La Nuova bussola quotidiana 15 luglio 2015
di Marco Di Matteo
Il 5 maggio 1981 moriva appena trentottenne il grande filosofo Emanuele Samek Lodovici (i cui scritti sono reperibili sul sito www.emanuelesameklodovici.it), che Augusto Del Noce riconosceva già come un vero maestro e Gaspare Barbiellini Amidei come uno dei maggiori pensatori contemporanei. La sua testimonianza esistenziale e morale e il suo contributo speculativo continuano a suscitare ammirazione e ad alimentare la riflessione sulle cause della corruzione sia del modus cogitandi sia del modus agendi dell’uomo contemporaneo.
La fama di Samek è legata soprattutto al volume, ormai divenuto un classico, Metamorfosi della gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Ares 1979. In esso Samek mostra come la rivolta contro il reale e contro la natura umana messa in atto dagli utopismi ideologici moderni trovi le sue radici nell’antica gnosi.
Samek presenta la gnosi contemporanea come un attacco multiforme al cristianesimo; in modo originale egli distingue due forme di attacco: macrostrutturale e microstrutturale. La forma macrostrutturale rappresenta un’aggressione frontale ai principi del cristianesimo, un tentativo di dissoluzione interna dei suoi contenuti dogmatici. Il secondo tipo di attacco è invece rivolto ai portatori dei principi cristiani ed ha come bersaglio la prassi concreta del comportamento cristiano, allo scopo di instaurare un nuovo senso comune e costruire un nuovo modo di percepire la vita, di parlare, di comunicare, di vivere le relazioni familiari e la propria mascolinità e femminilità. Nel mondo contemporaneo un ruolo determinante nella diffusione di questa mentalità neognostica lo svolgono i mezzi di comunicazione di massa.
Tuttavia, gli orizzonti dell’impegno intellettuale di Samek non si riducono all’indagine sulla gnosi contemporanea. Un recente volume curato per Ares da Gabriele De Anna (docente di filosofia presso le Università di Bamberg in Germania e di Udine) intitolato L’origine e la meta, ha cercato di ricostruire e presentare in modo esaustivo, attraverso i contributi di diversi specialisti, i temi della riflessione di Samek, che possono essere ricondotti a tre filoni principali: quello accademico e specialistico, rivolto soprattutto al neoplatonismo e a sant’Agostino, quello della critica alle derive della cultura postillumistica e neognostica, quello della passione pedagogica e didattica, che rendevano le sue lezione, come ricorda una sua ex allieva, incandescenti come colate d’oro.
Samek considerava il recupero della memoria storica come uno dei principali antidoti alla dissoluzione contemporanea, caratterizzata soprattutto dal tentativo di allontanare l’uomo da ogni contatto con le sue radici. La memoria storica è specialmente memoria dell’origine e l’origine rappresenta anche la meta, in quanto, in una prospettiva metafisica, la causa prima è anche il termine a cui tende il divenire cosmico e quindi la vita umana. La memoria storica, agli occhi di Samek, ha una forte valenza liberatoria, perché ci aiuta ad affrancarci dalla dittatura del presente, dalla tentazione di considerare lo stato presente come irreformabile e il futuro come ineluttabile.
Inaugura la raccolta di questi studi un interessante inedito di Samek intitolato “Educarsi all’intelligenza”, in definitiva educarsi alla vita feconda e riuscita, trascrizione dell’ultima conferenza pubblica del giovane maestro, tenuta 40 giorni prima della prematura scomparsa. Si tratta di un testo in cui trovano una mirabile confluenza da un lato il vigore teoretico di Samek, dall’altro la sua passione pedagogica e divulgativa, che lo portava a non separare mai la dimensione speculativa dall’impegno di perfezionamento morale.
Dopo l’inedito, i diversi contributi vengono disposti secondo un criterio sistematico: il primo, ad opera di Ariberto Acerbi, affronta il tema della cultura e del nuovo illuminismo nel pensiero di Samek. Dall’indagine di Acerbi emerge chiaramente come nella riflessione di Samek, accanto alla pars destruens, non manchi mai la pars construens. In tal senso, interessante risulta la proposta di un nuovo illuminismo, che superi il riduzionismo antropologico dell’illuminismo moderno e recuperi l’apertura metafisica della ragione e la dimensione spirituale dell’uomo.
Per Samek, «l’atteggiamento tipico dell’uomo religioso» riconosce che «il mondo e gli oggetti sono gratis dati, segno di una creazione che non ha alcuna finalità pratica, e il cui valore è costituito appunto dal fatto che non serve ad alcunché e che proprio per questo è il segno di uno splendore, quello di Dio». Seguono al contributo di Acerbi, il saggio di Alessandro Ghisalberti sul concetto di abisso nelle Confessioni di Agostino, quello di Maria Bettetini sulla metafisica agostiniana, e quello di Paolo Pagani sugli aspetti antignostici del pensiero di Plotino nell’interpretazione di Samek.
Si tratta di interventi ispirati soprattutto ai contributi storico-filosofici del giovane filosofo, in particolare alla corposa monografia che gli valse la cattedra di Filosofia morale, ossia Dio e mondo. Relazione, causa, spazio in S. Agostino. In questo fondamentale studio Samek mostra, contro ogni forma di panteismo, come il mondo non si identifichi con Dio, ma anche come il rapporto Dio-mondo non sia riconducibile al rapporto causa-effetto, alla stregua del rapporto tra artigiano e opera d’arte. Mentre l’opera d’arte, una volta realizzata, vive di vita indipendente dall’artista e dalla sua azione, il creato continua a sussistere grazie al Creatore e al suo sostegno continuo.
Dal quinto saggio in poi l’attenzione si sposta sulle questioni teoretiche maggiormente sviluppate da Samek: Angelo Campodonico esamina la nozione di gnosticismo come rifiuto del finito e della distinzione degli ambiti del sapere; Antonio Allegra si sofferma sulla matrice gnostica delle posizioni postumanistiche contemporanee; Lucetta Scaraffia individua il rapporto genetico tra neognosticismo e femminismo radicale, negatore della differenza tra maschile e femminile, con evidenti tratti precorritori della recente teoria del “gender”, di cui Samek è riuscito a cogliere ante litteram il nucleo essenziale, che consiste nel rifiuto di ogni differenza polare fra i due sessi.
Francesco Russo confronta l’analisi di Augusto Del Noce sulle radici filosofiche neognostiche della moderna società opulenta con quella condotta da Samek in Metamorfosi della gnosi; Gabriele De Anna presenta gli aspetti di attualità della riflessione politica di Samek che fornisce utili spunti per sviluppare una filosofia della storia e della politica ispirata alle categorie del pensiero classico.
Di grande attualità risulta il saggio di Matteo Negro, che si sofferma sul rapporto tra religione e ragionein Samek, con particolare riferimento al processo di decomposizione del cattolicesimo contemporaneo, imputabile in gran parte ad una sorta di suicidio messo in atto dall’intellighentia cattolica, che, nel ‘68, afferma Samek, «di fronte alla frantumazione della cultura accademica […], di fronte all’evidente crisi della civiltà acristiana con i suoi miti della tecnologia sempre buona, dell’industrializzazione salvatrice, della produzione per il consumo […] credette che le urla dei contestatori fossero la vox populi e […] trasferì la crisi del pensiero laico all’interno del proprio mondo, e quel mondo entrò effettivamente in crisi».
Di matrice gnostica è senz’altro, infatti, «il disprezzo per gli aspetti istituzionali della Chiesa, per l’autorità, e di conseguenza l’esaltazione dello spontaneismo, della libertà e della coscienza […]; il disprezzo per i processi del pensiero umano, per la mediazione concettuale […] rimpiazzata da un atto di fede sentimentale». La raccolta termina con il saggio di Danilo Castellano, che mostra con straordinaria chiarezza la matrice gnostica dell’utopia rivoluzionaria contemporanea.
Da questo breve resoconto dei ricchi contenuti della raccolta di saggi in onore di Samek, emerge come l’opera del giovane filosofo rappresenti una valida guida per una comprensione profonda di importanti aspetti teorici che stanno a monte del pensiero e della prassi del mondo contemporaneo, sia in forza delle rigorose ed approfondite analisi, sia in virtù delle tesi propositive, sempre basate su solide argomentazioni. Donde appare auspicabile che quanti si trovano a operare in settori nevralgici della cultura e della politica possano giovarsi della lettura delle sue opere e degli studi a lui dedicati.