Antonio de Felip
Al gay pride di Praga, nel 2019, sono comparsi striscioni e cartelli, con il consueto sfondo arcobaleno, recanti scritte apertamente inneggianti al satanismo. A manifestare a favore dell’aborto di fronte una clinica a Detroit era presente anche un’oscura (in tutti i sensi) setta definita “Il Tempio Satanista” e un gruppo auto-denominatosi “Streghe per Planned Parenthood”, la nota multinazionale dell’aborto. Il mondo ecologista è fortemente influenzato, se non diretto, da correnti di pensiero neo-gnostico che inneggiano all’autodistruzione dell’uomo in nome della dea Gaia. La Chiesa modernista di Bergoglio ha posto sugli altari, e imposto alla venerazione dei fedeli, la sanguinaria, oscura, tellurica divinità incaica Pachamama, la “Madre Terra”. Illustri prelati hanno partecipato a riti magici tribali sudamericani.
C’è un luogo comune, accettato da quasi tutti e dato per vero nella mentalità collettiva imposta dai semi-colti di sinistra trionfanti nelle università e nei media, che ci obbliga a credere che il mondo “progressista” (in senso lato: dal comunismo alla trionfante ideologia liberal) sia per definizione razionale, logico, lucidamente cartesiano. Ci viene sventolato l’Illuminismo che sconfigge l’oscurantismo cattolico e medioevale, l’ordinata e ben organizzata cultura dell’osannata Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers (come se le enciclopedie non fossero state inventate ben prima, in epoca romana e quindi riprese proprio dall’ “oscuro” medioevo).
E poi il Positivismo dei Comte, dei Darwin, in Italia dei Cattaneo, dei Mantegazza, dei Lombroso, cultore della Scienza, unica fonte di verità, fino a farne un feticcio da adorare: il filosofo Nicola Abbagnano giustamente ironizza sul “romanticismo della scienza”. E gli ultimi epigoni di queste ottocentesche, bizzarre figure barbute e severe che vediamo raffigurate nelle fotografie fin de siècle con il contorno di borghesi liberali benpensanti, socialisti alla Edmondo De Amicis e di farmacisti di paese (che passavano per atei positivisti in contrapposizione al parroco), non sono forse gli irosi, macchiettistici mangiapreti dell’Uaar, Unione atei e agnostici razionalisti, dediti, appunto, a razionalissime cerimonie come lo “sbattezzo”?
Eppure, se grattiamo un po’, dietro il razionalismo illuminista ci sono i riti iniziatici della massoneria (“una società segreta animata dallo spirito di Satana” secondo la classica definizione de La Civiltà Cattolica), setta cantata dall’ “iniziato” Mozart nel Flauto Magico del mago Sarastro e della Regina della Notte, c’è il conte Alessandro di Cagliostro, mago che introdusse lo sciagurato motto Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, c’è il conte di Saint-Germain, rosacrociano e alchimista, tanto apprezzato da Voltaire, c’è Louis Claude de Saint-Martin, filosofo illuminista, gnostico, cabbalista, ovviamente massone, ovviamente acceso rivoluzionario.
Durante la Rivoluzione francese fu complice del martirio della famiglia reale facendo i turni di guardia alla terribile prigione del Tempio. Quanti positivisti furono attratti dallo spiritismo e, pur rifiutando sdegnati la fede cattolica come “irrazionale”, facevano ballare i tavolini a tre gambe? Pensiamo al logicissimo Arthur Conan Doyle, padre di Sherlock Holmes, che faceva safari fotografici nei boschi per catturare immagini di elfi e fatine. Il soi-disant cattolico Antonio Fogazzaro, condannato dalla Chiesa per il suo acceso modernismo (era persino darwinista), era aduso a sedute spiritiche.
Anche nel socialismo, “scientifico” e no, non mancarono influenze magico-stregonesche. Prendiamo August Blanqui, socialista rivoluzionario, anche lui, naturalmente, massone, autore del motto “né Dio né padrone”, tra i capi dei massacratori della Comune di Parigi, quando i Comunardi fucilarono vescovi, sacerdoti e centinaia e centinaia di “controrivoluzionari” che si opponevano a questo mostruoso esperimento anarco-comunista (pochi sanno che la Basilica del Sacro Cuore a Montmartre fu edificata “ad espiazione” dei crimini della Comune).
Di costui, Giorgio Galli, ne La politica e i maghi, ben descrive il suo esoterismo, la sua credenza in universi paralleli e cita uno dei libri di Blanqui, Dagli astri l’eternità, come “un saggio che […] getta una luce particolare sui rapporti tra politica ed esoterismo nella cultura della sinistra”.
Sempre Giorgio Galli documenta i numerosi contatti di esponenti del primo bolscevismo con sette esoteriche, come quelle dei “cosmisti”, gruppo fondato da Nikolaj Fëdorovič Fëdorov, convinto che la morte sarà vinta dall’evoluzione dell’Umanità, la risurrezione non sarà opera di Dio, ma dell’Uomo Nuovo Teurgico e gli uomini devono iniziare al più presto la resurrezione degli antenati.
Qualcuno dei lettori si ricorderà delle enormi scritte EMOSCAMBIO che venivano tracciate con vernice bianca sui muri attorno ad alcune città del Nord negli anni ’70. Ebbene, è una teoria cosmista: con lo scambio del sangue si perviene a una sorta di comunione che dovrebbe dare la vita eterna. In un suo studio su questa setta e le sue pratiche, il filosofo e politologo tradizionalista ed eurasiatista russo Aleksandr Gel’evič Dugin, non privo di contatti con Putin e il suo entourage, ben conosciuto anche in Italia per la traduzione delle sue opere e alcune affollate conferenze, scrive: “L’idea della comunione attraverso il sangue umano è un’ipotesi che rientra nel quadro del cosmismo satanico”.
Philippe Muray, brillante scrittore anticonformista francese, che è stato accusato dai soliti democratici censori liberal antifascisti e antirazzisti di essere un “nuovo reazionario” come Michel Houellebecq e Alain Finkielkraut, nel suo testo L’Impero del Bene, sostiene la tesi secondo cui socialismo e occultismo sarebbero consustanziali.
Nella prefazione dell’opera, Francesca Lorandini ben sintetizza: “Lo slancio comunitario, partecipativo laico e utopistico del socialismo sarebbe incomprensibile senza la passione ottocentesca per l’occulto e per tutti i fenomeni paranormali annessi (evocazione dei morti, divinazione, teosofia negromanzia, metempsicosi, zombi, vampiri). Occultismo e socialismo sono due aspetti di una stessa visione del mondo. […] l’irrazionalismo e l’occultismo alla base del socialismo rivelano l’ambiguità e l’ipocrisia del pensiero progressista”.
, fondatrice della setta teosofica, iniziata con Rito di Adozione alla massoneria, fu fanatica sostenitrice di Garibaldi (che definì Pio IX “un metro cubo di letame”) e delle sue brigantesche imprese: combatté con lui a Monterotondo e Mentana, ove venne gravemente ferita.
Emblematica è anche la figura di Annie Besant, nata da un’ottima famiglia inglese, ferocemente femminista, atea, rabbiosa attivista anticlericale, militante socialista, sindacalista, sostenitrice dell’indipendenza indiana, anche lei, naturalmente, aderente alla massoneria, fondatrice di ben nove logge dell’ “Ordine internazionale co-massonico”, che ammetteva le donne. Scriveva: “Innanzi tutto combattere Roma e i suoi preti, lottare ovunque contro il cristianesimo e scacciare Dio dai cieli”. Vaste programme, avrebbe detto qualcuno.
Nel 1907 divenne presidentessa della Società Teosofica, sostituendosi a tale Charles Webster Leadbeater, cacciato per pederastia e per aver pubblicamente consigliato la masturbazione ad alcuni ragazzi, tra l’altro anche presunto “vescovo” di un’improbabile (all’epoca…) “Chiesa Cattolica Liberale” di chiara impronta gnostico-massonica.
Tra l’altro è da segnalare che alla loggia teosofica romana, fondata nel 1897, aveva aderito nel 1900 Giovanni Amendola, futuro leader antifascista. Nel 1902, l’anarchico C.L. James scriveva: “Se gratti in superficie, sotto ogni spiritualista troverai un anarchico”.
Veniamo a tempi più vicini a noi: sono ben documentati i collegamenti della New Left americana degli anni ’60 e ’70, pacifista, hippy, ecologista, anarco-comunista, con il mondo sciamanico e stregonico (e demoniaco, come dimostra il caso de The Family di Charles Manson, autore del massacro, come rito satanico, dell’attrice Sharon Stone e di altre sette persone) attraverso l’uso di droghe come l’LSD o droghe derivate da “piante magiche” allucinogene di sciamani messicani e indiani.
Ancor più vicino a noi, analoghi, ancor più stretti contatti sono evidenti tra il mondo ecologista e ambienti della cosiddetta Wicca, da witchcraft, “stregoneria” un insieme fluido e mutevole di sette e sottosette il cui “pensiero” si basa, oltre che su un “ecologismo magico”, sul femminismo e sull’esaltazione della figura della “strega”. Collegata al satanismo, così Massimo Introvigne descrive l’essenza della Wicca: “si tratta di una gioiosa celebrazione della vita e della natura, di canti, fuochi e danze per celebrare i ritmi delle stagioni, con un uso “magico” della nudità”.
Insomma, la riproposizione dei Sabba d’evocazione demoniaca. C’è un altro, recentissimo aspetto di questo ritorno all’irrazionale, all’oscuro, al dis-ordinato, solo apparentemente più “laico”, generato dal fenomeno violento e anti-bianco dei Black lives matter.
Questo movimento non si limita ad attaccare la polizia, assassinare sostenitori di Trump, incendiare negozi e case dei bianchi, distruggere monumenti della storia americana, da Colombo ai Santi evangelizzatori ai Confederati: promuove, assieme ai gruppi antifà (definiti terroristi da Trump) e al mondo liberal, una criminale cancel culture che vuole distruggere, con qualsiasi mezzo, ogni traccia di cultura bianca, europea, di origine greco-romana, cristiana, definita “razzista”, “colonialista”, “paternalista”.
Ma l’antirazzismo di costoro si spinge ben oltre. L’imperativo è quello di distruggere la mentalità, i modi di pensare e di agire che vengono attribuiti ai bianchi: la whiteness, la “bianchitudine”, accusata di avere un approccio razionale, logico, positivo alla vita. Molte aziende, premute e ricattate dalle lobby antirazziste e liberal, hanno addirittura imposto ai propri dipendenti la partecipazione a seminari obbligatori contro la mentalità ritenuta caratteristica della “bianchitudine”.
Il Museo Smithsonian della cultura e storia afro-americana (qualcuno lo definisce “prestigioso”) ha stilato un catalogo degli aspetti e degli assunti della cultura bianca (Aspects & assumptions of white culture, per chi volesse controllare in rete), ovviamente per condannarli e combatterli.
In quest’elenco troviamo tutti gli atteggiamenti e i comportamenti “civili” ispirati dalla nostra cultura greco-romana, dal cristianesimo, da una buona educazione affinatasi in secoli di civiltà: la fiducia in sé, il rispetto delle persone e delle loro sfere private, il non discutere della vita personale, i modi urbani, la gestione dei conflitti, l’etica del lavoro, l’affidarsi ai metodi scientifici e a un pensiero oggettivo, razionale e lineare, il rispetto dell’autorità e della proprietà privata, la credenza nella famiglia tradizionale, il cristianesimo come norma naturale e sociale, il rispetto delle festività cristiane, la storia come Storia del mondo civilizzato, il rispetto dei tempi programmati e della puntualità; a questo proposito il “vescovo” Desmond Tutu, storico esponente anti-bianco in Sud Africa, affermava provocatoriamente che “l’orologio è stato inventato dai bianchi”.
Non è solo la condanna dei bianchi, ma di una intera civiltà, di una cultura basata sulle virtù cardinali che sono pagane prima ancora che cristiane, l’autodisciplina personale, il valore del tempo e del lavoro, la razionalità greca, l’ordine della legge romano, la visione del mondo cristiana. Il punto d’arrivo del sovversivismo liberal, dell’antirazzismo dei Black lives matter, del femminismo, del genderismo omosessualista imposto dal “pensiero” politically correct è quello di un mondo oscurato di ogni ordine, di ogni bellezza, di ogni etica, una società de-formata, in-forme, priva di ragione, che rifiuta la logica aristotelica, in cui trionfa il caotico, l’irrazionale, l’illogico, l’osceno, il volgare, il mostruoso, l’invertito, lo sfigurato, lo stregonesco, il tellurico, l’invasamento sciamanico delle nuove e vecchie droghe.
Con come scrive Hans Sedlmayr nel descrivere l’arte moderna: “attributi e aspetti di ciò che non è umano”. Un possessione demoniaca collettiva. Una società orwelliana e orbata, prima ancora che della libertà di parola e d’espressione, come sta già avvenendo, della libertà di pensiero, perché condizionata da meccanismi mentali imposti dalla pressione sociale e da leggi liberticide.
Ci troviamo forse di fronte a un nuovo, vero oscurantismo, considerato che quello descritto come “medioevale” è una falsificazione degli illuministi, una menzogna degli enciclopedisti, di Voltaire e degli altri preparatori dei grandi massacri e delle malvagità intellettuali della Rivoluzione?
Tempo fa, Matteo Salvini è stata aggredito da un’immigrata congolese, immigrata e militante immigrazionista, volontaria in alcune ONG “sociali”. I media di regime l’hanno descritta come una “semplice” aggressione, motivata dall’odio nei confronti del politico impegnato ad arginare l’invasione afro-musulmana.
La spiegazione ha una sua logica. Il giornalista e saggista Andrea Zambrano ha però aggiunto e messo in luce alcuni elementi inquietanti che non possono non far riflettere. La donna congolese sembrava, prima, durante e dopo l’aggressione, come invasata, indemoniata, per le movenze e le urla. Apparentemente, lo scopo principale dell’aggressione non era quello di percuotere l’esponente leghista, ma, una volta stracciatagli la camicia, di strappargli il Rosario che abitualmente porta al collo.
Nel frattempo costei ha gridato più e più volte: “io ti maledico”. Dopo l’attacco è stata ripresa mentre urlava in maniera quasi ossessiva: “vedrai sangue, vedrai sangue”. Scrive Zambrano: “Solitamente è sempre molto facile derubricare questi atti a gesti di squilibrati, ma la teologia esorcistica ha sapientemente spiegato che il miglior nascondimento del Diavolo, per poter meglio colpire le sue vittime, è quello di presentarsi come qualcosa d’altro”.
Scrive Roberto Pecchioli nel suo bel libro Elogio dell’appartenenza: “Al potere non è andata la fantasia, ma la notte di Valpurga”.