologico radicale, l’estrema sinistra e i promotori di un governo mondiale.
A un anno dalla pubblicazione di detta denuncia, ci è sembrato opportuno tentare di fare un bilancio e un aggiornamento di questo piano universale di sovversione totalitario-ecologica e di scristianizzazione dell’Occidente, che ha assunto proporzioni mai viste nella Storia. Sulla base di una epidemia virale reale che purtroppo ha falciato molte vite, è stato presentato come inevitabile un grande cambiamento in tutti gli aspetti dell’esistenza umana. I fatti accaduti nell’ultimo anno non solo hanno confermato quel che è stato detto in quell’occasione, ma hanno reso ancor più evidente la sproporzione tra la risposta all’epidemia e il carattere pernicioso della cosiddetta “nuova normalità” che da quella deriva.
1. L’ESAGERAZIONE DEL TASSO DI MORTALITÀ E DEI RISCHI INCORSI DALLA MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE
A marzo 2020 il tasso di mortalità da Covid-19 era stato stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al 3,4% (1) e dall’Imperial College di Londra allo 0,9% (2)[ , il che avrebbe significato un numero di vittime comparabile o addirittura superiore a quello della tragica “influenza spagnola” del 1918 (3). L’IPCO, al contrario, credeva che questo tasso sarebbe stato vicino a quello fornito dall’Istituto di Virologia dell’Università di Bonn, in una ricerca realizzata nel primo cluster tedesco, la cittadina di Gangelt, ovvero un tasso dello 0,37%.
Gli studi più completi realizzati fino ad oggi sul tasso di mortalità per infezione a livello mondiale sono quelli dell’equipe del Prof. John P A Ioannidis, dell’Università di Stanford, in California. Il primo di questi, pubblicato in data 14/10/20 nel Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (4) , dopo aver uniformato 61 studi fatti in 51 località del mondo, concludeva che la letalità mediana del Covid 19 era dello 0,27%.
In uno studio di gennaio di quest’anno, pubblicato dall’European Journal of Clinical Investigation, il Prof. Ioannidis ha abbassato questo tasso, sostenendo che “le evidenze disponibili suggeriscono una IFR [tasso di letalità da infezione] globale media di ~0,15%” (5). Ciò non impedisce che si abbiano differenze sostanziali in detto tasso nei vari continenti, paesi e località, dovuto a variabili come l’età media e la densità di popolazione, o il suo grado di immunità previa per una esposizione anteriore a un virus simile (6).
Il secondo errore di valutazione dell’OMS e delle autorità sanitarie di diversi paesi è stato l’aver considerato che l’insieme della popolazione avrebbe corso gravi rischi se avesse contratto il virus cinese. In realtà, secondo quanto afferma il Prof. Jay Battacharya, dell’Università di Stanford, “è mille volte maggiore la differenza del tasso di mortalità in persone più anziane, di oltre 70 anni, e il tasso di mortalità dei bambini”, e venti volte maggiore rispetto alla popolazione in generale: “quattro su 100 tra chi ha più di 70 anni, contro i 2 su 1.000 nella popolazione in generale” (7).
Se anche aumentasse il tasso di letalità di nuove varianti del virus, ciò non smentirà la valutazione che le azioni delle riferite autorità sanitarie sono state globalmente pregiudizievoli alla salute pubblica, alle libertà costituzionali e all’economia mondiale, come si vedrà più avanti.
2. L’INEFFICACIA DEI LOCKDOWNS PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS CINESE
L’analisi dell’IPCO considerava irragionevole confinare tutti, perché ciò paralizzava la vita del paese, sottolineando che c’erano specialisti che suggerivano, al contrario, un isolamento temporaneo solo di quelli già contagiati dal virus, così come misure efficaci di protezione della popolazione a rischio (gli anziani, gli obesi e i portatori di alcune malattie). Era il cosiddetto “isolamento verticale”, in contrapposizione all’isolamento orizzontale” (lockdown).
Quest’approccio è stato approvato cinque mesi dopo dalla Dichiarazione di Great Barrington, redatta dagli accademici Sunetra Gupta (Oxford), il già citato Jay Bhattacharya (Stanford) e Martin Kulldorff (Harvard), e che poi è stata firmata da 13.985 scienziati dell’area di Medicina e Salute Pubblica, e da 42.519 medici e ausiliari di medicina.
Tale Dichiarazione denuncia che “le attuali politiche di confinamento stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica nel breve e lungo periodo […] portando a un maggior eccesso di mortalità nei prossimi anni, facendone portare il peso alla classe lavoratrice e ai membri più giovani della società”. Prosegue affermando che “nella misura in cui l’immunità si sviluppa nella popolazione, il rischio di infezione per tutti – inclusi i vulnerabili – diminuisce. […] L’approccio più compassionevole che bilancia rischi e benefici di raggiungere l’immunità di gregge è permettere che quanti sono a rischio minimo di morte vivano normalmente la loro vita al fine di formare l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, e al contempo proteggendo meglio quelli con maggiori rischi. La chiamiamo Protezione Focalizzata”.
In seguito, la Dichiarazione promuove le seguenti misure di buon senso: “Le scuole e le università devono restare aperte all’insegnamento presenziale. Le attività extracurricolari, come lo sport, devono essere riprese. I giovani adulti a basso rischio devono lavorare normalmente, e non da casa. Ristoranti e altre imprese devono restare aperti. Le arti, la musica, lo sport e altre attività culturali devono essere riprese. Le persone che corrono maggiori pericoli possono partecipare qualora lo desiderino, mente la società nel suo complesso gode della protezione conferita ai vulnerabili da quanti hanno accumulato immunità di gregge” (8).
L’inefficacia dei confinamenti universali al fine di contenere la propagazione del coronavirus è risultata evidente negli Stati Uniti, dove gli stati che hanno applicato norme più strette nell’ultimo inverno hanno in media tassi di mortalità leggermente superiori a quelli degli stati simili che hanno imposto restrizioni leggere ai loro abitanti, come si può verificare nel grafico sotto, dove questi ultimi sono segnalati in rosso:
Altro esempio eloquente sono i quartieri della città di New York, dove si concentrano i seguaci del ramo chassidico dell’Ebraismo (9), i quali non hanno rispettato le regole imposte dal sindaco, mantenendo le scuole aperte e partecipando a incontri affollati in occasione del funerale di un importante rabbino e del matrimonio del figlio di un altro, il che ha portato il New York Times a denunciare a tutta pagina: “‘Peste in scala biblica’: famiglie chassidiche duramente colpite dal virus nell’area di New York” (10).
In realtà, mentre il complesso della città fino ad oggi ha avuto un tasso di 382 morti per 100mila abitanti (11), i quartieri chassidici – che non sono ricchi e con alta densità media per famiglia in quanto hanno molti figli – hanno avuto un’incidenza di letalità minore per 100mila abitanti: East Williamsburg, 287; Borough Park, 275 e Williamsburg, 185 [12].
In uno studio pubblicato recentemente dall’European Journal of Clinical Investigation, i citati scienziati Ioannidis e Bhattacharya, insieme ai professori Oh e Bendavid, dell’Università di Stanford, hanno concluso quanto segue: “Non c’è evidenza che gli interventi non farmaceutici più restrittivi (‘lockdowns’) abbiano contribuito sostanzialmente a piegare la curva di nuovi casi in Inghilterra, Francia, Germania, Iran, Italia, Olanda, Spagna o negli Stati Uniti all’inizio del 2020. […] I dati non possono escludere totalmente la possibilità di qualche beneficio. Tuttavia, anche se esistono, tali benefici possono non controbilanciare gli innumerevoli danni di queste misure aggressive” (13).
Come ha recentemente ripetuto in un’intervista il Prof. Bhattacharya, “per la maggioranza della popolazione più giovane, i danni collaterali dei blocchi rappresentano un rischio maggiore dell’infezione da Covid; isolando inefficacemente tutti per proteggere gli anziani ed evitando strategie di protezione mirata, finiamo per esporre gli anziani al virus e pregiudicando i giovani” (14).
Secondo la Dott.ssa Elke van Hoof, professoressa di Psicologia della Salute presso la Libera Università di Bruxelles, il confinamento imposto come risposta al Covid è “il maggior esperimento psicologico della Storia”, poiché “un terzo del mondo viene confinato” e “non sappiamo come reagiranno le persone”, “non abbiamo un modello, non sappiamo cosa accadrà” (15).
3. IL PANICO COME FATTORE DI GUERRA PSICO-POLITICA
Nel 2009, dopo l’epidemia di H1N1, il noto consigliere presidenziale francese Jacques Attali dichiarò: “L’umanità non evolve significativamente se non quando ha davvero paura”. Commentando questa frase, già nella sua analisi del 2020, l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira (IPCO) ha sottolineato che non c’erano dati “per affermare perentoriamente che questo sia il piano che sta venendo posto in esecuzione”, ma che vari fattori avevano contribuito a seminare il panico e a dare inizio all’evoluzione auspicata da Attali. E che “le organizzazioni internazionali e nazionali che si occupano della salute pubblica si sono prestate alla sua amplificazione”.
Uno studio titolato “Impatto della pandemia da COVID-19 sulla salute mentale: vigilanza in tempo reale usando Google Trends”, pubblicato sulla rivista Trauma Psychology, dell’Associazione Americana di Psicologia (ANA), ha confermato che, nei primi 40 giorni dopo la dichiarazione della pandemia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, negli Stati Uniti c’è stato “un aumento immediato di preoccupazione e panico, seguito dall’inizio di sintomi di ansia” (16).
Altri studi hanno constatato lo stesso panico in comportamenti come l’aumento di prelevamenti di denaro (17), svuotamento dei supermercati per acquisti compulsivi (18), fuga dalle città verso l’interno (19) o automedicazione (20). Sonia Bishop, docente associata di psicologia dell’Università della California a Berkeley, che ha studiato come l’ansia influenzi le prese di decisione, ha affermato che ciò si è evidenziato durante la crisi del coronavirus. Messaggi incongruenti dei governi, dei media e delle autorità di salute pubblica hanno alimentato l’ansia: “Non siamo abituati a vivere in situazioni dove le probabilità cambiano rapidamente”, ha detto la scienziata (21)
L’IPCO ha denunciato, già all’inizio del 2020, il ruolo svolto dai bollettini dell’OMS nella creazione di questo clima di panico.
Oggi ci sono dati che mostrano l’esistenza di una collaborazione volontaria di alcune autorità politiche nazionali con il suo aggravamento. Il caso più significativo è stato lo scandalo denunciato dal Die Welt am Sonntag (edizione del 07/02/21), che ha mostrato la pressione esercitata verso la metà di marzo dello scorso anno su un gruppo di scienziati dal ministro dell’Interno tedesco attraverso il segretario di Stato per la Scienza, chiedendo loro una “maximale Kollaboration” (massima collaborazione) per ottenere quello che oggi è noto come il “documento panico”, che è servito come legittimazione delle misure politiche più restrittive (22).
Nel Regno Unito, il documento “Opzioni per aumentare l’adesione alle misure di distanziamento sociale” è stato analizzato dal Gruppo di Consulenza Scientifica per le Emergenze del governo nella sua riunione del 23 marzo 2020. Elaborato dal sottogruppo di scienza del comportamento, il testo afferma che “un numero significativo di persone non si sente ancora sufficientemente minacciato personalmente”, ragione per cui “il livello di minaccia personale sentito deve essere aumentato tra quelli che sono compiacenti, usando messaggi emozionali contundenti” (23).
La proposta è stata messa in pratica e, un mese dopo, il Prof. Robert Dingwall, membro del Gruppo Consultivo di Minacce di Virus Respiratori Nuovi ed Emergenti (NERVTAG), del governo britannico, ha lamentato che “abbiamo questo messaggio molto forte che effettivamente ha terrorizzato la popolazione facendole credere che questa è una malattia che ti ucciderà. […] Tutto questo aiuta a creare questo clima di paura” (24).
4. IL CARATTERE RIVELATORE E UNIFORME DELLA RISPOSTA GLOBALE ALLE EPIDEMIE SULLA BASE DI UN NUOVO PARADIGMA DI SICUREZZA SANITARIA
Un aspetto che l’analisi dell’IPCO di un anno fa non è arrivata a individuare è stato il carattere estremamente uniforme della risposta data all’epidemia in tutta l’area occidentale del pianeta. Con l’eccezione della Svezia, di una dozzina di stati nordamericani e di alcune regioni del Brasile, praticamente tutti i paesi hanno preso successivamente le stesse misure, come se stessero seguendo uno script.
Dall’inizio del millennio vi è stato di fatto un cambiamento di paradigma in tema di biosicurezza, analizzato nel 2013 da Patrick Zylberman, professore emerito della Scuola di Alti Studi di Salute Pubblica di Parigi, nel suo libro Tempêtes microbiennes – Essai sur la politique de sécurité sanitaire dans le monde transatlantique (Tempeste microbiche – Saggio sulla politica di sicurezza sanitaria in un mondo transatlantico).
Se il concetto tradizionale di “prevenzione” delle calamità pubbliche calcolava le possibilità reali di una minaccia sulla base di dati affidabili di epidemie anteriori, un nuovo concetto – noto come preparedness – optava per immaginare scenari fittizi di scarsa probabilità, ma con conseguenze potenzialmente catastrofiche, esigendo dalla popolazione un civismo superlativo. Basandosi sulla “logica del peggio” come criterio di razionalità, questo nuovo concetto favoriva, secondo il Prof. Zylberman, “una caduta vertiginosa nella finzione (numeri esagerati, analogie infondate etc.)” (25).
Vi sono molti dati comprovanti un “trasbordo ideologico” – per usare il termine coniato dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira (26) – degli ambienti accademici e delle autorità pubbliche preposte alla sicurezza sanitaria, facendoli passare dalla prevenzione alla preparedness. In altri termini, spostarsi da criteri di efficacia comprovata, fondati su una valutazione realista del rischio, a misure estreme con effetti sconosciuti in vista di scenari catastrofici, la cui probabilità non è confermata dai dati concreti disponibili.
Nel 1999, con i soldi della Fondazione Sloanes (nome dell’ex-presidente della General Motors), l’Università John Hopkins fondò il Centro per gli Studi di Biodifesa Civile. Nello stesso anno, il Centro organizzò ad Arlington (Virginia) un simposio con centinaia di partecipanti e rappresentanti di 10 paesi, per trattare di salute pubblica e bioterrorismo (27).
Per la prima volta un evento di questo genere incluse esercizi di simulazione – alla maniera dei war games militari – di una epidemia di vaiolo, nella speranza di stabilire collaborazioni e una struttura globale di pianificazione strategica (28). L’anno seguente si organizzò un evento simile a quello fatto simulando una piaga. Con il passar del tempo, l’aspetto militare diede priorità alle malattie infettive emergenti.
È sintomatico il fatto che la nota Università di Baltimora abbia cambiato il nome del suo stabilimento specializzato in “Centro John Hopkins per la Sicurezza della Salute”, eliminando il riferimento al bioterrorismo. Tuttavia, ha mantenuto intatta la nuova dottrina della preparedness, di origine militare (29)
Questo nuovo paradigma ha infiltrato i suoi postulati tra gli scienziati e le autorità di salute pubblica attraverso l’organizzazione di nuovi e frequenti esercizi di simulazione, con finanziamento, appoggio logistico e orientamento scientifico di diverse istituzioni pubbliche e private.
Un articolo della rinomata rivista scientifica Nature, di luglio dello scorso anno, ha rivelato dettagli di alcuni di questi eventi. Redatto principalmente da Amy Maxen, reporter veterano della rivista, l’articolo rivela che:
a) “L’Operazione Dark Winter, nel 2001, e Atlantic Storm, nel 2005, furono orchestrate da think tanks di biosicurezza negli Stati Uniti e vi parteciparono leader influenti, come l’ex presidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Gro Harlem Brundtland, e Madeleine Albright, segretario di Stato dell’ex presidente Bill Clinton”;
b) “Nel gennaio del 2017, la Banca Mondiale e la Fondazione Bill & Melinda Gates a Seattle, Washington, appoggiarono una simulazione di pandemia nel Forum Economico Mondiale di Davos, Svizzera. […] La messa in scena coincise con la presentazione di una fondazione con sede ad Oslo per sviluppare e distribuire vaccini per le infezioni emergenti, chiamata Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI). Ricevette finanziamenti dalla Fondazione Gates, dall’istituzione di carità biomedica Wellcome Trust, dal Regno Unito e da paesi come Giappone e Germania”;
c) “A maggio 2018, insieme ai leader della Casa Bianca e del Congresso [americano] che mai avevano affrontato una grande pandemia, [il Dr. Thomas] Inglesby e i suoi colleghi dell’Università John Hopkins realizzarono una esercitazione a Washington DC nominata Clade X. Si trattava di simulare un virus respiratorio sviluppato in laboratorio. Una delle prime lezioni di tale simulazione fu che il divieto di viaggiare non impediva al virus di guadagnare terreno. Le infezioni si diffondevano rapidamente sotto il radar, poiché metà delle persone infettate presentava pochi sintomi o nessuno”;
d) “In una esercitazione realizzata dal Dipartimento di Salute e Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti dell’anno scorso [2019], chiamato Crimson Contagion, turisti ritornavano dalla Cina con un nuovo virus influenzale che si diffondeva a Chicago, Illinois, e infettava 110 milioni di americani (l’esercitazione presumeva che il patogeno era più contagioso che il SARS-CoV-2)”;
e) Uno “scenario fittizio, chiamato Event 201, si è svolto lo scorso ottobre [2019] in un centro-conferenze della città di New York davanti a un panel di accademici, funzionari di governo e leader aziendali. I presenti sono rimasti sconvolti — era quel che Ryan Morhard voleva. Specialista in biosicurezza nel Forum Economico Mondiale a Ginevra, in Svizzera, Morhard temeva che i leader mondiali non stessero prendendo sufficientemente sul serio la minaccia di una pandemia. […] Verso la fine dell’esercitazione Event 201 […] i partecipanti hanno assistito a una simulazione di reportage che prevedeva una turbolenza finanziaria della durata di anni, o anche di un decennio. Ma gli impatti sociali – inclusa la perdita di fiducia nel governo e nei media – potevano durare anche di più” (30).
In un podcast la cui trascrizione può essere letta nel sito di Nature, la giornalista scientifica Amy Maxen, principale autrice dell’articolo, fornisce altri dati interessanti, come il fatto che “questo campo della biosicurezza è molto piccolo”: nel preparare il reportage, “molta gente citava le stesse persone con cui io dovevo parlare”. Secondo la giornalista, questo piccolo circolo è a sua volta influenzato da un altro circolo ancor più piccolo: “Le persone dietro di questo, queste persone della biosicurezza che stanno dietro di questo, sono state grosso modo guidate dal Centro John Hopkins per la Sicurezza della Salute e dal Forum Economico Mondiale e dalla Fondazione Gates” (31).
L’influenza di questo piccolo circolo di specialisti e dei loro patrocinatori non ha tardato a farsi sentire sin nelle più alte sfere internazionali.
Il 4 maggio 2009, l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicò una normativa intitolata “Preparadness e risposta alla pandemia di influenza: documento di orientamento dell’OMS” (32), la quale modificava la sua definizione di pandemia, eliminandone la condizione secondo cui l’insorgenza virale causerebbe “un numero considerevole di casi e di morti”, e dichiarando che, al contrario della posizione anteriore, “l’intensità di una pandemia può essere moderata o grave in termini di casi e di morti”. L’OMS apportò questo cambiamento pochi giorni prima di dichiarare la “febbre suina” (H1N1) pandemia, il che obbligò i governi a adottare una serie di misure preventive molto onerose (incluso l’acquisto di un enorme stock di maschere e di vaccini), che si rivelarono poi totalmente inutili a causa del carattere moderato dell’epidemia.
Lo scandalo fu tale che venne proposto all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa un progetto di risoluzione sulle “false pandemie”. Dopo aver studiato il caso, il relatore della proposizione, il deputato laburista inglese Paul Flynn, si disse “allarmato da alcune misure eccessive prese in risposta a ciò che ha finito per essere una influenza di gravità moderata, dalla mancanza di trasparenza dei processi decisionali in causa e dai possibili abusi di influenza dell’industria farmaceutica in alcune decisioni importanti”. Il relatore si mostrò ugualmente “preoccupato per il modo in cui le autorità pubbliche hanno riferito riguardo questioni sensibili, che poi sono state ritrasmesse dai media europei, alimentando timori tra la popolazione e non sempre permettendo di guardare la situazione in maniera obiettiva” (33).
Confermando le fondate preoccupazioni del relatore, il 24 giugno 2010 fu approvata la risoluzione 1749/2010, intitolata “Gestione della pandemia H1N1: necessità di maggior trasparenza”. In essa, l’Assemblea Parlamentare si dichiara “allarmata per il modo in cui l’influenza pandemica H1N1 è stata gestita” dall’OMS e dalle autorità sanitarie dell’Unione Europea e dei diversi paesi. E “segnala una grave mancanza di trasparenza nell’assunzione di decisioni relazionate alla pandemia, il che solleva preoccupazioni sulle pressioni che l’industria farmaceutica può aver esercitato su alcune delle decisioni più importanti relative alla pandemia” (34).
Nonostante questo precedente poco lucido, dieci anni più tardi, subito dopo la comparsa del Sars-Cov-2 e dei primi casi di Covid-19, l’OMS e settori influenti della comunità scientifica hanno esercitato pressioni per far adottare dai governi misure rigorose secondo la “logica del peggio” contenuta nel nuovo script della sicurezza sanitaria appreso nelle sessioni di simulazione promosse dal Centro John Hopkins per la Sicurezza della Salute e per i loro patrocinatori.
5. LA CATASTROFE SANITARIA CHE RISULTERÀ DAI LOCKDOWNS
Questa “logica del peggio” evidenziava esclusivamente i rischi di diffusione del virus di origine cinese, ma non prendeva in considerazione i danni collaterali derivanti dal confinamento della popolazione, incluso per la salute pubblica.
Il manifesto dell’IPCO ha evocato solo uno di questi danni collaterali: la sospensione delle campagne di vaccinazione dei bambini nei paesi poveri, per raccomandazione dell’OMS (!), per evitare che gli assembramenti di adulti nelle cliniche diffondessero il virus, nonostante il rischio di una ricomparsa di epidemie come polmonite, tubercolosi e malaria che questa sospensione delle vaccinazioni tradizionali comporterebbe. Di fatto, secondo il Prof. Battacharya, “ottanta milioni di bambini in tutto il mondo ora sono a rischio di queste malattie” (35).
Si veda, ad esempio, l’impatto nella lotta alla malaria, il 94% delle cui vittime risiede in Africa. Uno studio pubblicato lo scorso settembre sulla rivista Pedriatic Research afferma che “le risposte alla pandemia [i lockdowns] possono sfociare nella riduzione della distribuzione della rete insetticida di lunga durata, della polverizzazione residuale interna, delle campagne stagionali di chemio profilassi della malaria, dell’accesso a test diagnostici rapidi e del trattamento efficace della malaria” (36). La previsione dell’OMS, secondo l’articolo, è che vi sia il 102% in più di morti relazionate con la malaria nell’Africa subsahariana, il 70% delle quali sarebbe tra i bambini di meno di cinque anni.
Con il passare del tempo, sono emersi altri effetti negativi dei confinamenti nei paesi poveri. La denutrizione infantile fa sì che i bambini più piccoli abbiano deficienze immunologiche e difficoltà di apprendimento. Ebbene, lo stesso studio del Pediatric Research afferma: “I lockdowns, con la chiusura simultanea delle scuole, colpiranno anche l’accesso ai pasti nelle scuole, che per molti bambini sono una delle poche fonti consistenti di alimentazione. Così, la pandemia ha esposto ancor di più i bambini alla fame, alla malnutrizione e, di conseguenza, agli impatti negativi nello sviluppo cognitivo” (37).
Una lacuna del documento dell’IPCO è stato il non aver trattato l’impatto catastrofico dei confinamenti sulla salute pubblica negli stessi paesi sviluppati o in via di sviluppo. A causa delle restrizioni di movimento e della paura del contagio, milioni di persone hanno smesso di fare i primi consulti per l’individuazione precoce del cancro o di problemi cardiovascolari o hanno sospeso i controlli medici periodici per il trattamento del diabete, di disturbi psicologici e psichiatrici, così come dell’abuso di alcol e di stupefacenti.
Uno studio pubblicato dalla Camera dei Lords del Regno Unito, dal titolo “Lockdown 1.0 e la pandemia un anno dopo: cosa sappiamo sull’impatto?”, riconosce che “vi sono evidenze del fatto che la salute pubblica è stata colpita negativamente durante la pandemia, poiché molte malattie non sono state identificate o non sono state trattate”. Cita come esempio una relazione del Public Health England, secondo il quale “la metà delle persone con peggioramento delle condizioni di salute non ha cercato un consulto medico” a settembre 2020, avendo previamente avuto “una caduta nei ricoveri ospedalieri tra aprile e giugno 2020” e una “diminuzione dell’identificazione di persone con demenza e Alzheimer, dovuto al non accesso dei pazienti ai servizi di valutazione e diagnostica” (38).
A sua volta, “uno studio pubblicato dall’Institute for Fiscal Studies ha scoperto che ad aprile 2020, primo mese del blocco nazionale, la salute mentale è peggiorata in media dell’8,1%”, mentre un altro studio, dell’Università di Glasgow, pubblicato nell’ottobre 2020, ha scoperto che “c’è stato un aumento dei livelli di ansia e di pensieri suicidi durante lo stesso periodo” (39)
La rivista scientifica The Lancet ha diffuso uno studio ancora più allarmante, concludendo che “il personale sanitario deve prepararsi per l’aumento di morbilità e mortalità nei prossimi mesi e anni”. Intitolato “Effetti acuti indiretti della pandemia COVID-19 sulla salute fisica e mentale nel Regno Unito: uno studio basato sulla popolazione”, la ricerca ha calcolato – sulla base di dati includenti oltre 10 milioni di pazienti – il crollo delle prime consultazioni per casi acuti di salute mentale e fisica.
Ad eccezione di eventi acuti relazionati all’alcol, si è avuta evidenza di una riduzione nelle visite mediche per tutte le patologie: ansia, disturbi alimentari, disturbi ossessivo-compulsivi, automutilazioni, malattie mentali gravi, attacchi ischemici transitori, insufficienze cardiache, infarti del miocardio, angina instabile, tromboembolismo venoso e peggioramento dell’asma. Quattro mesi più tardi, le visite mediche per tutte le malattie non avevano ancora recuperato i livelli precedenti al blocco, tranne quelle per angina instabile ed eventi acuti relativi all’alcol (40).
Questa previsione è stata confermata recentemente dalla pubblicazione degli ultimi dati dell’istituto nazionale di statistica: le morti in residenze private in Inghilterra e Galles sono aumentate del 30% nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti. Ciò ha rappresentato 41.321 “morti in eccesso”, specialmente per malattie cardiache (+66%), diabete (+60%) e Parkinson (+65%), benché il Covid-19 sia stato responsabile solo dell’8% del totale (41).
Ancora più drammatico è stato l’effetto dei lockdowns sulla salute mentale dei bambini e dei giovani, ai quali è stata negata la convivenza sociale, tanto necessaria in questa tappa della vita, a causa della chiusura delle scuole. Il Collegio Reale degli Psichiatri ha pubblicato sul suo sito internet una analisi dal titolo “Paese nelle grinfie di una crisi di salute mentale con i bambini tra i più colpiti”, dove rivela che, rispetto al 2019, tra aprile e dicembre dello scorso anno c’è stato un aumento del 28% del numero di bambini e giovani indirizzati ai servizi di salute mentale, del 20% delle sessioni di trattamento, e del 18% delle assistenze di emergenza, inclusa la prevenzione di abusi contro minori.
La Dr.ssa Bernadka Dubicka, direttrice del dipartimento del bambino e dell’adolescente nel Collegio Reale degli Psichiatri, ha dichiarato: “I nostri bambini e giovani stanno soffrendo l’impatto della crisi di salute mentale causata dalla pandemia e sono a rischio di malattia mentale per il resto della vita. Come psichiatra in prima linea, ho visto l’effetto devastante che la chiusura delle scuole, la separazione delle amicizie e l’incertezza causata dalla pandemia hanno avuto sulla salute mentale dei nostri bambini e ragazzi” (42).
Se persino in un paese economicamente e culturalmente sviluppato come il Regno Unito, ragazzi e adulti hanno pagato un enorme prezzo sanitario nel fallimentare tentativo di ridurre la circolazione del coronavirus, si immagini il costo per la salute pubblica nei paesi meno sviluppati
6. UNA DITTATURA SANITARIA E POLITICO-IDEOLOGICA COL PRETESTO DEL BENE COMUNE
La cosa più paradossale della situazione attuale è che i responsabili di questo disastro di salute pubblica sono gli stessi che, in nome della protezione della popolazione, stanno approfittando delle circostanze eccezionali per imporre una vera dittatura sanitaria alla stessa popolazione che intendono proteggere. L’IPCO avvertì un anno fa che suddetti responsabili stavano ricattando i loro cittadini: accettare un maggiore controllo statale sulle loro vite come condizione per uscire dal lockdown. All’epoca, si trattava principalmente di cercare di imporre delle app per il monitoraggio delle persone attraverso i telefoni cellulari.
Con le riaperture parziali dopo il primo lockdown sono arrivate ulteriori restrizioni imposte da governi che ora detengono poteri eccezionali basati su uno “stato di emergenza sanitaria” inesistente nella maggior parte delle leggi nazionali. L’elenco non esaustivo di tali restrizioni include: coprifuoco; obbligo di indossare le mascherine (anche per quei pochi bambini che avrebbero potuto ancora frequentare lezioni di presenza); il controllo della temperatura e l’obbligo di lavarsi le mani con gel igienizzante per poter entrare nei luoghi di lavoro o nei negozi; test molecolari e test antigenici per viaggiare o anche per entrare nei luoghi di lavoro.
Senza dubbio, la misura più scioccante è stata quella di imporre, in Italia e altrove, l’uso di guanti usa e getta per amministrare la Santa Comunione, così come l’obbligo di riceverla sulla mano, andando contro sia l’autonomia della Chiesa a regolamentare il proprio culto, sia contro i diritti dei fedeli riconosciuti dalla legislazione canonica e liturgica. La cosa più dolorosa è stato vedere le autorità cattoliche piegarsi, senza la minima costrizione, a queste esigenze o addirittura imporre restrizioni più drastiche di quelle stabilite dalle autorità sanitarie.
Un’altra forma scandalosa di dittatura sanitaria è stato il fatto che le autorità hanno imposto, come trattamento primario per i contagiati da Covid-19, un protocollo sommario, consistente nell’assunzione di un analgesico/antipiretico e nell’attendere a casa la progressione della malattia. In molti paesi, ai medici di famiglia è stato vietato di trattare i loro pazienti Covid-19 con farmaci che fino ad allora erano liberamente disponibili in qualsiasi farmacia, privi di gravi effetti collaterali e la cui efficacia contro Sars-Cov-2 era stata documentata in diversi studi pubblicati in riviste scientifiche dopo peer review (43)
Peggio ancora, diversi medici sono stati minacciati di sanzioni dai rispettivi Ordini per essere stati fedeli al loro giuramento di Ippocrate, che li obbliga a cercare il bene dei loro pazienti. Il caso più noto è stato quello del Prof. Didier Raoult – fondatore e direttore dell’Istituto Ospedaliero Universitario (IHU) Mediterranée Infection, a Marsiglia, difensore di un protocollo di intervento precoce basato su idrossiclorochina e atromizina -, vittima di una denuncia all’Ordine dei Medici di Francia e di una denuncia dinanzi alla giustizia penale.
La cosa sorprendente del caso è che, mentre gli venivano rivolte tali denunce, il suo ospedale IHU Mediterranée aveva curato 5.419 pazienti infetti, di cui solo 22 erano morti, cioè un tasso dello 0,4%, mentre il tasso medio di decessi negli altri ospedali della regione era stato più di cinque volte superiore (2,1%)! (44) La giustizia francese ha appena dato ragione al prof. Raoult nella prima di tre cause intentate da lui contro i suoi detrattori, ma nessun giornale o sito di informazione ne ha finora dato notizia (45).
Lo spettro di una dittatura sanitaria, tuttavia, ha raggiunto il suo apice con la campagna vaccinale e le proposte di renderla obbligatoria. Ora, la vaccinazione rappresenta un rischio inutile per le persone in cui la malattia avrà un effetto lievissimo o lieve, come nel caso dei bambini, dei giovani e degli adulti sotto i 70 anni senza comorbidità, nonché per le persone immunizzatesi naturalmente avendo già sofferto il Covid-19.
Tanto più che non è garantita l’efficacia dei vaccini nella prevenzione di nuove varianti del coronavirus (come accade annualmente con i virus dell’influenza stagionale) e, soprattutto, perché approvati solo in via sperimentale e con urgenza, senza rispettare i protocolli usuali, con l’aggravante che alcuni di questi vaccini sono basati sul un nuovo metodo del RNA messaggero, le cui potenziali conseguenze genetiche a lungo termine sono sconosciute.
Va ricordato che dopo la tragedia del Talidomide, responsabile di 10.000 casi di difetti congeniti nei bambini, i cui effetti collaterali vennero notati solo pochi anni dopo, questi protocolli iniziarono a richiedere tempi più lunghi. Seppur rispettando i protocolli vigenti, il laboratorio francese Servier – a causa del suo farmaco Mediator, indicato per reprimere la fame grave nelle persone sovrappeso, ma che ha causato danni alle valvole cardiache e ipertensione arteriosa polmonare, provocando circa duemila morti – è stato appena condannato in ultima istanza per “pubblicità ingannevole aggravata” e “omicidi e ferite involontarie”, come guarderanno i futuri medici i frettolosi “test universali” a cui sono stati sottoposti i vaccini anti-Covid e i loro possibili effetti?
Consapevoli che l’articolo 6 della Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani richiede il consenso libero, previo e informato dei pazienti per qualsiasi intervento preventivo o terapeutico, i governi sono andati surrettiziamente avanti nel loro piano. Prima hanno imposto la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari negli ospedali e nelle case per anziani, e ora stanno cercando di imporre un “passaporto vaccinale” per i viaggi internazionali e anche per i viaggi nazionali, all’interno dei rispettivi paesi (46). Il metodo del ricatto soft è già in atto: il presidente della Commissione europea ha approfittato di una colonna del New York Times per avvertire i potenziali turisti statunitensi che solo chi è già vaccinato potrà recarsi in Europa per le prossime vacanze estive (47)
In paesi come Israele e Danimarca, questo passaporto sanitario è già richiesto per entrare in ristoranti, cinema e altri luoghi pubblici, o per partecipare a eventi di qualsiasi tipo, creando un regime di apartheid tra persone vaccinate e non vaccinate (48).
Nel suo documento dello scorso anno, l’IPCO deplorava la collusione di Papa Francesco e delle autorità ecclesiastiche cattoliche con l’imposizione dei lockdowns e a soppressione o limitazione del culto pubblico. A questa rinuncia dei pastori alla propria missione si è poi sommata la connivenza a promuovere un presunto obbligo morale di vaccinarsi per proteggere gli altri, come risulta dall’intervista rilasciata da Papa Francesco al TG5 (49) e dalla dichiarazione congiunta della Pontificia Accademia per la Vita, della Conferenza Episcopale italiana e dall’Associazione Italiana Medici Cattolici (50), nonché dalla dichiarazione congiunta della prima con la Commissione vaticana Covid-19 (51).
Questa Commissione, che fa parte del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, ha anche prodotto un opuscolo di propaganda dal titolo “Vaccini anti-Covid-19: Kit per i rappresentanti della Chiesa”, dove dice: “Troverete qui informazioni sui vaccini anti COVID-19, risorse per sostenere la preparazione di omelie, frasi di Papa Francesco, link ad informazioni utili, brevi messaggi per siti web, bollettini parrocchiali e altri tipi di media. La Guida al coronavirus per la famiglia (COVID-19) è pensata per aiutare le comunità locali a combattere la disinformazione” (52).
Questa pressione morale sulla coscienza dei fedeli, nel senso di un presunto obbligo morale a vaccinarsi, è tanto più disorientante in quanto Papa Francesco e gli organismi sopra citati mettono a tacere quasi del tutto la necessità per gravi motivi che rendono lecito l’uso di vaccini “contaminati” dall’impiego di colture cellulari provenienti da aborti, nonché il dovere di esprimere opposizione all’uso di tali colture da parte dei laboratori (53).
Ai margini della dittatura sanitaria e nella misura in cui, con il pretesto della salvaguardia della salute della popolazione, le libertà pubbliche venivano limitate, veniva imposta gradualmente una dittatura politico-ideologica. Oltre alle restrizioni alla libertà di andare e venire, essenziali in una democrazia, ci sono state drastiche restrizioni alla libertà di manifestare, una violenta repressione delle proteste e persino un monitoraggio da parte delle agenzie statali di spionaggio degli attivisti contrari al confinamento (54).
Come nei regimi totalitari del XX secolo, è stata imposta anche una “verità ufficiale” in nome della scienza (55), il che è una contraddizione in termini, poiché la natura stessa delle scienze sperimentali è quella di rivedere continuamente i propri postulati alla luce delle nuove scoperte, oltre al fatto noto che la comunità scientifica è molto divisa su diversi aspetti dell’epidemia e sulla risposta più adeguata da dare a essa (56). Tuttavia, la libertà di opinione è stata drasticamente ridotta con il pretesto di combattere le fake news (57), creando un clima di paura anche in mezzo alla comunità scientifica (58).
L’aspetto più grave è che mentre i totalitarismi del passato usavano la forza dell’apparato statale per imporre il “pensiero unico”, oggi, con il pretesto di combattere il Covid-19 e tutelare la salute, sono le istituzioni del settore privato che si occupano di “cancellare” gli avversari della linea ufficiale (59).
La piattaforma Youtube vince forse il primo premio nello ‘zelo per l’ortodossia’ per l’eliminazione di qualsiasi video che dubiti dei ‘dogmi’ del nuovo catechismo sanitario. Sulla base delle sue “Norme sulla disinformazione in ambito medico”, non consente contenuti che trasmettano informazioni “in contraddizione con le informazioni fornite sul COVID-19 dalle autorità sanitarie locali o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)” (60), di cui godono, ai loro occhi, il carisma di infallibilità.
Nel suo “burocratese” pregiudizievole, Youtube è arrivato all’estremo di eliminare dalla sua rete i video di rinomati scienziati con importanti funzioni in famosi centri di ricerca, come è stato il caso di una tavola rotonda sull’uso delle mascherine organizzata dal governatore della Florida a cui partecipavano i tre redattori della Dichiarazione di Great Barrington, che occupano posizioni elevate niente di meno che a Oxford, Harvard e Stanford (61).
Non di rado, anche scienziati riconosciuti che sollevano domande sui protocolli farmaceutici e non farmaceutici per il controllo della malattia, vengono falsamente accusati di “negazionisti” o di contestare l’esistenza del coronavirus o del contagio. I veri negazionisti sono coloro che non valutano nemmeno i lavori scientifici e i risultati contrari alla versione ufficiale e cercano di mettere a tacere ogni pensiero divergente.
Ma non è tutto. Nemmeno George Orwell era arrivato a immaginare, nel suo romanzo 1984, la “cultura della denuncia” promossa da molti governi, in cui la sorveglianza e il controllo dei cittadini sono effettuati dagli stessi, vicini di casa, dai colleghi e persino dai familiari che denunciano gli inadempienti alla polizia (62). Per facilitarli nel loro ignobile compito, alcune autorità forniscono loro applicazioni digitali che gli consentono di fotografare o filmare i trasgressori con geolocalizzazione automatica del luogo in cui è avvenuta l’infrazione (63).
7. LA RECESSIONE ECONOMICA E I PIANI DI UN GREAT RESET
Nell’aprile 2020, l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira previse un disastroso impatto economico a causa dei confinamenti e citava in particolare il caso dell’Italia. In realtà, la contrazione dell’economia mondiale, il numero di fallimenti aziendali e l’aumento della disoccupazione sono stati, almeno per il momento, notevolmente inferiori a quelli inizialmente annunciati. Ma tutto ciò è il risultato degli aiuti faraonici concessi dai governi, che non hanno tenuto conto dell’esplosione del debito pubblico. Una situazione estremamente precaria che può improvvisamente peggiorare, sia a causa del prolungarsi della recessione, dell’esplosione di una bolla finanziaria, dell’aumento dei tassi di interesse sul debito, o semplicemente della sfiducia dei mercati, facendo collassare il fragile castello di carte dell’attuale economia.
Questo contenimento della depressione ha impedito l’esplosione di sconvolgimenti sociali, poiché i più colpiti stanno ancora ricevendo aiuti di emergenza e, soprattutto, perché preoccupati con la sopravvivenza quotidiana. Ma la situazione può peggiorare – come ha riconosciuto Jacques Attali, consigliere di tutti i presidenti francesi, da Mitterrand a Macron, in una recente intervista al quotidiano Clarín di Buenos Aires: “Quello che mi preoccupa di più è il fatto che l’umanità non ha ancora capito che la crisi in arrivo sarà molto, molto profonda in termini di recessione, disoccupazione e miseria” (64).
Dove non è stato possibile però evitare l’impatto sociale è stato nei paesi poveri. Sulla base di un rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il documento dell’IPCO prevedeva una perdita complessiva del 6,7% dell’orario lavorativo, equivalente all’intera giornata di 195 milioni di lavoratori, il che significava un numero molto maggiore di disoccupati, poiché molti di loro lavorano part-time.
La realtà è stata molto peggiore: andato perso l’8,8% dell’orario lavorativo globale, pari a 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Ciò ha comportato un calo dell’8,3% del reddito globale da lavoro, parzialmente compensato dagli aiuti di Stato. Anche così, secondo un recente studio della Banca Mondiale (65), nel 2020, tra 119 e 124 milioni di persone sono cadute in condizioni di estrema povertà o è stato loro impedito di abbandonarla a causa della crisi globale (negli ultimi due decenni, 54 milioni di persone avevano abbandonato ogni anno la povertà). L’aumento esponenziale della povertà nei paesi poveri ha, infatti, portato al previsto peggioramento della fame acuta e delle morti per malnutrizione nelle aree più misere del pianeta.
Quello che l’IPCO non poteva prevedere è che i massimi esponenti del macro-capitalismo globalizzato avrebbero approfittato della precaria situazione economico-finanziaria per proporre un Grande Re-inizio (da loro chiamato “Great Reset”) per trasformare radicalmente l’attuale sistema economico capitalista, basato sulla proprietà privata e la libera iniziativa.
Nell’edizione 2019 del World Economic Forum, a Davos, l’attivista verde Greta Thunberg aprì la pista su cui sarebbero andati a sciare gli uomini d’affari: “Non voglio che speriate, vi voglio vedere nel panico” (66). Toccò al presidente fondatore del Forum, il dottor Klaus Schwab, concretizzare il desiderio della giovane attivista: “La pandemia rappresenta una rara e ristretta finestra di opportunità per riflettere, reimmaginare e resettare tutto e creare un futuro più sano, più equo e più prospero” (67). Parole apparentemente simpatiche, ma che nascondevano l’enorme cambiamento sociale in atto a cui è stato dato il nome di “nuova normalità” e “Great Reset“
Una finestra di opportunità che intendono sfruttare senza indugi e in modo efficiente, come auspicato da Jacques Attali in un’intervista al Clarín: “Quello che mi ha sorpreso di più è stato che, quasi dall’oggi al domani, più di 2,5 miliardi di persone hanno iniziato a lavorare da remoto. Questo dimostra che l’umanità, sotto pressione, può cambiare molto velocemente” (68).
Per avere un’idea più precisa di come potrebbe essere il futuro del mondo dopo il Great Reset sognato dalla Thunberg, Schwab & Co., basti citare alcuni passaggi di un articolo pubblicato sul sito WeForum, una delle piattaforme di discussione all’interno del World Economic Forum. La sua autrice, Ida Auken, ex ministro danese dell’Ambiente e attuale deputata socialdemocratica, col titolo “Ecco come potrebbe cambiare la vita nella mia città entro il 2030”, inizia sottolineando che le sue parole non devono essere interpretate come “un sogno, un’utopia”: “È uno scenario che mostra dove siamo diretti”. Si tratta di un futuro ecologico, comunista e robotico, dove tutto è controllato da telecamere, in stile cinese:
“Benvenuti nel 2030. Benvenuti nella mia città, o forse dovrei dire ‘la nostra città’. Non possiedo nulla. Non ho un’auto. Non ho una casa. Non posseggo alcun elettrodomestico o vestito. Potrebbe sembrarvi strano, ma tutto ciò ha perfettamente senso per noi in questa città. Tutto ciò che voi consideravate un prodotto, ora è diventato un servizio. Abbiamo accesso ai trasporti, agli alloggi, al cibo e a tutto ciò di cui abbiamo bisogno nelle nostre vite quotidiane.
Poco per volta, tutte queste cose sono diventate gratuite, quindi non ha senso per noi averne tante. […] quando l’energia pulita è diventata gratuita, le cose hanno iniziato a muoversi velocemente. Il prezzo dei trasporti è crollato. Per noi non ha più avuto senso possedere un’auto, perché in pochi minuti possiamo chiamare un veicolo a guida automatica o un’auto volante per i viaggi più lunghi. […]
Nella nostra città non paghiamo alcun affitto, perché, quando non ne abbiamo bisogno, qualcun altro utilizza il nostro spazio libero. Il mio salotto viene usato per incontri di lavoro quando non ci sono. […] Shopping? Non riesco a ricordare cosa sia. Per molti di noi, si è trasformato nello scegliere le cose da usare. A volte lo trovo divertente, altre voglio che sia l’algoritmo a farlo per me.
Conosce i miei gusti meglio di me. Quando le IA (intelligenza artificiale, ndr) e i robot ci hanno sostituito nella maggior parte dei nostri lavori, abbiamo improvvisamente avuto tempo per mangiare bene, dormire e trascorrere tempo con altre persone. […] Per un po’, tutto si è trasformato in puro intrattenimento e le persone non hanno più voluto preoccuparsi delle questioni complesse. Soltanto all’ultimo abbiamo scoperto come utilizzare tutte queste tecnologie per scopi migliori e non solo per ammazzare il tempo.
[…] Di tanto in tanto mi infastidisce il fatto di non avere una vera privacy. Non posso andare da nessuna parte senza venire registrata. So che, da qualche parte, ogni cosa che faccio, penso o sogno viene registrata. Spero soltanto che nessuno la usi contro di me. Tutto sommato, è una bella vita. Di gran lunga migliore rispetto alla strada che stavamo percorrendo, quando è diventato chiaro che non potevamo continuare con lo stesso modello di crescita” (69).
Le forze “progressiste” sognano di fatto di imporre questa distopia al mondo intero, seguendo lo stesso metodo di paura indotta attraverso cui hanno già imposto la dittatura sanitaria. Durante una riunione dei presidenti dei parlamenti dei paesi del G7, organizzata dalla signora Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti negli Stati Uniti, Sir Lindsay Hoyle, attuale presidente della Camera dei Comuni britannica, ha chiesto: “Se la grande lezione della pandemia è stata che la chiave è intraprendere azioni serie in modo tempestivo, perché ciò non sarebbe altrettanto vero per il cambiamento climatico?” E ha aggiunto: “Nessuno poteva mai immaginare che avremmo indossato così facilmente le mascherine e che saremmo stati anche così accomodanti” (70).
Mariana Mazzucato, professoressa di Innovazione Economica all’Università di Londra, prevede che “proteggere il futuro della civiltà richiederà interventi drammatici” e che “nel prossimo futuro il mondo potrebbe dover ricorrere di nuovo ai lockdowns, questa volta per affrontare un’emergenza climatica”.
E ha aggiunto: “Sotto un ‘blocco climatico’, i governi limiterebbero l’uso dei veicoli privati, vieterebbero il consumo di carne rossa e imporrebbero misure estreme di risparmio energetico, mentre le compagnie di combustibili fossili dovrebbero smettere di perforare”. E, adottando una postura simile a quella di Klaus Schwab, suggerisce che “per evitare uno scenario del genere, dobbiamo rimodellare le nostre strutture economiche e rendere il capitalismo diverso”, andando verso “una trasformazione economica verde”.
Per ottenerla, gli Stati dovrebbero subordinare al rispetto di rigorosi obblighi sociali ed ecologici la concessione di ingenti aiuti economici alle imprese beneficiarie. E “dato che i mercati non guideranno da soli una rivoluzione verde”, ciò “richiederà uno Stato imprenditore che innovi, si assuma rischi e investa accanto al settore privato” (71).
Benvenuti nel Socialismo del XXI secolo che ha portato il Venezuela alla bancarotta e sei milioni di cittadini a emigrare ..
8. CON IL SOSTEGNO DI PAPA FRANCESCO, UNA REPUBBLICA UNIVERSALE IRRISPETTOSA DELLE SOVRANITÀ NAZIONALI E GRAVITANTE ATTORNO ALLA CINA
Nel suo documento di un anno fa, l’IPCO avvertiva che i promotori di questa “nuova società” proclamavano una risposta coordinata e globale come unica soluzione alla pandemia, cosa che richiederebbe un organo esecutivo globale che imponesse, come primo passo, un coordinamento fiscale e monetario.
L’Unione Europea è stata per diversi decadi un’iniziativa pionieristica per la graduale erosione delle sovranità a beneficio di un’entità sovranazionale. Il suo più grande passo in questa direzione fu la creazione di una moneta unica amministrata dalla Banca Europea, a condizione che non ci fosse una mutualizzazione dei debiti dei paesi membri, in modo che i paesi nordici “frugali” non si vedessero costretti a pagare i disavanzi dei paesi “dispendiosi” del Sud.
Tuttavia, dopo i lockdowns e con il pretesto di evitare la recessione, quel diktat è caduto e una vera mutualizzazione del debito pubblico è stata inclusa nel bilancio settennale della UE e nello strumento di recupero temporaneo denominato Next Generation EU. 750 miliardi di euro di debito saranno emessi congiuntamente e trasferiti ai paesi dell’UE sotto forma di sovvenzioni e prestiti, subordinatamente all’ottenimento dell’approvazione da parte della Commissione europea del piano nazionale per le riforme e gli investimenti (ennesima limitazione alla sovranità), il quale deve imperativamente dare priorità alla “transizione ecologica” e alla “transizione digitale”.
L’Istituto Jacques Delors ha applaudito l’iniziativa, affermando: “È una delle più ambiziose di una lunga serie di proposte per la mutualizzazione del debito europeo” (72). D’altra parte, alcuni analisti hanno considerato il fondo Next Generation EU come un vero e proprio “socialismo di guerra” che blocca la società, in cui “gli Stati fanno un altro passo avanti rispetto alla società civile e sono essi stessi parzialmente superati da una governante europea rafforzata” (73) .
Ma il progresso più grande verso gli “Stati Uniti d’Europa” – voluto dalla corrente federalista sin dal lancio, nel 1923, del Manifesto Paneuropeo del conte Coudenhove-Kalergi – è avvenuto nel campo della sanità pubblica, nel senso di un graduale risucchio delle competenze degli Stati membri a favore della Commissione Europea, che ha iniziato a coordinare una risposta europea comune all’epidemia da coronavirus. Nel Trattato di Lisbona (2007), l’Europa Unita (UE) aveva acquisito le competenze per integrare in modo permanente le politiche nazionali attraverso la sua Strategia Sanitaria, così come per garantire “la sorveglianza di gravi minacce sanitarie transfrontaliere” e per combatterle.
La Commissione Europea ha approfittato della crisi del virus cinese per imporre un’autentica mutualizzazione della risposta sanitaria attraverso la:
a) Negoziazione e acquisizione di attrezzature mediche, test, medicinali e vaccini, facendo dell’Unione Europea (UE) il principale negoziatore e acquirente (comprese transazioni estremamente costose per farmaci inefficaci contro il Covid-19 e con gravi effetti collaterali, come il Redemsivir, del laboratorio Gilead);
b) Investimenti diretti dell’UE in progetti di ricerca e sviluppo per diagnostica e trattamenti attraverso l’Iniziativa sui Medicinali Innovativi;
c) Adozione di regole per l’uso, la convalida e il riconoscimento reciproco tra i paesi membri dell’UE dei test antigenici rapidi e la standardizzazione dei certificati di vaccinazione per scopi medici;
d) Lancio del programma “HERA Incubator”, in collaborazione con ricercatori, aziende biotecnologiche, produttori ed enti pubblici, finalizzato a rilevare nuove varianti, sviluppare nuovi vaccini adattati e accelerarne il processo di approvazione;
e) Sponsorizzazione, in collaborazione con l’OMS, di riunioni dell’High Level Facilitation Council, con l’obiettivo di accelerare, su scala mondiale, lo sviluppo e l’impianto di vaccini, test e trattamenti, nonché per migliorare i sistemi sanitari;
f) Contributo finanziario al meccanismo COVAX per garantire un equo accesso a vaccini, test, cure e organizzazione di una campagna di raccolta donazioni a favore del Coronavirus Global Response, che ha raccolto 15,9 miliardi di euro a favore del medesimo obiettivo (74)
Se eleviamo il nostro sguardo dal piano regionale europeo a quello globale, scopriamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non solo ha svolto un ruolo di primo piano nel creare il clima di panico che ha condizionato le risposte dei governi, ma ha anche acquisito un’importanza crescente nel determinare le politiche di lotta mondiale all’epidemia, con danni alla sovranità sanitaria delle nazioni.
L’OMS ha raggiunto una vera governante de facto attraverso le dichiarazioni dei suoi alti funzionari, i suoi documenti-guida, le sue piattaforme di apprendimento online, il suo Piano Strategico di Preparazione e Risposta, i suoi protocolli di test e trattamento, nonché la certificazione di vaccini e missioni congiunte o di verifica in Cina e altrove (75). Secondo quanto dichiarato dal Ministro della Salute tedesco Jens Spahn nell’atto di annunciare la creazione a Berlino di un nuovo centro mondiale per la raccolta di dati sulle pandemie in collaborazione con l’OMS, la lotta contro i nuovi virus richiede un “Global Reset”.
“È un fatto naturale che appariranno più virus con il potenziale per innescare epidemie o pandemie”, ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, capo dell’organizzazione (76). L’OMS diventerà così una sorta di Pontifex Maximus di riferimento nella nuova “guerra santa” contro le pandemie emergenti.
L’OMS e l’Unione Europea sono diventati, nei rispettivi livelli, gli esecutori pionieri del sogno formulato da Jacques Attali nell’articolo del 2009 già citato: “Si dovrà organizzare una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio (delle risorse) e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale” (77).
Con grande dolore e stupore, abbiamo constatato che un nuovo e decisivo sostegno alla germinazione di un governo mondiale unificato è venuto da Papa Francesco … Non solo per le sue continue critiche alla gestione delle crisi sanitarie rispettose della sovranità dei paesi e le sue dichiarazioni nel senso che la pandemia avrebbe esatto una risposta globale (78), ma soprattutto per la pubblicazione della sua controversa enciclica Fratelli Tutti.
Per il Pontefice la crisi sanitaria del Covid-19 è stata la grande opportunità per uscire da una “autoprotezione egoistica”: “Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più ‘gli altri”’, ma solo un ‘noi’” affinché “l’umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato” (Fratelli Tutti n 35), perché “la vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacità di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana” (FT n 141).
Secondo Francesco, è necessario “pensare e generare un mondo aperto” (è il titolo del 3° capitolo dell’enciclica), dove vigano “diritti senza frontiere” (è il sottotitolo di una sezione), perché “Nessuno può rimanere escluso” e “i confini e le frontiere degli Stati non possono impedire che questo si realizzi” (FT n 121). Tuttavia, “per rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale, capace di realizzare la fraternità a partire da popoli e nazioni che vivano l’amicizia sociale” (FT n 154), è necessario “far crescere non solo una spiritualità della fraternità ma nello stesso tempo un’organizzazione mondiale più efficiente” (FT n 165).
In questo contesto è indispensabile – prosegue il Papa – “lo sviluppo di istituzioni internazionali più forti ed efficacemente organizzate, con autorità designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionare”. Una “autorità mondiale” che non risiede in una persona, ma in istituzioni “dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale” (FTn 172) (79)
Questa autorità mondiale voluta da Papa Francesco non sembra essere lontana dal sogno illuminista di una Repubblica Universale incubata nelle logge massoniche già prima della Rivoluzione Francese. Non sorprende, quindi, che la Gran Loggia di Spagna abbia pubblicato la seguente dichiarazione: “L’ultima enciclica di Papa Francesco dimostra quanto sia lontana l’attuale Chiesa cattolica dalle sue precedenti posizioni. In “Fratelli tutti”, il Papa abbraccia la Fraternità Universale, il grande principio della moderna Massoneria” (80).
In questa grande fratellanza universale, però, la Cina intende assumere il ruolo di Grande Fratello. Nonostante sia stata il centro dell’inizio della peste e, irresponsabilmente, non abbia avvertito gli altri paesi di quanto stava accadendo, è passata ad essere considerata un modello da imitare, vista la presunta efficacia delle sue drastiche misure di contenimento (81). Inoltre, con invii massicci di mascherine e respiratori a un gran numero di paesi, i leader comunisti cinesi hanno conquistato la simpatia di popolazioni che hanno creduto ingenuamente a un loro presunto disinteresse, mentre le altre nazioni si disputavano questi materiali e innalzavano barriere protezionistiche (82).
Uno dei fattori che maggiormente ha contribuito a questo cambiamento di atteggiamento è stato il rifiuto dei media e dei leader politici di chiamare il Sars-Cov-2 di “virus cinese”, mentre – senza remore di incitare al razzismo – hanno riempito le loro colonne e i loro discorsi di riferimenti alle varianti inglese, brasiliana, indiana o sudafricana.
Un sondaggio della società SWG, realizzato in Italia poco dopo che il Paese era stato colpito dal coronavirus e soccorso dai cinesi, mostrò che in quella congiuntura l’ex Impero Celeste era salito al primo posto sul podio dei Paesi “amici”, con il voto del 52% degli intervistati, seguita dalla Russia con il 32%, mentre gli Usa si erano piazzati al terzo posto con il voto del solo il 17% degli interpellati. Al contrario, all’inizio della pandemia, i vicini europei erano considerati “ostili” (Germania 45%, Francia 38% e Regno Unito 17%) (83)
Un sondaggio condotto lo scorso gennaio – quasi un anno dopo – da Datapraxis e YouGov su 15.000 intervistati in 11 paesi europei, ha mostrato che il 59% di questi crede che tra dieci anni la Cina sarà una potenza più forte degli Stati Uniti. I tassi più elevati sono stati registrati nei paesi del Sud: spagnoli (79%), italiani e portoghesi (72%) e francesi (62%). Risultato di questa percezione geopolitica: il 60% degli intervistati pensa che in caso di disaccordo tra Stati Uniti e Cina, il proprio Paese dovrebbe rimanere neutrale; il resto si è diviso tra chi pensa di dover seguire gli Stati Uniti (22%), chi pensa di dover seguire la Cina (6%) e chi non sa rispondere (12%); i più favorevoli alla neutralità sono gli ungheresi (68%), i portoghesi (67%) ei tedeschi (66%) (84).
La persistenza dell’inganno di ampi settori della popolazione occidentale nei confronti della Cina comunista non deve sorprendere. È il risultato non solo della propaganda cinese, ma anche dell’atteggiamento compiacente dei governi e degli uomini d’affari dell’Occidente, per i quali il mercato cinese è la loro ancora di salvezza per uscire dalla recessione, oltre a credere ingenuamente nella futura democratizzazione di quel paese. Ciò, tuttavia, non impedisce a settori sempre più ampi dell’opinione pubblica di riconoscere con crescente sfiducia le vere intenzioni degli eredi di Mao, manifestatesi nella persecuzione degli oppositori interni e nel neocolonialismo della politica estera.
L’attuale competizione globale per i vaccini sta offrendo un’opportunità per rafforzare questo soft power cinese, specialmente nei paesi meno sviluppati, attraverso donazioni e partnership commerciali (85). In un articolo per il Financial Times intitolato “L’Occidente deve prestare attenzione alla diplomazia dei vaccini di Russia e Cina”, Moritz Rudolf, dell’Istituto Tedesco per gli Affari Internazionali e di Sicurezza, ha affermato: “La salute era uno dei tanti argomenti secondari dell’iniziativa Belt & Road [la cosiddetta “nuova via della seta”, la più grande iniziativa geopolitica della Cina in questo secolo]. Con la pandemia, è diventato l’obiettivo principale” (86).
L’America Latina è particolarmente presa di mira dalla diplomazia cinese e, secondo People’s Daily, l’organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, “sotto lo speciale contesto dell’epidemia, il presidente Xi Jinping ha mantenuto stretti contatti e comunicazioni con i leader di molti paesi latinoamericani, inclusi Brasile, Argentina, Cuba, Messico, Cile e Venezuela, tra gli altri, che hanno consolidato le basi per lo sviluppo delle relazioni tra Cina e America Latina nella nuova situazione e aperto la strada a relazioni future” (87).
Il riferimento di Xi Jinping ai leader del Brasile non è ovviamente rivolto al presidente Jair Bolsonaro – che ha manifestato severe restrizioni all’agenda ideologica del Partito Comunista Cinese -, ma ad alcuni governatori, come a quello dello Stato di San Paolo, che hanno contattato direttamente le autorità cinesi.
Se, all’inizio dell’epidemia, le autorità cinesi erano viste dalla popolazione della regione come responsabili delle difficoltà che stavano vivendo, dopo l’ampia distribuzione di vaccini cinesi l’immagine pubblica della Cina è migliorata agli occhi dei latinoamericani (88). Questo cambio di atteggiamento ha indotto alcuni governi a invertire la propria posizione di fronte ai massicci investimenti cinesi nella regione e, soprattutto, ad eliminare le barriere alla partecipazione della controversa azienda Huawei alle aste di rete 5G dei rispettivi paesi, nonostante i rischi per la sicurezza dei dati trasmessi in rete e per quelli relativi allo spionaggio (89).
Nel confronto con gli Stati Uniti, la Cina si presenta nei forum internazionali come vittima dell’egemonia americana e grande sostenitrice di un mondo “multipolare” fondato sul primato delle organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le Nazioni Unite, viste come l’asse del vagheggiato Nuovo Ordine Mondiale (90).
In un discorso pronunciato lo scorso 20 aprile al Boao Forum for Asia Annual Conference 2021 – una sorta di “Davos cinese” – il presidente Xi Jinping ha affermato che è necessario “sconfiggere la pandemia attraverso la solidarietà, rafforzare la governante globale e continuare a cercare una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”, perciò si renderebbe necessario “salvaguardare il sistema internazionale incentrato sull’ONU”. Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di sviluppare “pienamente il ruolo chiave dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)”, adottando misure ampie “per migliorare la governante globale nella sicurezza della salute pubblica” e creare così “una comunità sanitaria globale per tutti”.
Dopo aver ricordato ai partecipanti che “l’anno 2021 segna il centenario del Partito Comunista Cinese”, Xi Jinping ha affermato che il suo paese “continuerà a portare avanti la cooperazione anti-Covid con l’OMS e altri paesi, onorerà il suo impegno a rendere i vaccini un bene pubblico globale e farà di più per aiutare i Paesi in via di sviluppo a sconfiggere il virus” (91).
È importante sottolineare il continuo uso, da parte della propaganda cinese, così come da altri, di “parole talismaniche” (“multipolare”, “solidarietà”, “governance globale”, “futuro condiviso” ecc.), che assumono un significato diverso e vengono utilizzate per favorire un trasbordo ideologico del pubblico in maniera che accetti in modo sottomesso un’autorità sovranazionale irrispettosa della sovranità di ogni paese. Questo programma ha guadagnato un nuovo alleato nella persona del presidente Joe Biden, che si manifesta favorevole a togliere i brevetti sui vaccini (92) e promette di rafforzare l’OMS (93).
Questa visione “multipolare” coincide in molti punti con il desiderio di Papa Francesco di contribuire alla costruzione della sua sognata “globalizzazione poliedrica” (94), che vedrebbe la fine dell’“ordine atlantico” – in vigore dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dove è rimasto un certo primato dei resti della civiltà occidentale e cristiana. Questa convinzione del pontefice argentino che il XXI secolo sarà il secolo dell’Asia per il trasferimento in Estremo Oriente del polo di progresso dell’umanità, è uno dei motivi che spiega il riciclaggio dell’Ostpolitik e l’avvicinamento del Vaticano con la Cina, culminata nella firma di un accordo sulla nomina dei vescovi.
Tale attrazione per l’Estremo Oriente appare anche nelle sue nomine cardinalizie, con la concessione, nei sette concistori del suo pontificato, di tredici berrette a prelati della regione asiatica. E si è manifestata ugualmente nell’enciclica Fratelli Tutti, come analizza acutamente Piero Schiavazzi in un articolo sull’Huffington Post, che parla di “una traslatio imperii vera e propria quindi, che il Pontefice non ha soltanto assecondato, bensì anticipato, pigmentandola di porpora e ponendo la berretta, o se vogliamo il ‘cappello’, sui futuri equilibri planetari. Secondo l’analista, “il ‘pivot to Asia’ di Francesco […] consiste in una conversione a Est dell’asse preferenziale di politica estera. […] Un ‘libretto rosso’, che si propone alla stregua di un vaccino e antidoto al virus, mutante, dell’individualismo e mercatismo esasperati, nei nuovi scenari del mondo a trazione – e attrazione – orientale” (95).
La conseguenza pratica dell’accordo Cina-Vaticano è che la gerarchia cattolica ufficiale, sottomessa al governo, non solo rimane sotto le grinfie delle autorità cinesi, ma ha anche iniziato a contribuire alla glorificazione del Partito comunista cinese, in preparazione alla celebrazione del suo primo centenario nel prossimo luglio. Monsignor Ma Yinglin – presidente della Conferenza episcopale (della cosiddetta Chiesa patriottica) e uno dei vescovi la cui scomunica è stata sospesa da papa Francesco a seguito dell’accordo -, ha sottolineato in un simposio a Pechino che “senza il Partito comunista non ci sarebbero la Nuova Cina, nessun socialismo con caratteristiche cinesi e nessuna vita felice per noi oggi”. Pertanto, “la comunità cattolica in Cina dovrebbe rispondere attivamente all’iniziativa di amare il Partito, amare la patria, amare il socialismo, sostenere fermamente la leadership del Partito comunista cinese, sostenere il sistema socialista con caratteristiche cinesi, seguire con fermezza la via del patriottismo e amare e adattarsi attivamente alla società socialista” (96).
Ovviamente, questo discorso pro-comunista e la sottomissione alle imposizioni dittatoriali del regime sono respinti dai Vescovi, sacerdoti e fedeli dell’eroica Chiesa clandestina, che non accettano la posizione scismatica del clero registrato nella Chiesa patriottica, riconosciuta dalle autorità.
In sintesi, il Great Reset (grande riavvio) post-pandemia ha buone possibilità di finire nel declino dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti, e nell’estensione del modello cinese a tutto il mondo: una dittatura digitale centralizzata ispirata a Mao Zedong e con la benedizione di Papa Francesco…
9 “DIGITUS DEI EST HIC” (EX 8, 15) (97)
Questo esaustivo aggiornamento della tesi dell’IPCO, ovvero che in occasione dell’epidemia di Covid-19 abbiamo assistito “al più grande trasbordo ideologico e di ingegneria sociale della storia” potrebbe indurre il lettore a immaginare che riteniamo l’attuale congiuntura esclusivamente come l’esecuzione di un piano puramente umano. Tuttavia, una tale percezione sarebbe fuorviante.
Naturalmente, tutti i dati sopra forniti dimostrano abbondantemente che dietro la dittatura sanitaria e la marcia verso una Repubblica Universale c’è un gruppo di pressione discreto che ha una grande influenza sulle più alte autorità internazionali e nazionali e – quanto è triste dover dirlo! – anche sulle autorità religiose.
Poco importa se il Sars-Cov-19 sia stato deliberatamente preparato come arma di guerra biologica in un laboratorio altamente specializzato a Wuhan, se sia sfuggito involontariamente o se sia il risultato di una mutazione naturale in un animale che in seguito lo ha trasmesso agli esseri umani (98). Ciò che conta davvero per il futuro dell’umanità è che la sua comparsa ha aperto la finestra di opportunità di coloro che sognavano un Great Reset. La parte dell’uomo nella drammatica situazione in cui vive il mondo è, quindi, innegabile, anche se non fosse stato lui il responsabile dell’evento che è servito da occasione per crearlo.
Una visione cattolica, tuttavia, deve elevarsi al di sopra delle realtà naturali e umane, fino alle realtà più elevate, e chiedersi in che misura e in che modo questo cambiamento di situazione interferisce con la grande battaglia che si svolge nel corso della storia nel mondo soprannaturale. Ovvero la battaglia tra Dio e Satana, tra la Città di Dio e la Città dell’Uomo, per impiegare il paragone di Sant’Agostino.
Questa visione della realtà – che non prescinde dalla Fede per analizzare i dati concreti della vita umana – non potrebbe non esaminare il fatto, difficilmente spiegabile da circostanze puramente naturali, che, ordinando i paesi in base al tasso di morti per milione di abitanti, appare qualcosa di sorprendente: degli 81 paesi il cui tasso è superiore alla media mondiale, 65 di loro (80%) sono di tradizione cristiana, i primi 48 dei quali sono tutti paesi cristiani, delle tre Americhe, dei Caraibi e dell’Europa (99).
Allo stesso tempo, la sospensione, per diversi mesi, delle Messe pubbliche in quasi tutti i paesi occidentali, con la triste complicità di molte autorità ecclesiastiche, più attente alla cura del corpo che a quella dell’anima, ha lasciato innumerevoli fedeli orfani, molti dei quali sono morti senza accesso ai sacramenti. La situazione è tanto più grave per il fatto che l’aumento delle restrizioni è avvenuto proprio in occasione delle celebrazioni liturgiche più importanti, come la Pasqua e il Natale.
Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, “il Male non è un’astrazione; indica invece una persona: Satana, il Maligno, l’angelo che si oppone a Dio. Il «Diavolo» diá-bolos è colui che «si getta di traverso» al disegno di Dio e alla sua «opera di salvezza» compiuta in Cristo”(n. 2851). Nel Padre Nostro, “chiedendo di essere liberati dal Maligno, noi preghiamo nel contempo di essere liberi da tutti i mali, presenti, passati e futuri, di cui egli è l’artefice o l’istigatore” (n. 2854). Questi mali sono principalmente spirituali, ma possono anche essere fisici, comprese le malattie, come si vede nella vita di Gesù, in alcuni racconti della Scrittura (in particolare nel Libro di Giobbe) e nei racconti degli esorcisti. In quanto angeli caduti, difatti i demoni hanno potere sulla materia. Pertanto, nulla impedisce loro di partecipare, per permessione divina, allo scoppio o alla diffusione di Sars-Cov-19.
Dal punto di vista del male spirituale promosso dai demoni, il documento dell’IPCO sosteneva che, senza un’infestazione preternaturale collettiva, sarebbe stato difficile spiegare l’estrema passività dell’opinione pubblica di fronte alle gravi limitazioni alla loro libertà e alle violazioni dell’ordine democratico, così come la loro disponibilità a lasciarsi trasbordare ideologicamente. Peggio ancora, la stragrande maggioranza della popolazione è stata solidale con i suoi carcerieri, come se fosse vittima della “sindrome di Stoccolma” (100).
Nonostante le proteste che hanno mobilitato migliaia di persone in molti paesi, i sondaggi di rispettabili società di sondaggi continuano a mostrare una grande accettazione da parte della maggioranza della popolazione delle decisioni dei governi e persino dei piani per imporre controlli ancora più severi e invasivi.
Ad esempio, in relazione agli ultimi 12 mesi dal primo lockdown nel Regno Unito, un sondaggio Ipsos in collaborazione con il King’s College di Londra ha mostrato che “un terzo degli intervistati (32%) afferma che per loro personalmente l’anno passato è stato simile o migliore della media [degli anni precedenti], mentre la maggioranza (54%) afferma che rimpiangerà almeno alcuni aspetti delle restrizioni del Covid-19 e uno su cinque (21%) afferma che le proprie finanze alla fine saranno migliori di quelle che sarebbero state se non ci fosse stata la pandemia”. Il paradosso è che una buona parte riconosce che “la pandemia peggiorerà la sua salute mentale” (43%) e che “nel suo insieme, è stata peggiore del previsto per il Paese” (57%) (101).
Un altro sondaggio Ipsos – questa volta per il World Economic Forum – ha rilevato che, in media, “circa tre adulti su quattro in 28 paesi concordano sul fatto che i passaporti vaccinali COVID-19 dovrebbero essere richiesti ai viaggiatori per entrare nel loro paese e che sarebbero efficaci per rendere sicuri i viaggi e i grandi eventi”. E “circa due su tre affermano che [essi] dovrebbe essere obbligatori al fine di avere accesso a grandi luoghi pubblici, e un numero uguale si aspetta che siano ampiamente utilizzati nel proprio paese”. L’approvazione scende alla metà dei 21.000 intervistati solo in termini di accesso a negozi, ristoranti e uffici (102).
Qualunque sia la preponderanza del fattore paura delle popolazioni, che le porta ad accettare limitazioni che normalmente non accetterebbero, non è possibile disdegnare la presenza di un fattore preternaturale in tale sorprendente passività della maggioranza. Qualsiasi sia l’equilibrio tra elementi umani e preternaturali nella creazione della situazione attuale e nell’atteggiamento enigmatico di gran parte delle autorità e di buona parte della popolazione, un cattolico non può negare che tutto ciò è stato permesso da Dio, che abitualmente governa la Storia attraverso le cause seconde, ossia attraverso l’azione delle sue creature, che possono essere virus, demoni, uomini o tutte e tre contemporaneamente.
Pertanto, se l’origine dell’epidemia fosse puramente naturale, sarebbe chiaramente una grande punizione per l’umanità iniziata da Dio stesso, che potrebbe intensificarla attraverso nuove varianti del virus e dal caos, sanitario, economico e sociale che nuove ondate della pandemia porterebbero con sé.
Se, d’altra parte, l’epidemia – indipendentemente dal fatto che sia naturale o artificiale – è stata meticolosamente adoperata allo scopo di produrre la “nuova normalità” dittatoriale verso la quale il mondo sembra dirigersi, anche questo potrebbe essere un mezzo usato da Dio per infliggere una grande punizione all’umanità che avrebbe acconsentito di diventare schiava per paura di morire.
In questa prospettiva, la punizione divina e l’azione soprannaturale e umana non si escludono a vicenda.
A Fatima, la Madonna spiegò ai pastorelli che la Grande Guerra, ancora in corso nel 1917, era una punizione per i peccati degli uomini. Ma questa punizione della brillante e corrotta società della Belle Époque arrivò dalla mano di uomini che avevano piani precisi, la cui esecuzione portò al massacro del fior fiore della gioventù, alla caduta delle monarchie negli Imperi centrali, alla perdita dell’influenza politica e culturale dell’Europa e all’ascesa del modello liberal-egualitario pubblicizzato da Hollywood, e – soprattutto – all’ascesa del comunismo in Russia e alla creazione della Società delle Nazioni, antenata dell’ONU
Pertanto, le punizioni di Dio possono venire per mano di malvagi macchinazioni degli uomini.
Analoga riflessione si può fare su un aspetto particolarmente doloroso della situazione attuale: la manifestazione della crisi interna alla Santa Chiesa, in cui si vedono anche la mano dell’uomo, gli artigli del diavolo e il “dito di Dio” (Es 8, 15) che punisce le infedeltà.
La docilità della stragrande maggioranza dei pastori di fronte a imposizioni arbitrarie e illegali da parte delle autorità; la sua conformità nel sospendere atti di culto divino e grandi feste e nell’impedire o limitare l’accesso dei fedeli alle chiese; la fretta di favorire cerimonie penitenziali generali, senza confessione individuale dei peccati, e di vietare il modo riverente di ricevere la Santa Comunione, in ginocchio e sulla lingua; la malevolenza verso sacerdoti zelanti che eludevano regole assurde per l’amministrazione dei sacramenti; la voglia di difendere tali misure e le autorità civili che le hanno imposte; e, infine, lo sforzo per convincere i fedeli a farsi vaccinare, nonostante non vi siano ragioni proporzionalmente serie per farlo, tutto ciò ha reso pubblico e notorio che questi prelati sostituiscono la fede nel soprannaturale con un’adesione incondizionata al “medicalmente corretto” e lo zelo pastorale con la sottomissione al mondo e ai suoi capricci del momento.
Ma come non vedere che con questo atteggiamento i prelati lasciano entrare, attraverso le fessure delle porte e delle finestre delle chiese chiuse, ventate di “fumo di Satana” modernista che da tanti decenni inquina l’interno degli ambienti cattolici?
In questo palesarsi agli occhi di tutti, anche dei più semplici fedeli, del processo di autodemolizione della Chiesa cattolica, con occhi soprannaturali è possibile discernere il dito di Dio. L’atteggiamento di gran parte della Gerarchia ha permesso di rivelare agli occhi dei piccoli la decadenza di gran parte del clero, di cui la Madonna pianse nell’apparizione de La Salette.
Ancora una volta, si può dire che le punizioni di Dio a volte arrivano attraverso le malvagie macchinazioni degli uomini.
10 ATTRAVERSO L’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO, UNA PARTE CONSIDEREVOLE DELL’OPINIONE PUBBLICA SI ARTICOLA E INIZIA A ROMPERE L’ASSEDIO DEL SILENZIO
Il manifesto dell’IPCO esaminava principalmente l’accettazione da parte della maggioranza della manovra di ingegneria sociale e di trasbordo ideologico di cui era vittima la popolazione mondiale. In effetti, nell’aprile dello scorso anno, proprio all’inizio del lungo lockdown, non c’erano ancora reazioni. Questo bilancio tuttavia non sarebbe completo se non menzionasse quelle apparse successivamente in molti paesi.
Esse derivano da circostanze del tutto spiegabili, come la ripresa del buon senso dopo la riduzione della paura, la stanchezza per le misure restrittive, il tracollo economico per molte persone e per interi settori, la sfiducia di fronte ai cavilli dei governi e della unilateralità dei media, eccetera.
Nel Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Finlandia, Serbia, Romania… (103) In almeno 42 paesi, lo scorso 20 marzo, migliaia di persone sono scese in piazza contro le misure anti-Covid, in particolare contro i lockdown (104). In Brasile, nell’ultimo primo maggio – data usata tradizionalmente dai sindacati di sinistra per celebrare la giornata del lavoro – il Paese è stato sorpreso da grandi manifestazioni che, superando la paura del contagio, hanno riunito centinaia di migliaia di persone contro le misure restrittive. In modo pacifico e ordinato, ripetevano le frasi che hanno segnato le grandi manifestazioni per l’impeachment dell’ex presidente di sinistra Dilma Roussef, avvenuto nel 2016: “La nostra bandiera non sarà mai rossa!”; “Non vogliamo il comunismo!” (105).
Allo stesso tempo, si sente il soffio dello Spirito Santo. I giovani privati delle Messe e impediti di pregare nelle chiese si avvicinano alla Chiesa tradizionale e chiedono la Messa in latino (106). Il desiderio di conoscere e difendere un passato segnato dalla civiltà cristiana esercita su di essi un’attrazione che si manifesta nella partecipazione ai dibattiti sui social network e nella formazione di gruppi di discussione su temi religiosi.
L’evocazione del passato cristiano dell’Occidente – un’epoca storica odiata dalla sinistra, disprezzata dal clero cosiddetto “progressista”, attaccata sistematicamente dalla stampa e dal mondo accademico – rinasce inaspettatamente, non come mera romantica e inefficace nostalgia, ma come ispirazione per la lotta in vista del suo ripristino. A differenza delle generazioni precedenti – che, nelle parole di Plinio Corrêa de Oliveira “erano amici di Dio, ma non nemici dei nemici di Dio” (107) –, i giovani cattolici di oggi vogliono essere militanti in una crociata per i principi cristiani, dichiarandosi apertamente nemici dei nemici di Dio.
E questo sta accadendo in tutto il mondo. In Francia, in pieno lockdown, centinaia di giovani hanno pregato pubblicamente davanti a chiese chiuse in diverse città chiedendo il ritorno delle messe (108), ottenendo l’abrogazione di un provvedimento discriminatorio (109). Negli Stati Uniti, mentre la partecipazione alle messe in lingua inglese diminuisce, il pubblico delle messe in latino cresce (110). Questo fatto è molto più rivelatore dell’esaurimento dell’attuale era storica della postmodernità e del ritorno di Dio nella storia, che eventuali analisi politiche partitiche.
11 CONVERSIONE, FEDELTÀ E RESISTENZA: IL TRAGUARDO FINALE PER UNA GRANDE RINASCITA
Analizzata la realtà attuale da questa prospettiva soprannaturale, diventa evidente che l’atteggiamento dei cattolici nei suoi confronti deve formare un trittico: a) conversione e penitenza, secondo le richieste della Madonna a Fatima; b) fedeltà assoluta agli insegnamenti tradizionali del Magistero e alle pratiche liturgiche e pastorali immemorabili della Santa Chiesa; c) resistenza incrollabile al piano umano-diabolico per costruire un nuovo ordine mondiale anticristiano.
Al fine di incoraggiare i lettori a questo triplice atteggiamento, trascriviamo alcuni brani di un articolo pubblicato da Plinio Corrêa de Oliveira nel febbraio 1958, in occasione del centenario della prima apparizione della Madonna a Lourdes, che sembra essere stato scritto profeticamente per i nostri travagliati giorni. Così, con il titolo “Prima pietra miliare per una rinascita controrivoluzionaria”, scriveva il grande pensatore del cui nome si onora l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira.
“Ma, ci si potrebbe domandare, che risultato ne derivò [dal dogma dell’Immacolata Concezione, ratificato dall’apparizione] per la lotta della Chiesa contro i suoi avversari esterni? Non si direbbe che il nemico è più forte che mai, e che ci avviciniamo a quell’era, da tanti secoli sognata dagli illuministi, di un naturalismo scientifico crudo e integrale, dominato dalla tecnica materialista; di una repubblica universale ferocemente ugualitaria, di ispirazione più o meno filantropica e umanitaria, dal cui ambiente viene eliminato ogni residuo di religione soprannaturale? Non si tratta forse di comunismo, non è forse verso questo pericolo che slitta la società occidentale stessa, apparentemente anticomunista, ma che in fondo anch’essa si avvia alla realizzazione di questo ‘ideale’?
“È proprio così. Questo pericolo incombe persino più di quanto immaginiamo. Ma nessuno prende in considerazione un fatto di importanza primaria. Ed è che il mondo, mentre si dispone ad essere plasmato secondo questo nefasto disegno, cade sempre più preda di un profondo, immenso, indescrivibile disagio. È un malessere molte volte inconscio, che si presenta vago e indefinito persino quando se ne è consapevoli, ma che nessuno oserebbe contestare.
Si direbbe che l’intera umanità sta subendo violenza, come se venisse sospinta in uno stampo inadeguato alla sua misura, e che tutte le sue fibre sane si deformano e resistono. Vi è un’immensa brama di qualcos’altro, che ancora non si sa cos’è. Come sia, c’è un fatto nuovo da quando ebbe inizio, nel secolo XV, il declino della civiltà cristiana: il mondo intero geme nelle tenebre e nel dolore, precisamente come il figliol prodigo quando giunse agli estremi della vergogna e della miseria, lontano dal focolare paterno. Nel momento stesso in cui l’iniquità sembra trionfare, c’è qualcosa di vano nella sua apparente vittoria.
“L’esperienza ci mostra che da un simile malcontento nascono le grandi sorprese della Storia. Man mano che le deformazioni si accentueranno, si acuirà il malessere. Chi mai potrà dire quali magnifici sussulti ne potranno scaturire?
“Nell’estremo del peccato sta molte volte, per il peccatore, l’ora della misericordia divina…
“Quindi, questo sano e promettente malessere è, secondo me, un frutto del risorgimento della tempra cattolica dovuta ai grandi avvenimenti che ho già descritto; un risorgimento che si ripercuote in maniera favorevole su quel che rimane come residuo di vita e di salute in tutte le aree culturali del mondo. […]
“Il futuro lo conosce solo Dio. Tuttavia, a noi, uomini, è lecito ipotizzarlo secondo le regole della probabilità.
“Stiamo vivendo una terribile ora di castighi. Ma questa può essere pure una magnifica ora di misericordia, a condizione di rivolgere lo sguardo a Maria, Stella del Mare, che ci guida in mezzo alle tempeste. […]
“A Fatima, nelle sue apparizioni la Madonna prospettò perfettamente l’alternativa. O ci convertiamo, oppure si abbatterà un tremendo castigo. Ma, infine, nel mondo sarà instaurato il Regno del Cuore Immacolato.
“In altri termini, in qualsiasi modo, con maggiori o minori sofferenze per gli uomini, il Cuore di Maria trionferà.
“Il che vuol dire, insomma, che in sintonia con il Messaggio di Fatima, i giorni del dominio dell’empietà sono contati. La definizione del dogma dell’Immacolata Concezione non ha segnato altro che l’inizio di un a serie di eventi destinata a condurci al Regno di Maria” (111).
_________________________
1) https://twitter.com/WHO/status/1234870438926278659 & https://www.reuters.com/article/us-coronavirus-health-who-idUSKBN20Q2G6
4) https://www.who.int/bulletin/online_first/BLT.20.265892.pdf
5) https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/eci.13554
6) Questo spiega il fatto che, nonostante lo studio dell’IPCO abbia suggerito un tasso di mortalità leggermente superiore alla realtà, abbia previsto, nel caso specifico dell’Italia, un numero di decessi del 58% inferiore alla realtà (74.159 morti, anziché i 47mila previsti). Ad ogni modo, questa sottovalutazione delle vittime è stata molto meno lontana dalla realtà delle sopravvalutazioni più moderate dei media, che hanno sbagliato di oltre il 500% (400-450mila).
7) https://imprimis.hillsdale.edu/sensible-compassionate-anti-covid-strategy/
9) https://friedavizel.com/2021/01/28/1-year-review-hasidim-had-similar-covid-outcomes-despite-opening/
10) https://www.nytimes.com/2020/04/21/nyregion/coronavirus-jews-hasidic-ny.html
12) https://www.nytimes.com/interactive/2020/nyregion/new-york-city-coronavirus-cases.html
13) https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/eci.13484
14) https://jimmyalfonsolicon.substack.com/p/the-high-costs-of-lockdowns-an-interview
15) https://www.bbc.com/portuguese/geral-53204453
16) https://doi.apa.org/fulltext/2020-59192-001.html
17) https://voxeu.org/article/coronavirus-panic-fuels-surge-cash-demand
18) https://voxeu.org/article/spending-dynamics-and-panic-buying-during-covid-19-first-wave
19) https://www.telegraph.co.uk/family/life/long-city-lockdown-created-wave-panic-movers/
20) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7532737/
21) https://www.nationalgeographic.com/history/article/why-we-evolved-to-feel-panic-anxiety
25) http://www.gallimard.fr/Catalogue/GALLIMARD/NRF-Essais/Tempetes-microbiennes
26) https://www.pliniocorreadeoliveira.info/Dialogo_integral.htm#.YIvRBppR02w
27) https://wwwnc.cdc.gov/eid/article/5/4/99-0401_article
28) https://stacks.cdc.gov/view/cdc/14868
29) https://en.wikipedia.org/wiki/Johns_Hopkins_Center_for_Health_Security
30) https://www.nature.com/articles/d41586-020-02277-6
31) https://www.nature.com/articles/d41586-020-02020-1
32)https://www.who.int/influenza/resources/documents/pandemic_guidance_04_2009/en/
33) http://assembly.coe.int/committeedocs/2010/20100604_h1n1pandemic_f.pdf
34) https://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-FR.asp?fileid=17889&lang=FR
35) Op. cit.
36) https://www.nature.com/articles/s41390-020-01174-y
37) Ibid.
39) Ibid.
40) https://www.thelancet.com/journals/landig/article/PIIS2589-7500(21)00017-0/fulltext
44) https://www.mediterranee-infection.com/wp-content/uploads/2020/09/Rapport-Prof-Didier-Raoult.pdf
49)https://www.repubblica.it/vaticano/2021/01/09/news/la_violenza_non_e_mai_accettabile-281820545/
51)https://press.vatican.va/content/salastampa/en/bollettino/pubblico/2020/12/29/201229c.html
52) https://lanuovabq.it/storage/docs/it-resource-kit-covid-19-1.pdf
53) https://edwardpentin.co.uk/what-concrete-steps-is-the-vatican-taking-to-help-campaigns-against-abortion-tainted-vaccines/ & https://www.crisismagazine.com/2021/abortion-tainted-vaccines-from-objection-to-obligation?mc_cid=366946c635&mc_eid=4ea668634b
56) https://www.bmj.com/content/370/bmj.m3702
57) https://www.consilium.europa.eu/en/policies/coronavirus/fighting-disinformation/
60) https://www.youtube.com/howyoutubeworks/our-commitments/fighting-misinformation/
62) https://www.elmundo.es/opinion/2020/05/02/5eac277521efa0e4418b45ef.html
63) https://www.france24.com/en/20200825-add-photo-feature-on-turkey-s-virus-app-sparks-alarm
66) http://www.think-thimble.fr/Documents/Greta_Thunberg_Davos.pdf
67) https://www.weforum.org/agenda/2020/06/now-is-the-time-for-a-great-reset/
69) https://www.weforum.org/agenda/2016/11/how-life-could-change-2030/
70) https://www.pressreader.com/uk/sunday-express-1070/20200913/281608127848991
72) https://institutdelors.eu/wp-content/uploads/2020/10/PP255_European-debt-mutualisation_Eisl_EN.pdf
73) https://lanuovabq.it/it/recovery-fund-un-socialismo-di-guerra-che-blocca-la-societa
74) https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/coronavirus-response/timeline-eu-action_en
75) https://www.who.int/news/item/29-06-2020-covidtimeline
76) https://www.reuters.com/world/europe/germany-calls-global-reset-fight-pandemics-2021-05-05/
77) Op. cit.
78) https://www.nytimes.com/2020/10/04/world/europe/pope-francis-coronavirus-response.html
80) https://ipco.org.br/fratelli-tutti/
82) https://www.economist.com/china/2020/04/16/chinas-post-covid-propaganda-push
83) https://formiche.net/2020/05/infodemia-chi-vince-numeri-swg-dibattito-centro-studi-americani/
84) https://ecfr.eu/publication/the-crisis-of-american-power-how-europeans-see-bidens-america/
85) https://qz.com/africa/1984683/african-countries-targeted-by-chinas-vaccine-diplomacy/
86) https://www.ft.com/content/c20b92f0-d670-47ea-a217-add1d6ef2fbd
87) https://asiapowerwatch.com/the-impact-of-the-pandemic-on-latin-americas-relations-with-china/
89) https://www.nytimes.com/es/2021/03/15/espanol/vacuna-china-huawei.html
92) https://www.redebrasilatual.com.br/saude-e-ciencia/2021/05/quebra-patente-vacinas-apoio-biden/
93) https://news.un.org/pt/story/2021/01/1739282
97) “Questo è il dito di Dio”. Frase pronunciata dai maghi del Faraone d’Egitto davanti alle punizioni inviate da Mosè e Aronne.
99) https://www.worldometers.info/coronavirus/
100) Sindrome di Stoccolma è il nome solitamente dato ad un particolare stato psicologico in cui una persona, sottoposta a un periodo prolungato di intimidazione, inizia ad avere simpatia e persino amore o amicizia per il suo aggressore.
102) https://www.ipsos.com/ipsos-mori/en-uk/global-public-backs-covid-19-vaccine-passports-international-travel Sulla questione dei passaporti vaccinali anti-Covid, va detto che ciò che è discutibile non è il vaccino stesso, poiché la stragrande maggioranza dei vaccini finora è stata positiva per la salute dell’umanità e, come tali, incoraggiati dalla Chiesa. Ciò che è discutibile è che il vaccino debba essere imposto a persone che non ne hanno bisogno (perché sono giovani e non hanno vulnerabilità) o che non vogliono correre rischi inutili e, ancor più, che il cosiddetto “passaporto”, il cui formato annunciato è digitale, possa essere utilizzato come strumento di un vero regime di apartheid, in cui coloro che non si vaccinano saranno cittadini di seconda classe o, peggio ancora, potrà divenire il primo passo di un controllo sociale più ampio, come quello attualmente in vigore in Cina.
104) https://pt.euronews.com/2021/03/20/manifestacoes-anti-confinamento-varrem-todo-o-mundo
107) Riunione “Santo del Giorno”, 9 giugno 1995.
111) https://www.pliniocorreadeoliveira.info/1958_086_CAT_Primeiro_marco_do_ressurgimento.htm