Fabrìzio Cannone
La storia di un decennio della vita di Joseph Padelle (1987-2000), è istruttiva e molto edificante, ma al contempo ricolma di sacrifici inenarrabili, sofferti per il solo amore di Cristo. Padelle nasce nel 1964 in Iraq, da un clan dell’aristocrazia sciita. Il suo vero nome è Mohammed al-Sayyd al-Moussaoui e la sua famiglia «discende direttamente da quella del Profeta» (p. 14).
Un bel giorno, Mohammed scopre un libro dell’amico dal titolo misterioso: / miracoli di Gesù. Leggendolo, la figura di Cristo gli trasmette «unagioia benefica» (p. 23). Nei successivi dialoghi in tenda, il buon Massoud gli propone di rileggere con la massima attenzione il Corano e solo dopo di studiare il Vangelo, così da poter fare un confronto…
A poco a poco, Mohammed si rende conto che le informazioni che ha del cristianesimo «sono molto approssimative, piene di contraddizioni, condite di dicerie», (p. 26). La conversione piena avverrà per Mohammed/Joseph, come per certi Patriarchi d’Israele, attraverso un sogno. Si trovava presso un misterioso ruscello e aveva di fronte un uomo di straordinaria bellezza, con uno sguardo «di una dolcezza infinita» (p. 35). Quest’uomo, evidentemente Gesù, gli dice quelle parole che saranno per lui Yincipit dell’adesione al cristianesimo: «Per attraversare il ruscello, hai bisogno del pane della vita» (p. 35). Espressione usata da Cristo….
Ma da qui iniziano i suoi dolori e si manifesta subito, il suo “prezzo da pagare” per abbandonare l’Islam e farsi cristiano. Le prime croci arrivano dalla Chiesa locale, “i falsi fratelli”, la quale farà di tutto per dissuaderlo dal convenirsi. Queste pagine, le più dolorose, vanno meditate per capire fino a che punto, la “crisi della fede” di cui parla spesso il Papa, è diventata ormai radicata e universale.
Un prelato, alla sua richiesta di battesimo, gli risponde, ribaltando l’esempio di Cristo, che «Non si può sacrificare tutto il gregge per salvare una sola pecora…» (p. 52). Dopo che la famiglia lo persuade a sposare una mussulmana, inizia la carcerazione, per farlo tornare nell’Islam. Passa un anno in un penitenziario tra criminali comuni. Sono 16 in una cella, e si soffre il caldo, il freddo, la fame. Se avesse tradito i cristiani, svelandone i nomi, sarebbe stato rilasciato, ma ormai sa che per il Vangelo dovrà portare la croce.
Dei dolori della prigionia, dovuta alla propria famiglia, scrive: «Se non avessi sperimentato la vita in cella non avrei mai potuto sprofondarmi in questo cuore-a-cuore con Gesù e il suo Spirito» (p. 105). Dal male della violenza, nasce il bene dell’espiazione e della “corredenzione”: ecco la vera religione! Quando esce dal penitenziario la stessa moglie fa fatica a riconoscerlo. Nel 2000, riesce a scappare e si rifugia prima in Giordania e poi in Europa. Il 15 agosto del 2000 arriva a Parigi dove si trasferisce. La famiglia francese che li accoglie si prodiga per il loro reinserimento sociale e gli fa conoscere la bellezza della liturgia occidentale.
Uscendo dalla messa, Joseph e Marie (secondo i nuovi nomi di battesimo), apprezzano specialmente i canti liturgici, «come se il francese fosse la lingua di Dio (…) Non è francese, è latino, esclama Thieriy» (p. 210), il cattolico che li ospita presso di sé. Il racconto della sua storia è divenuto un best-seller e ha prodotto nuove conversioni di islamici.
Ancora recentemente, Padelle ha partecipato all’annuale Marcia per la Vita di Parigi, dichiarando che non si deve uccidere l’innocente con l’aborto. Ma lui stesso è quell’innocente che, miracolosamente, non è stato ucciso da quell’Islam che si oppone ovunque a Cristo e ai cristiani.
Joseph Fadelle Il prezzo da pagare Ed San Paolo pp.220